di Giuseppe Fontana e Silvia De Domenico
MESSINA – C’è passato e ci ha soggiornato Goethe, nell’area che la circonda c’è il secondo esemplare in Italia di Ficus Magnolioides, eppure Villa De Gregorio resta lì, da anni, decenni, abbandonata a sé stessa, al centro del viale Giostra. Doveva sorgere un parco urbano, doveva essere bonificata l’area e, soprattutto, i ruderi dell’antica villa avrebbero dovuto rivivere l’antico splendore ma così, ad oggi, non è. Ciò che resta della dimora è “vestita” da impalcature arrugginite, mentre il giardino intorno, isolato da alte recinzioni metalliche, versa in condizioni pietose, non curato, con erbe altissime a nascondere immondizia di vario tipo, covo di zanzare e insetti.
Eppure nell’aprile del 2012, ci spiegano Pippo Previti e Ivan Cutè, rispettivamente in rappresentanza del Comitato civico “Messina città dimenticata” e presidente della V Circoscrizione, erano stati consegnati i lavori per 1 milione e 800mila euro. L’opera ha poi avuto il via ma non è stata completata. Tra nuovi documenti richiesti e mai prodotti, si arriva al 2019, quando si è avviato un tavolo tecnico tra Arisme e Iacp per tentare di snellire le procedure e riprendere ciò che è stato interrotto. Ad oggi, 2021, è tutto fermo. Quel Parco Urbano Magnolia non ha visto la luce nell’ottobre 2013 come avrebbe dovuto. I giardini “dentro” e “fuori”, i due spazi del parco, di fatto non esistono e attendono lì, scritti sulla carta dei progetti, di nascere. Il Comitato civico continua, invece, la propria lotta per tentare di arrivare all’avvio di questi lavori, con continue richieste agli enti coinvolti: Iacp, Arisme, l’impresa Sidoti, capofila delle imprese che avrebbero dovuto completare i lavori, Soprintendenza e Comune di Messina.
“Questo luogo, se rivalutato, avrebbe dato spazio ai nostri ragazzi – spiega Pippo Previti – è un peccato. L’amministrazione dovrebbe far sedere intorno a un tavolo tutti i soggetti e vedere quali sono i problemi e superarli”. “Non solo case, ma anche servizi e infrastrutture – rincara la dose Ivan Cutè – lo chiediamo già dal 2018 perché valorizzare il territorio porta a un risanamento non solo territoriale ma anche sociale”. La speranza è che l’appello di circoscrizione e comitato non cada nel vuoto, e che lì, intorno ai ruderi antichi di una Messina settecentesca e a un Ficus di oltre 130 anni possa nascere una vera oasi storica, sociale e culturale.