E’ una città che dice no, quella che si sveglia all’indomani del nuovo DPCM. Una città che in pochissime ore raccoglie quasi diecimila iscritti dentro una pagina facebook e organizza varie manifestazioni. Una città che non riesce ad accettare la chiusura per “colpe non proprie”. La decisione arriva dall’alto e arriva per motivi legati alla sanità. “Personale medico non sufficiente, mancanza di centri anticovid e poche scarsa terapia intensiva”
“Una chiusura immotivata e ingiusta” quella che ha spinto i reggini, ieri nella tarda a serata a riunirsi. Un corteo che parte da Piazza De Nava. Un corteo di commercianti, imprenditori, lavoratori, che percorre il corso Garibaldi urlando “Libertà” . Un coro di voci disperato, drammatico. Miglia di persone senza colore politico, unite solo dalla dramma comune: l’impossibilità di lavorare e quindi di “sfamare le proprie famiglie“.
Un corteo che si ferma di fronte la prefettura e si unisce ad un’altra manifestazione organizzata per lo stesso motivo. Piazza Italia si trasforma in un’onda gigantesca che si muove e si alza sotto la statua raffigurante l’Italia. Un’onda umana incredula, incapace di capire, di comprendere “la situazione sanitaria mai attenzionata della nostra regione, mai efficiente davvero”. Un corteo che dichiara di “aprire ugualmente e di non arrendersi.”