Sulle colline di Mili sorge una struttura di serenità e speranza: La comunità “Ignazio Cannavò”. La casa ha ospitato per anni giovani sottoposti agli arresti domiciliari. Chiusa da qualche tempo per l’impossibilità di gestire i costi, dovrebbe riaprire a breve per ospitare soggetti con problemi causati dal gioco.
Di proprietà della comunità un piccolo gregge e una decina di asini, i prodotti della lavorazione vengono destinati al consumo alimentare nelle varie case d’accoglienza gestite dall’associazione S. Maria della Strada. Di recente si è verificato il furto di un equino, la rete è stata tagliata, sul posto è stata rinvenuta una pozza di sangue.
La trasgressione è stata denunciata alle autorità competenti, sono in corso le indagini. Le forze dell’ordine stanno visionando le registrazioni delle videocamere di sorveglianza della zona per cercare di risalire all’autore del furto.
A gestire la Comunità è padre Francesco Pati, amareggiato per quanto accaduto: “Da tempo siamo vittime di furti, una situazione che ci inquieta, ci sentiamo “sporcati” nella nostra missione. Il mio invito è di rispettare quello che non è nostro, e di sostenere a chi crede nel recupero delle persone”.