Di Giuseppe Fontana e Silvia De Domenico
Un importo di oltre 16 milioni di euro, una scadenza che è quella del 31 dicembre 2023 e un unico obiettivo: ridurre il numero di famiglie che si trovano in condizioni di disagio abitativo, aiutandole a conquistare un’autonomia lavorativa e sociale in grado di tirarli fuori dalla fragilità economica che vivono.
L’amministrazione De Luca e Messina Social City hanno presentato in mattinata un progetto ambizioso, che già dal titolo tenta di spiegare ciò che vuol raggiungere. Parliamo di “Percorsi nuovi di accompagnamento all’abitare e risanamento urbano”, che attraverso fondi Pon Metro 2014-2020 e Poc Metro vuole dare un vero colpo di spugna al concetto di “baracca”. Dare una soluzione abitativa diversa, quindi, non basta, senza dar modo al cittadino di potersi sostentare e poter uscire da una condizione che rischierebbe di gettarlo nuovamente nelle difficoltà precedenti.
A spiegare il progetto sono stati il sindaco Cateno De Luca, il prefetto Cosima Di Stani, il vicesindaco Carlotta Previti e la Presidente dell’Azienda Speciale Messina Social City Valeria Asquini. Si parla di 2mila 275 nuclei familiari interessati, quelli inseriti negli ambiti di risanamento urbano dal Comune di Messina, a cui si rivolgeranno oltre mille tirocini di inclusione sociale da 850euro mensili per 12 mesi, e 390 voucher formativi da mille e 500 euro ciascuno.
I destinatari saranno quindi accolti e “studiati”, per capirne esigenze e competenze, prima di inserirli nei processi descritti per dar loro modo di acquisire nuove competenze. E queste svariano: dal digitale alla transizione ecologica, dall’agricoltura sociale ai servizi alla persona, ma anche piccola manutenzione o competenze alfabetiche funzionali, multilinguistiche e imprenditoriali.
“Il focus sui baraccati, anche con le borse lavoro che stiamo avviando, ci mette nella posizione di evitare le prese di posizione dei furbi – spiega il sindaco Cateno De Luca – ci consentirà di avere la possibilità di sostenere chi non ha reddito di cittadinanza e di mettere a regime chi ce l’ha. La cultura delle baracche si trascina da oltre cento anni, noi abbiamo il dovere di trovare le soluzioni. La strategia di oggi è per superare la logica dell’alibi: siccome sono baraccato, non pago, non faccio differenziata e non rispetto le regole. Questo alibi non te lo do, ti prendo per mano e ti porto con me, ti aiuto a superare questa fase di transizione perché tu devi essere un cittadino come gli altri”.