di Carmelo Caspanello
Cateno De Luca è sempre più al centro dei “giochi” in vista delle prossime regionali. E’ parte integrande del dibattito negli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Di lui abbiamo parlato con il segretario regionale del Pd Antony Barbagallo, il quale ha “chiarito” il senso della granita presa a Pedara con il sindaco di Messina e il suo braccio destro Danilo Lo Giudice, deputato all’Assemblea regionale siciliana, che ha fatto storcere il naso ai democratici della Città dello Stretto. Contemporaneamente, l’eurodeputato di Fdi Raffaele Stancanelli, mentre dichiarava che non esiste una sua “autocandidatura” alla presidenza della Regione, sottolineava al quotidiano La Sicilia che “i dirigenti del centrodestra non possono non dialogare con De luca, riportandolo alle ragioni dell’unità. Alcune manifestazioni di Cateno De Luca – chiosa Stancanelli – talvolta non si sposano con un profilo di sobrietà. Ma il mio amico Cateno, oltre a un suo consenso, ha intelligenza politica e capacità amministrativa. E non lo si può certo liquidare ogni volta dicendo: parliamo di cose serie. Merita più rispetto e attenzione”. Sin qui Stancanelli.
Con il segretario regionale Antony Barbagallo, invece, siamo partiti dall’incontro con De Luca di un paio di settimane addietro ai piedi dell’Etna. “Non ho nulla da nascondere – esordisce il segretario regionale Pd – se no non lo avrei incontrato nel bar più famoso del mio paese. Ci sono grandi strumentalizzazioni in atto. De Luca è alternativo al Partito democratico e il Pd è unico a Palermo, Catania ed anche a Messina. I consiglieri comunali e il partito a Messina stanno facendo un lavoro egregio. Devo ammettere ed è evidente che il deputato regionale che fa riferimento a De Luca, Danilo Lo Giudice, a differenza di altri che stanno all’opposizione, sta portando avanti una opposizione vera al governo Musumeci. E’ stato determinante per non far passare alcune norme che avrebbero peggiorato molto la situazione e mi riferisco in particolare alla norma sui rifiuti. Tra forze di opposizione c’è un confronto, un dialogo, come è giusto che sia – prosegue Barbagallo – per condividere la strategia di opposizione. Con De Luca ci sono rapporti civili che non hanno indicazioni di natura politica. Ovviamente De luca è un osservato speciale della politica regionale. Attorno a lui può nascere un nuovo polo, certamente alternativo al Pd, che può condizionare pesantemente il destino delle elezioni regionali. Bisognerà capire se De luca e altri soggetti asseconderanno questa idea, cioé che è necessario cambiare il cavallo in corsa”. All’indomani di quell’incontro a Pedara, il Pd messinese, a partire dai consiglieri comunali (finiti pesantemente, e più volte, nel mirino del sindaco De Luca e lo stesso segretario provinciale Nino Bartolotta, hanno chiesto a Barbagallo dei chiarimenti). Quel dialogo non è stato visto bene. So è rimasti spiazzati, insomma. “Ho sempre escluso un dialogo politico – ribatte Barbagallo – e le condizioni sono state sempre queste. Se qualcuno pensa di farci litigare… sbaglia”.
Barbagallo parla poi del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), una sfida che sta portando la maggioranza alla Regione a litigare. “Non è una novità – taglia corto il segretario democratico – che il centrodestra litighi su tutto. Sulle riforme c’è da dire che siamo alla fine della legislatura e ancora non ce n’è una degna di questo nome. Non è nemmeno una novità che litighino anche sul riparto dei fondi. La tensione tra i gruppi parlamentari si percepiva già in commissione Bilancio e Ue. Insomma è arrivata una ripartizione che più che guardare allo sviluppo della Sicilia sembrava guardasse ad una ripartizione elettorale. Ci preoccupa ancora di più che non c’è una visione prospettica per quanto riguarda le strutture strategiche nel Mezzogiorno”.
Critiche al governo regionale anche sulla gestione della Pandemia. Barbagallo parte da lontano: “Non dobbiamo intanto dimenticare che siamo stati gli ultimi a dotare gli operatori sanitari dei dispositivi di sicurezza. Nell’estate del 2020 si registrava in Sicilia una sorta di fine emergenza e il governo regionale agiva a seconda dell’umore della gente, se voleva uscire o invocava chiusure. E si comportava di conseguenza… Per quanto riguarda questa estate, le opposizioni per prime ad inizio luglio abbiamo chiesto a gran voce i controlli con dei tamponi nei porti, negli aeroporti e così via. Musumeci ha disposto con proprio ordinanza solo a fine agosto dei provvedimenti che andavano fatti prima. Compreso l’ingresso negli uffici pubblici con green pass che poi si è rimangiato. Tutti episodi tardivi. Per non parlare delle incertezze che riguardano il mondo della scuola a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno”.
Infine puntiamo l’attenzione sul reddito di cittadinanza. “Mi sono esposto in modo favorevole – spiega Barbagallo – e continuerò a farlo. Se non ci fosse stato, soprattutto in Sicilia, avremmo avuto condizioni sociali molto delicate. E’ stato uno strumento concreto di contrasto alla povertà. Certamente evita che ci siano condizioni di sfruttamento dei lavoratori. Da questo punto di vista il reddito ha messo un argine. Una risposta dovrebbero darla i Comuni, solo 52 in Sicilia hanno presentato dei progetti per l’impiego dei percettori. Sono pochi”.