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Piazzale Atm, la rabbia di Basile e Campagna: “Capiremo chi è stato e perché” VIDEO

di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Matteo Arrigo

MESSINA – “Dobbiamo trovare 3 milioni più Iva, sperando di non trovare altro in una zona nella quale non credevamo ci potesse essere tutto questo. Li troveremo, perché li dovremo trovare, ma sarà un problema per la città che avrà meno servizi per oltre 3 milioni di euro”. Un Federico Basile mai così in collera si è presentato nella mattinata di oggi di fronte ai giornalisti per analizzare il caso del piazzale Atm. Un problema di disastro ambientale sfiorato ma anche di gestione generale, spiega il sindaco, che se la prende con chi ha amministrato Messina negli scorsi decenni.

Basile: “Vedremo chi è stato e perché”

“Non si può pensare di coprire i problemi di questa città con un po’ di asfalto – attacca Basile – e parliamo del 1990 forse. Vedremo esattamente la data, chi è stato e perché. Ma non è pensabile che mentre ammoderniamo un’azienda in cui dovevamo ristrutturare il piazzale per ospitare oltre 90 autobus elettrici che devono arrivare troviamo qualcosa del genere. Parliamo di oltre 29mila litri di carburante sotto il terreno che hanno creato una falda che per fortuna abbiamo bloccato. Questo è un problema culturale: la città ha sempre pensato, fino al 2018, che i problemi andassero coperti”.

E adesso i fondi: “Dobbiamo trovare 3 o 6 milioni di euro dalle finanze comunali e sicuramente non possiamo fermarci. Questo problema arriverà di fronte alla Procura della Repubblica. Dovremo comprimere il bilancio che speravo quest’anno potesse avere input diversi. Troveremo le soluzioni, ma la città non merita un sacrificio sui servizi”.

Campagna: “Poteva esplodere tutto”

Le accuse arrivano anche dal presidente di Atm Giuseppe Campagna: “Criminali? Sì, non c’è altro termine. Ci sono 29mila litri di liquidi inquinanti tirati fuori. Vorremmo capire qual è il motivo per cui nel fare la copertura sono state coperte anche le botole. Nascondi le prove di qualsiasi ispezione. Non abbiamo potuto fare niente perché era tutto coperto dall’asfalto: la volontà era coprire il misfatto. Senza pensare che qui ci sono 120 autobus ogni sera più officine, gommisti, lavanderie. Ora queste attività saranno fatte poco e male, con una città che non vedrà più i servizi che ha imparato ad avere”.

Anche Campagna parla poi di soldi: “Si tratta di 2 milioni e 800mila euro ma anche di più. Abbiamo trovato 5 serbatoi, contaminazione fino a 6 metri di profondità. Magari erano molto di più di 29mila litri e la società che ci sta facendo le valutazioni ambientali ci ha spiegato che il gasolio ammalorato poi si trasforma in gas. E l’accensione dei bus avrebbe potuto far esplodere tutto, un disastro non indifferente visto che gli autobus sono messi sempre uno accanto all’altro. Si sarebbe verificata una reazione a catena”.