Anni di studio al nord, lontano da casa e dagli affetti come molti nostri giovani concittadini. Antonio però un giorno decide di tornare: “Ho pensato quanto fosse importante portare nella mia terra la mia esperienza di studio, ho applicato le mie conoscenze alla nostra azienda agricola”. La famiglia Bonfiglio produce vino Faro sulle colline di Giampilieri, un’agricoltura quasi eroica su colline terrazzate e con poche infrastrutture. Un’azienda che ha capito che l’agricoltura non si fa solo con l’uso dei mezzi agricoli, ma anche attraverso le pratiche amministrative e la gestione dell’azienda, dalla lavorazione agricola, al marketing, fino alla trasformazione dei prodotti.
Raccontare la propria storia è fondamentale in termini di trasparenza di prodotti e di etica, il giusto marketing avvicina il cliente al produttore.
“Un’ agricoltura moderna non può non passare dalla vendita online” – ci spiega Biagio Bonfiglio, papà di Antonio e fondatore della cantina, nonché consigliere comunale – “durante il lockdown internet è stato fondamentale e probabilmente lo sarà anche in futuro ancora di più”. La Cantina Bonfiglio produce ogni annata circa 6 mila bottiglie di vino Faro doc. Una produzione biologica che richiede costi più alti, ma che è più attenta alle tempistiche naturali e con un prodotto finale di maggiore qualità, per il quale i clienti sono disposti a spendere anche qualcosa in più.
Una delle strade per cui si possa pensare di fare agricoltura a Messina, è proprio quella di assicurare un’altissima qualità.
L’agricoltura è una grossa opportunità per la nostra città, potrebbe essere una fonte di guadagno e di salvaguardia ambientale, fermando l’abbandono delle campagne e il conseguente indebolimento del territorio, esposto senza difese naturali agli eventi atmosferici.
L’azienda Bonfiglio è stata colpita dalla tragica alluvione del 2009: “Siamo ripartiti con un grande insegnamento” – Antonio rivive quei giorni – “La natura ci ha fatto capire che dobbiamo resistere e convivere con essa. La sfida del covid-19 è anche questa una nuova sfida da prendere come esempio: abbiamo un problema? troviamo una soluzione per evitare che si riproponga”
“Molti miei amici sono andati via per lavoro, io stesso ero un figlio lontano dalla propria casa. Il lockdown mi ha messo però davanti a un pensiero: siamo stati tanti anni fuori rinunciando alla nostra città e agli affetti, a cercare una prospettiva di un lavoro migliore che non sempre è stato ed è quello che vogliamo, per questo mi sono detto: perché non riprovarci nuovamente, attraverso l’impegno su quello che abbiamo e abbiamo sempre avuto, cioè il territorio? Sono tornato per questo, qui è dove sono nato e dove voglio investire”