Accolto da un lungo applauso, è giunto alle 13:00 il feretro della giovane ricercatrice di Diamante (CS), Serena Cosentino, vittima della strage del Mottarone, dove hanno perso la vita altre 13 persone tra cui il suo fidanzato. Ad attenderla, nella Chiesa di Gesù Buon Pastore dove si sono svolti i funerali, i genitori Maurizio e Ada le sorelle Francesca e Federica ed il fratello Mauro lacerati dal dolore, fuori i parenti, gli amici e numerosi cittadini per stringersi seppur idealmente alla famiglia di Serena.
Ad officiare le esequie di Serena, il Vescovo monsignor Leonardo Bonanno della arcidiocesi di San Marco Argentano –Scalea, il quale ha sottolineato come “questi momenti, nella loro drammaticità, ci fanno sentire uniti. Nel dolore di una morte così improvvisa e tragica la comunità è diventata un cuore solo. Si può morire per un virus invisibile e anche per una tragedia che poteva essere evitata.
Vivere la dipartita di una ragazza giovane, brava e intelligente, che ha studiato e lottato tanto, che ha ottenuto una laurea a Roma e poi l’incarico del Cnr, dimostra come alcuni nostri giovani siano lezione di una dignità ferma, di un patrimonio che non dobbiamo far disperdere e che Dio valorizzerà”. Alla cerimonia, erano presenti anche, oltre al sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, l’assessore regionale, Fausto Orsomarso, il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, Piero Sutera, il questore , Giovanna Petrocca ed il Prefetto, Cinzia Guercio, la quale ha commentato, nel suo intervento che “nonostante le indagini, non cambierà niente, perché una giovane ragazza non c’è più. Questo poteva essere evitato? – si chiede il Prefetto – Forse si.
I tecnici sono al lavoro ma oggi non serve parlare si questo. Sono stata vicina a Serena in questa funzione e oggi non voglio essere il Prefetto ma una persona come voi – ha sottolineato– le persone le comunità non sono persone astratte. Ognuno dovrebbe nella responsabilità di tutti i giorni aiutare l’altro. La giustizia terrena, non restituirà Serena, ma di certo chi ha sbagliato pagherà. Come istituzione vi dico che siamo qui per darvi una carezza di conforto. Per me è stato molto difficile venire qui e voglio che ricordiate il sorriso di Serena. Io me lo ricorderò”. Per il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, il giorno della tragedia è stata una giornata di dolore “dove non riusciamo a farcene una ragione. e oggi è difficile parlare per me come padre prima ancora di uomo delle istituzioni per la tragica scomparsa di una ragazza dal sorriso dolce e solare. – Ha proseguito tra le lacrime il primo cittadino – Serena era una persona riservata che rifugiava da ogni retorica e l’ho conosciuta grazie a chi l’aveva incontrata sul proprio cammino. Una tela rara e preziosa su cui è dipinto il volto di una ragazza meravigliosa, dai toni composti, tenace. Le persone buone attraversano la vita con un passo lieve ma lasciano un segno. Alla mamma Ada, al papà Maurizio e alle sorelle al fratello e ai suoi cari un abbraccio infinito“.
“Un angelo sulla terra”, l’ha definita il padre, il quale ha ringraziato Serena per i 27 ani di felicità che gli ha dato. “Lei ed Hesam erano due angeli sulla terra. Volevano vivere e sono sicuro che sono un paradiso con gli angeli”.
Ed infine il ricordo della sorella Federica: “Eri bella e non amavi le cose futili, sei sempre stata la più intelligente, quella che si batteva per l’uguaglianza e i diritti. La più coraggiosa. La tua bellezza non era di questa terra”.
E dopo la funzione funebre, all’uscita del feretro di Serena, come all’arrivo, un lungo applauso con i palloncini bianchi e gialli che sono stati fatti simbolicamente volare in cielo.