Di Silvia De Domenico
MESSINA – “Più di 600mila euro di soldi pubblici sono stati spesi per un progetto che non ha nulla a che fare con la riqualificazione”, commenta la referente del Comitato Avignone Maria Fernanda Gervasi. Per lei e gli altri componenti non si potrà parlare di riqualificazione di Piazza Lo Sardo, conosciuta ancora come Piazza del popolo, fino a quando non si interverrà seriamente sui portici, che loro considerano il punto nevralgico della piazza.
“E’ l’unica piazza di Messina ad avere dei portici, insieme a Castronovo”, spiega il residente Alfredo Schipani. Anche lui è un membro del comitato e abita in una palazzina che si affaccia sulla piazza da più di 60 anni. “Ho visto tutti i cambiamenti della piazza, fino al degrado che viviamo da qualche anno giorno e notte, al centro e nei portici”. Schipani racconta che lo spazio è mal frequentato proprio perché molte delle botteghe sono sfitte perché “nessuno può avere interesse a investire nei portici pisciatoio, non illuminati e con i cavi che penzolano sui prospetti”.
La pavimentazione, la cui posa ha fatto molto discutere, è stata realizzata con un materiale poroso che si sporca troppo facilmente. Ma la preoccupazione del comitato va oltre i lavori ancora in corso, che comunque non piacciono. “La verità è che questa piazza non ha avuto un vero progetto”, conclude Schipani.
Ecco, in foto, il progetto che lo stesso comitato aveva presentato e che non è stato preso in considerazione. La loro visione, infatti, era completamente diversa da ciò che intravediamo oggi dalle reti arancioni. I progettisti avevano immaginato il transito delle auto nella croce, proprio quella che adesso si sta ripavimentando, e l’area pedonale negli spicchi che avrebbero collegato la piazza centrale ai portici. E poi dei collegamenti naturali con Largo Seggiola e con il sagrato della Chiesa dello Spirito Santo.
Anche l’Ordine degli architetti di Messina negli ultimi anni si è fatto avanti per richiedere al Comune di Messina un concorso di progettazione, in cui a vincere fosse il progetto e non il progettista. Anche questa ipotesi, come spiega il presidente Pino Falzea, è stata ignorata.
Da parte sua, il vicesindaco e assessore Salvatore Mondello preferisce non replicare e si è detto sempre convinto delle scelte compiute, ascoltando chi aveva proposte da fare ma poi assumendosi la responsabilità della scelta. In questo e in altri casi.