MESSINA – Pietro Sciotto patron dell’Acr Messina è quasi emozionato nell’incontro con la stampa in cui, a pochi giorni dalla salvezza ottenuta, annuncia che venderà la società. Questa volta, per evitare che qualcuno pensi che non sia realmente intenzionato, consegnerà la società al sindaco, con cui ha buoni rapporti dice, e in qualità di garante sarà lui a trovare un acquirente. Al momento in base ai vari impegni non hanno ancora concordato un orario.
“Nessuno potrà dire stavolta che non voglio cedere, ma il ciclo è finito”, afferma il presidente Sciotto facendo capire che se non ci sarà una nuova proprietà entro la scadenza la squadra non sarà iscritta. Sembra risoluto l’imprenditore delle automobili messinese che ricorda i suoi sei anni di presidenza conditi da una vittoria del campionato di Serie D e la squadra che per tre anni giocherà un campionato professionistico.
L’intenzione sua è di non far morire il Messina e si auspica che arrivi qualcuno che ama la squadra come lui e che possa fare meglio: “Non sono riuscito a portare il Messina più in alto, mi auguro che arrivi qualcuno che non voglia guadagnare ma sia un tifoso che si spenda, organizzi e programmi facendo meglio di me”.
“Cedere a un euro lo scorso anno era una provocazione. Neanche vi dico quanto ho speso e anche dovessi riprendere un decimo lo farei, ma mi sembra giusto che se uno vuole acquistare è giusto che spenda. Nella trattativa non mi tirerò indietro perché voglio andare via, ma se qualcuno vuole il Messina senza soldi vuol dire che non li ha quindi sono tutte chiacchiere” una decisione che il presidente afferma di avere già preso a gennaio e che ha mantenuto una volta salvato il Messina.
Il Messina ha conquistato la salvezza dopo lo spareggio con la Gelbison: “Per me la salvezza bisognava ottenerla prima dei playout, nelle ultime sei giornate la squadra ha fatto solo una vittoria. Erano stanchi e scarichi, io nelle ultime due settimane delle sfide con la Gelbison sono stato vicino alla squadra. Ho fatto errori, mi sono fidato dicendo a tutti si, ma quando ho fatto delle cose buone non lo ricorda nessuno”.