TAORMINA. Nella seconda metà di febbraio, in occasione del mese di sensibilizzazione delle cardiopatie congenite, il dottor Sasha Agati primario della Cardiochirurgia Pediatrica del Mediterraneo di Taormina, si è recato in visita in Libia al National Cardiac Center di Bengasi. Ormai da due anni, a causa delle restrizioni prodotte dalla pandemia, l’equipe di medici volontari taorminese è impossibilitata a realizzare missioni umanitarie all’estero. La visita del dottor Agati è stato un modo per fare sentire la loro vicinanza al popolo libico e al personale medico.
Durante il breve soggiorno in Libia, il primario italiano ha visitato oltre 50 bambini affetti da cardiopatie congenite, giunti a Bengasi con ogni mezzo da tutta la Libia, affrontando anche migliaia di chilometri. Fra di loro il piccolo Hamza, bambino di un anno e mezzo affetto da una patologia che di norma viene curata entro pochi giorni di vita. Per il piccolo ogni settimana in più potrebbe essere fatale, è partita così una corsa contro il tempo per tentare di far arrivare il bimbo a Taormina per operarlo, trattamento chirurgico che gli salverebbe la vita. In Libia al momento non esistono strutture in grado di eseguire questo tipo di intervento.
Il direttore generale dell’ASP di Messina dottor Dino Alagna, ha già dato l’autorizzazione al ricovero e al trattamento del piccolo paziente presso il centro cardiologico della riviera jonica. Restano da superare le difficoltà logistiche e burocratiche: “È una corsa contro il tempo” sottolinea Sasha Agati “Abbiamo attivato tutte le procedure di nostra competenza, stiamo cercando di capire come organizzare il trasporto. La Libia è una nazione con ancora evidenti difficoltà logistiche e sociali, ci auguriamo che qualche istituzione si prenda a carico questa situazione e ci aiuti a far arrivare il bambino a Taormina”.