Il dibattito, gli scontri, il sì alla "nuova" Amam. E la beffa di una nuova proroga regionale per l'Ato3

Il dibattito, gli scontri, il sì alla “nuova” Amam. E la beffa di una nuova proroga regionale per l’Ato3

Francesca Stornante

Il dibattito, gli scontri, il sì alla “nuova” Amam. E la beffa di una nuova proroga regionale per l’Ato3

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mercoledì 15 Luglio 2015 - 00:12

Via libera all'Amam in house providing e che si potrà occupare di rifiuti. E mentre consiglieri e amministratori sono stati rinchiusi in aula per un'intera giornata per chiudere l'operazione e salvaguardare i 51 lavoratori Ato3, a Palermo il presidente Crocetta siglava una nuova proroga che, se fosse arrivata solo qualche ora prima, avrebbe potuto evitare il tour de force di ieri.

Una giornata campale. L'operazione Amam ha tenuto l'aula consiliare di Palazzo Zanca in ostaggio per tutto il giorno. Prima in attesa di un parere del dirigente Riccardo Pagano sull'emendamento messo a punto dall'amministrazione per accogliere le indicazioni arrivate dai Revisori dei Conti e ieri dai consiglieri comunali, poi un infinito dibattito che ha ingolfato una seduta che sembrava destinata a chiudersi con un voto favorevole e pressoché unanime. Invece la strada verso la modifica dello statuto Amam è stata fino alla fine piena di sorprese e ostacoli. E la corsa contro il tempo per scongiurare i licenziamenti dei 51 lavoratori Ato3 ha inevitabilmente caratterizzato la seduta. Una corsa che però si è rivelata inutile, o che quantomeno poteva essere evitata se solo la Regione non lavorasse sempre in zona Cesarini. Ieri sera stesso, infatti, da Palermo è arrivata una nuova proroga per l’Ato3. Il presidente Rosario Crocetta ha siglato un’ordinanza che concede addirittura altri 6 mesi di vita agli Ato siciliani, dopo la mini proroga di due settimane fa che aveva scatenato timori e angosce e che ha costretto Palazzo Zanca ad un tour de force per arrivare a questo fatidico 14 luglio con l’approvazione della modifica Amam per poter definire il passaggio in mobilità degli Ato3. Dunque questi due giorni al cardiopalma in aula potevano essere evitati e la discussione sui provvedimenti sarebbe stata sicuramente più serena e approfondita.

Quel che conta però è il risultato. Alla fine, dopo oltre sette ore trascorse sugli scranni, i pochi (e sempre gli stessi) consiglieri comunali hanno confermato quella che era stata la sensazione iniziale: via libera alla modifica dello statuto Amam che da oggi in poi sarà gestita sotto la formula del “in house providing”, quel modello di organizzazione e gestione dei pubblici servizi che le pubbliche amministrazioni adottano attraverso propri organismi, cioè senza ricorrere al libero mercato. In pratica il modello in house providing implica che la società affidataria sia in sostanza nient’altro che una sorta di diramazione organizzativa dell’ente locale, in questo caso il Comune, priva di una sua autonomia imprenditoriale e di capacità decisionali distinte da quelle dell’ente stesso. Nel provvedimento esitato ieri anche il requisito del "controllo analogo", richiesto dai giudici comunitari e ripreso dallo stesso legislatore italiano, che implica un controllo strutturale sul soggetto affidatario quale condizione necessaria e imprescindibile per la configurazione del in house providing. Controllo che può consistere tanto nel potere di nominare la maggioranza dei soggetti che compongono gli ordini di amministrazione, direzione o vigilanza dell’ente in house, quanto nell’adozione di qualsiasi altro mezzo idoneo ad assicurare un’effettiva dipendenza formale, economica ed amministrativa di quest’ultimo rispetto all’amministrazione controllante. Questo sarà da ora in poi il modo in cui l’Amam sarà gestita. I consiglieri sono stati chiamati anche a votare l’ampliamento dell’oggetto sociale della società che adesso potrà anche gestire il settore di igiene ambientale. Ovviamente saranno necessari nuovi provvedimenti per sancire il trasferimento di servizi e personale da Messinambiente e Ato3, quello votato ieri però è senza dubbio una tappa “epocale”, come direbbe il sindaco Accorinti, che segna il primo passo verso la riorganizzazione di servizi e società partecipate che l’amministrazione ha messo a punto in questi mesi esitando una serie di provvedimenti che si muovono nella direzione dell’ormai famosa Multiservizi. E l’importanza del voto di ieri è stata dimostrata dalla presenza al completo dell’intera giunta Accorinti, sindaco compreso, che come nelle grandi occasioni dei bilanci e del piano di riequilibrio ha presenziato dall’inizio alla fine.

