servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – A Camaro Sant’Antonio c’è un luogo che era diventato un non-luogo. Una delle storiche incompiute di Messina. Un grande anfiteatro e un parco nel cuore del villaggio che non hanno mia visto la luce, se non a metà. Qui il tempo si è fermato al 2015: quello che doveva essere simbolo di rinascita, dopo la demolizione delle baracche, è tristemente diventato simbolo di abbandono e degrado.
“Risanamento delle baraccopoli vuol dire anche questo, cioè riqualificare pezzi della città che prima erano occupati da baracche, ora demolite, e che ora vengono restituiti alla fruizione dei cittadini”, spiega il commissario straordinario del Governo Marcello Scurria. Lo stesso accadrà a pochi metri di distanza, sotto il ponte di Camaro. “Anche li sorgerà un bellissimo parco, se ne sta occupando la Città metropolitana con fondi Pnrr. Sarà anche un biglietto da visita per Messina, perché visibile da chi arriva dallo svincolo autostradale di Messina Centro”, conclude Scurria.
Ora l’accelerata sull’incompiuta di Camaro Sant’Antonio che l’ufficio commissariale intende portare a termine a stretto giro. Il progetto è pronto a partire, almeno per la parte che riguarda l’area verde. Qui sorgerà un parco giochi per bambini, ci sarà un nuovo impianto di illuminazione e le sedute avranno i colori dell’arcobaleno. “La cromia giocherà un ruolo fondamentale”, spiega l’architetto Grazia Marullo. “Sarà utilizzato molto colore per coprire le parti incompiute e lasciate in cemento. I colori dell’arcobaleno che utilizzeremo e il verde delle piante e del prato saranno simbolo di rinascita, in contrasto al grigiore delle città e del cemento delle aree di risanamento”.
I progettisti si sono, infatti, ispirato alle parole dell’architetto e urbanista tedesco Bruno Taut secondo cui “le città sono ormai caratterizzate da un sostanziale grigiore, che può essere contrastato solo con l’insorgere dell’architettura colorata”. Tema della riqualificazione è, quindi, l’uso della cromia che assume un ruolo di elemento ordinatore dello spazio. Questo rappresenta una componente progettuale fondamentale per il recupero dell’area e in generale delle aree degradate e suggerisce i concetti di rinnovamento e valorizzazione delle città. “Nello nostre città grigie, introdurre un brano di tessuto colorato, all’interno di un parco che con il suo verde spezza la monotonia monocromatica del cemento, può determinare un forte cambiamento del panorama cittadino”, spiega l’architetta Marullo.
Nella piazza ovale i lavori partiranno nel giro di 15 giorni e dureranno un mese e mezzo. Per quanto riguarda l’anfiteatro, anch’esso da completare ma già esistente, ci vorrà qualche mese in più. Vedi qui la gallery fotografica 👇🏻