Di Marco Olivieri (interviste video Carmelo Caspanello, montaggio Matteo Arrigo)
MESSINA – 1922-2022: la memoria e le ferite della storia per una rinascita culturale di Messina. L’occasione è il centenario dell’inaugurazione di un monumento dello scultore Vito Pardo dedicato ai finanzieri morti nel terremoto del 1908. Quando uno studioso, una biblioteca regionale e un corpo storico come la guardia di finanza interagiscono, la ricostruzione storica passa attraverso monumenti, convegni ed esposizioni. E la memoria culturale acquista un nuovo valore.
Così, stamattina al comando provinciale della guardia di finanza di Messina, sono stati presentati una serie di eventi collegati al “Centenario dell’inaugurazione del monumento al Gran camposanto di Messina dedicato ai finanzieri periti nel terremoto siculo-calabro del 1908”. In programma una manifestazione convegnistico-espositiva, al via il prossimo 26 aprile, organizzata in interazione tra la Biblioteca regionale Universitaria “Giacomo Longo” e il corpo della guardia di finanza, e una cerimonia di commemorazione, presso il monumento, che si svolgerà alle 10.45 del 27 aprile.
In particolare, il 26 aprile sarà presentato il libro “Il monumento alla regia guardia di finanza nel Gran camposanto di Messina” di Vincenzo Caruso, in commemorazione del centenario, edito da Di Nicolò e promosso dalla stessa Gdf.
La mostra a cura della biblioteca regionale, nella cappella della chiesa Santa Maria all’Arcivescovado, in via Primo Settembre n. 117, sarà visitabile sino a fine maggio e presenta un titolo significativo: “Sulla città piagata e straziata dalla devastazione del 1908. La cesura riguardo all’esistente processo di urbanizzazione della Messina pre-1908 nei nuovi modelli di ricostruzione post-sisma. Il tributo alle vittime di poeti, scrittori e giornalisti”. L’inaugurazione è prevista alle 17.30 di martedì 26.
A seguire, nel salone eventi della biblioteca, ci sarà l’inaugurazione dell’esposizione bibliografico-iconografica per la commemorazione dei caduti della regia Gdf e dei componenti del corpo da annoverare fra i soccorritori. Mercoledì 27 aprile, alle 10,45, il ricordo commemorativo al Gran camposanto, come già evidenziato.
Il periodo analizzato spazia dall’unità d’Italia al 1922, senza dimenticare l’apporto della guardia di finanza fino ai nostri giorni. La mostra è impreziosita da una parte iconografica fornita dalla Gdf, con divise datate e materiale di rilievo, in collaborazione con comando provinciale e museo storico della guardia di finanza.
L’iniziativa è stata presentata dagli artefici dell’operazione culturale: il professore ed ex assessore comunale alle Politiche culturali Vincenzo Caruso, direttore del parco museo storico di Forte Cavalli, la dottoressa Tommasa Siragusa, direttrice della biblioteca regionale universitaria “Giacomo Longo” di Messina, e il comandante provinciale della Gdf, il colonnello Gerardo Mastrodomenico (nella foto in conferenza stampa in una sala del comando provinciale).
Per il colonnello, “ci siamo avvicinati con umiltà e orgoglio a questo evento, in stretta correlazione con la dottoressa Siragusa e il professore Caruso. Da non messinese, dico che la storia di questa città è gloriosa. Messina è stata il baricentro del Mediterraneo, ha giocato un ruolo prezioso per millenni ed è stata minata da eventi avversi come il terremoto. La guardia di finanza è presente qui dal 1862 – ha evidenziato il comandante provinciale – ed è una presenza strutturata. Allora vi erano le scuole allievi di terra e di mare, vorrei ricordare. Con questo evento noi vogliamo mettere in luce il sostegno culturale alla memoria storica da parte del nostro corpo”.
Ha aggiunto in modo appassionato il colonnello: “La ricostruzione non ha riportato Messina ai fasti di un tempo, porto strategico mondiale, e noi oggi presentiamo l’evento nel segno di una ripresa della città. Una città finalmente senza baracche. Come finanzieri, all’ingresso del Gran camposanto, c’è questo monumento che non tutti i messinesi conoscono. Omaggio ai tanti finanzieri caduti e occasione per valorizzare il patrimonio culturale messinese”, ha ricordato il comandante Mastrodomenico.
A sua volta, la direttrice della biblioteca regionale si è così espressa: “Sono felice di dare un contributo culturale alla città in linea con gli sforzi compiuti dal 2018 – ha ribadito la dottoressa Siragusa – per far sì che la nostra realtà sia sempre al servizio della città, mettendo a disposizione pure gli spazi per presentazioni ed eventi. Con i nostri 600mila volumi, nelle difficoltà di tre sedi, abbiamo risorse importantissime. Quanto agli eventi, il punto di partenza è il monumento inaugurato il 27 aprile 1922. Si è voluto abbinare al momento che vede protagoniste autorità civili, militari e religiose, sotto l’egida della Gdf, un’altra iniziativa di qualità, con il convegno e la mostra composta da tre sezioni”.
“Un’iniziativa dedicata – ha aggiunto la direttrice Siragusa – al libro del professore Caruso, che rende onore ai caduti della regia guardia di finanza, tantissimi caduti, e che ha attinto anche al materiale preziosissimo della nostra biblioteca. Libri, ad esempio, come Morte sullo Stretto di Gerardo Severino. In generale, ci soffermiamo sulla ricostruzione post 1908 e noi della biblioteca, su incarico ministeriale, abbiamo un archivio enorme per tutto ciò che riguarda il terremoto messinese”.
A sua volta, lo studioso Vincenzo Caruso ha rimarcato: “Grazie alle fonti, come i periodici, ho potuto ricostruire momenti preziosi legati alla commemorazione e alla visita del re Vittorio Emanuele III e dei ministri Fulci e De Vito. Tra associazioni e autorità, cerimonie e accoglienza affettuosa dei messinesi, la città tornava a rivivere e ho potuto cogliere dettagli e momenti speciali. Un’occasione importante per chi, come me, si dedica allo studio dei corpi militari nel territorio”.
“Da qui una storia parallela – ha aggiunto Caruso – che offre nuove prospettive alla ricostruzione storica. Da una scoperta all’altra, ho scovato fotografie inedite, davvero speciali, della famiglia Miloro, ad esempio. Regaliamo così ai nostri concittadini una pagina storica poco conosciuta”, ha ricostruito con entusiasmo l’ex assessore.