La seduta è stata lunga e travagliata perché in fretta e furia l’amministrazione ha dovuto mettere a punto due nuovi subemendamenti che modificavano la proposta di delibera sul controllo analogo e l’emendamento per l’ampliamento dell’oggetto sociale per inglobare i suggerimenti arrivati soprattutto dai Revisori dei Conti che altrimenti avrebbero dovuto porre un parere condizionato che avrebbe sicuramente scoraggiato l’aula. Consiglieri e amministratori hanno dovuto attendere sino alle 17.30 l’arrivo del dirigente alle Partecipate Riccardo Pagano che intanto stava lavorando sul parere alle nuove modifiche apportate alla delibera, parere che poi ha monopolizzato i lavori dell’aula per oltre un’ora perché ritenuto poco chiaro dai consiglieri. Si è innescato un durissimo botta e risposta tra l’aula e il dirigente che si è trovato sotto il fuoco incrociato di molti consiglieri e che alla fine, sotto pressioni e polemiche, ha cambiato quel parere che stava rischiando di bloccare tutto. Tra le modifiche apportate dal vicesindaco Signorino al provvedimento originario quelle chieste dai consiglieri, ovvero cassare tutte quelle parti che facevano riferimento a provvedimenti da adottare in futuro e dunque non inerenti alla modifica statutaria, e quelle chieste dai revisori che hanno indicato la possibilità di prevedere nella composizione societaria la possibilità di ingresso di altri soci sempre rigorosamente pubblici. In discussione anche quattro emendamenti presentati dai consiglieri Nina Lo Presti e Gino Sturniolo che hanno incassato l’ok dei colleghi ad eliminare la parte dello statuto che consente la nomina di un amministratore unico che comporterebbe un eccessivo accentramento dei poteri all'interno dell'azienda. E’ andata male invece all’emendamento che puntava a inserire la valorizzazione di acqua come bene pubblico, considerata dai colleghi come tematica slegata dalla modifica dello statuto. E’ andata ancora peggio sugli altri due emendamenti che la coppia di consiglieri aveva preparato e che però erano sprovvisti di pareri e dunque rischiavano di allungare a dismisura la seduta. Proprio per scongiurare questa ipotesi Sturniolo ha immediatamente annunciato che li avrebbe ritirati per trasformarli in ordini del giorno, poi lo scontro in aula con Pippo Trischitta, alla fine la rinuncia a due proposte che puntavano a creare un fondo dello 0,4% per aiutare i soggetti meno abbienti e l’istituzione di un quantitativo minimo di 50 litri di acqua al giorno da garantire a poveri e morosi.

La corsa contro il tempo per approvare l’atto entro la mezzanotte di ieri soprattutto per garantire il futuro dei 51 lavoratori Ato3 ha condizionato l’andamento dell’intera seduta. Applausi dagli spalti per chi ha dichiarato di votare per senso di responsabilità e per garantire loro un futuro occupazionale, contestata invece Nina Lo Presti che ha duramente attaccato proprio questa veste di urgenza dettata dal pericolo licenziamento con cui è stata agghindata la modifica dello statuto Amam.

