SEMINARA – Avrebbero dovuto essere meri lavori di “sistemazione agraria”, consistenti in un
recupero ambientale di un sito privato, mediante riprofilatura e sistemazione morfologica con
impianto di un pioppeto, invece, alla vista dei Carabinieri Forestale dei Nuclei di Cittanova e
Sant’Eufemia D’Aspromonte , si presentava un’area di cantiere, aperto su terreni vincolati
paesaggisticamente, con luoghi naturali sconvolti da movimenti di terra operati dai mezzi meccanici
di una ditta di costruzioni, intenti ad asportare massivamente e movimentare materiale litoide,
estratto dalle rive del torrente “Duverso”, nel Comune di Seminara .
In pratica, un vero e proprio deterioramento di matrici ambientali protette, con alterazione
sostanziale dello stato dei luoghi e della loro morfologia, non di certo legittimata dal possesso da
parte della Ditta di una mera autorizzazione paesaggistica semplificata, ottenuta per eseguire meri
lavori connessi ad attività agricola, di certo non corrispondenti a quelli effettivamente posti in
essere dalle ruspe.
Le indagini hanno portato i militari ad accertare che il materiale litoide estratto abusivamente dal citato
torrente, veniva poi movimentato per essere introdotto nel ciclo produttivo di un impianto di
selezione inerti con sede in Rizziconi.
In pratica gli investigatori accertavano:
– l’abusiva esecuzione di un’imponente movimentazione di terra all’interno di una
proprietà privata del Comune di Seminara, sottoposta a vincolo paesaggistico;
– l’esecuzione di movimenti terra, sempre abusivi, all’interno di un’altra area adiacente,
anch’essa area sottoposta al vincolo paesaggistico ex lege D. Lgs. 42/2004 art. 142 co. 1
lett. c), senza che fosse stata rilasciata alcuna autorizzazione paesaggistica dall’Autorità
competente;
– la realizzazione di argini, mediante l’utilizzo di terra di riporto, all’interno di proprietà
private, che causavano la deviazione del naturale corso delle acque pubbliche del torrente
Duverso.
– l’esecuzione di movimenti terra in area appartenente al demanio fluviale, utilizzata
verosimilmente per la realizzazione degli argini che delimitano la proprietà del demanio
fluviale e quella privata.
– l’eliminazione della vegetazione spontanea tipicamente ripariale presente sull’area, in
particolare esemplari di pioppo (Populus sp.) e salice (Salix sp.).
L’analisi delle immagini realizzate dai militari anche con l’uso di droni, dimostrava, pertanto,
che il corso d’acqua del Torrente Duverso attraversava, originariamente, la parte centrale delle aree suddette interessate dai lavori, mentre al momento degli accertamenti lo stesso
corso d’acqua risultava essere stato spostato lungo il confine di altri terreni; il tutto veniva
realizzato mediante la realizzazione di argini artificiali, costruiti con notevole quantità di
terra movimentata, interessando anche un’ulteriore particella di proprietà di terzi, non
interessata dalle autorizzazioni paesaggistiche.
Dagli ulteriori accertamenti investigativi emergeva che: