di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – Si chiamano Maria Irrera, Charlotte Felis, Antonella Pettignelli e Roberta Ferrante e sono quattro donne con età, famiglie e storie diverse, il cui percorso, però, si è incrociato a un certo punto della loro vita, a causa di problemi di salute. Le prime tre, infatti, sono tutte ex pazienti oncologiche, che continuano a fare controlli periodici a distanza di tempo dai rispettivi interventi e terapie. La quarta, invece, è una madre che combatte quotidianamente per i problemi del figlio in dialisi da 36 anni e al secondo trapianto di rene, con controlli da portare avanti settimana dopo settimana.
Tutte e quattro, adesso, sono accomunate da una precisa battaglia: quella per i propri diritti. Questo perché a tutte loro sono “saltati” dei controlli medici fissati mesi prima, la cui cancellazione è stata comunicata a pochi giorni dagli esami stessi. Contattate dal Cup, hanno soltanto ricevuto la comunicazione, con una spiegazione “semplice”: “Non ci sono i medici”. E ri-fissare l’esame diventa un calvario, con prenotazioni che slittano anche fino a 10 mesi. Così, l’impossibilità di aspettare così tanto, ha messo loro di fronte una sola soluzione: esami, controlli, medici e studi a pagamento. Oppure in intramoenia: a una di loro è stata prospettata, chiamando proprio nella mattina del 14 febbraio, la data del 20 dello stesso mese.
Antonella Pettignelli ha raccontato di essere stata “operata nel 2020, adesso sono in post-tumore e devo controllarmi ogni sei mesi. Mi hanno dato appuntamento all’11 dicembre 2023. La settimana prima mi hanno chiamato per confermare. Due giorni prima dell’ecografia mi hanno chiamato dal Cup, dal centro prenotazioni, e mi dicono che devono spostarmi. Pensavo un paio di giorni o di settimane. Mi hanno dato una data che è il 2 ottobre 2024. Ho detto loro di avere la precedenza oncologico e loro mi hanno detto che non potevano fare niente. Da Taormina mi hanno detto soltanto che ci sono pochi medici e quelli che ci sono non riescono a coprire tutto”.
“Sono stata operata di mastectomia totale al seno destro a Taormina – racconta poi Charlotte Felis -, in un ospedale come il San Vincenzo che reputo un’eccellenza. Ogni sei mesi, per i controlli, scelgo proprio questa struttura per questo motivo, se c’è la possibilità. Ho prenotato mammografia ed ecografia e avrei dovuto effettuare questi controlli l’8 di febbraio. Cinque giorni prima il Cup mi ha chiamato per cancellare l’ecografia, confermando invece la mammografia, spiegandomi che non ci sono medici. Mi hanno detto che possiamo riprogrammarla per il dicembre 2024. Ma noi siamo pazienti oncologici e abbiamo scadenze ben precise da rispettare, se no è un danno. Adesso farò la visita a pagamento, ma io ho la possibilità di farlo, chi non può? Il risultato qual è?”
Poi Roberta Ferrante: “Mio figlio è un dializzato e siamo al secondo trapianto di rene dopo il rigetto del primo. Per un esame mi hanno rimandato al 2025 nonostante ci fosse scritta la priorità entro dieci giorni. Così è incomprensibile e inammissibile, non abbiamo alcun sostegno. Ci sentiamo abbandonate? Sì, assolutamente. Siamo soli”.
E infine Maria Irrera, che ha lanciato anche un messaggio: “Ho prenotato a luglio dello scorso anno e controllando la pagina del Cup online ho visto che la prenotazione è scomparsa. Per fortuna ho più tempo per prenotare, ma chiamando mi hanno dato la prima disponibilità a ottobre 2024 al Policlinico. A luglio però dovrò andare dall’oncologo con l’esame già svolto. Per fortuna lavoro e posso andare a pagare un’ecografia privata, ma tanta gente non può. Ci illudono con la prevenzione, ma così non si può fare se nemmeno noi malate oncologiche abbiamo la possibilità di farci controllare. Noi ci siamo conosciute a Taormina, ma vorremmo capire quante altre persone sono nella nostra situazione. Per questo vogliamo invitare tutti a contattarci, per fare sentire la nostra voce tutti insieme. Forse se siamo in tanti potremo fare qualcosa”.
Anche per questo, le quattro donne hanno dato vita a una sorta di comitato che si chiama “Voce è Vita”. Il motto dice già tanto: “Un comitato di pazienti che hanno perso la pazienza”. L’invito rivolto altre donne ma in generale a tutti coloro che hanno vissuto e vivono “disavventure” simili, è di contattarle tramite la pagina Facebook (qui il link) o all’indirizzo mail voceevita@gmail.com.