servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Continua il nostro Viaggio nelle baraccopoli. Nel Rione Taormina abbiamo incontrato chi si aggrappa con tutte le sue forze alla propria casa e anche potendo andare via non vuole farlo. Mentre a poche baracche di distanza c’è chi invece non vede l’ora di farlo. Di scappare da una quotidianità fatta di pareti scrostate, tetti che si spaccano e fili penzolanti alle pareti che ogni tanto prendono fuoco. C’è anche chi convive da più di 50 anni con la fogna nel corridoio di casa e il veleno dell’amianto sulla testa.
Il signor Giuseppe Lentini ci accoglie nella sua umile casa e racconta come si vive da più di 50 anni in queste condizioni. Ma il disagio non è solo suo o di chi nelle baracche ci vive, il problema riguarda tutti. E come dice lo stesso Lentini “quando spariranno tutte le baraccopoli Messina sarà una città nuova”. E’ questo che si augura per la sua famiglia e per le migliaia che ancora vivono in condizioni poco dignitose.
A guidarci nel difficile dedalo del Rione Taormina è ancora una volta il sub commissario Marcello Scurria. Ed è proprio lui a lanciare un appello a chi, anche avendo la priorità per ragioni sanitarie, si ostina a non voler andare via dalle baraccopoli.
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