Al momento del voto in aula erano solo in 22. Il provvedimento è stato votato praticamente all’unanimità da tutti i gruppi consiliari, tranne il gruppo misto di Antonella Russo, Nina Lo Presti e Gino Sturniolo che hanno scelto la strada dell’astensione. L’Udc di Mario Rizzo, nonostante la presenza centrista fosse praticamente dimezzata, ha annunciato che non consentirà più che a votare gli atti importanti siano sempre gli stessi, i Dr erano solo in due, dimezzata anche l’area di centrodestra, più numerosi i consiglieri di area Pd, probabilmente anche perché più “legati” alle sorti dei lavoratori Ato3. Con 18 favorevoli e 4 astenuti l’aula ha messo la prima pietra per fondare una nuova Amam. Un voto commentato dal neo presidente del Cda Leonardo Termini che ha parlato di un atto importante e che dà forza e fiducia al nuovo Cda nel compiere il proprio mandato con senso di appartenenza alla città. I prossimi passi dovranno essere l’approvazione dei contratti di servizio e del Piano Aro per la gestione rifiuti.

Esito della votazione

Favorevoli: Rizzo, Perrone, Gioveni, Contestabile, Pagano, David, Cucinotta, Vaccarino, Risitano, Fenech, Scuderi, De Leo, Sorrenti, Abbate, Trischitta, Crifó, Sottile, Cantali.

Astenuti: Barrile, Lo Presti, Russo, Sturniolo.

Francesca Stornante

8 commenti

  1. Bene il fatto che i tempi finalmente si slegano dalle continue proroghe di Crocetta. Almeno ne siamo usciti.
    Bene anche il fatto che il nuovo statuto elimina la previsione di cessione ai privati di quote d’azienda.
    Benissimo infine la strada del controllo analogo: più responsabilità politica delle Amministrazioni in carica e meno potere di scelta agli organismi puramente tecnici.
    Avanti così!

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  2. Bene il fatto che i tempi finalmente si slegano dalle continue proroghe di Crocetta. Almeno ne siamo usciti.
    Bene anche il fatto che il nuovo statuto elimina la previsione di cessione ai privati di quote d’azienda.
    Benissimo infine la strada del controllo analogo: più responsabilità politica delle Amministrazioni in carica e meno potere di scelta agli organismi puramente tecnici.
    Avanti così!

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  3. Bene un corno ! Ho seguito lo streaming delle sedute.C’è da rabbrividire, certo non voglio l’Accademmia dell Crusca, ma solo a sentirli parlare cascano le braccia. Inoltre evidenzio il totale scollamento della politica cittadina con la Regione, mentre si correva per l’approvazione ( iatta presciarola ) i dipendenti Ato ricevevano una proroga di 6 mesi. Erano tutti li accalorati a salvare l’occupazione degli integerrimi Ato (qualcuno un giorno spiegherà cosa fanno oltre a trasportare gommoni da riparare,come sono stati assunti etc.)e nel frattempo la mega proroga allontanava qualsiasi rischio. Vorrei anche sapere su atti così importanti dove erano gli altri consiglieri, ricordatevi degli assenti alle prossime elezioni. Renato SVEGLIATI !!!

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  4. Bene un corno ! Ho seguito lo streaming delle sedute.C’è da rabbrividire, certo non voglio l’Accademmia dell Crusca, ma solo a sentirli parlare cascano le braccia. Inoltre evidenzio il totale scollamento della politica cittadina con la Regione, mentre si correva per l’approvazione ( iatta presciarola ) i dipendenti Ato ricevevano una proroga di 6 mesi. Erano tutti li accalorati a salvare l’occupazione degli integerrimi Ato (qualcuno un giorno spiegherà cosa fanno oltre a trasportare gommoni da riparare,come sono stati assunti etc.)e nel frattempo la mega proroga allontanava qualsiasi rischio. Vorrei anche sapere su atti così importanti dove erano gli altri consiglieri, ricordatevi degli assenti alle prossime elezioni. Renato SVEGLIATI !!!

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  5. Tutto secondo copione e cioè tutto come Signorino e comp. avevano deciso nelle segrete stanze. Infatti tutto doveva procedere così: 4 gatti di consiglieri comunali, esercito di assessori e al completo, così come ordinato dal boss Signorino. Fiato sul collo dei dipendenti ATO che sono poi i portavoti dato che sono stati assunti in relazione ai voti portati al politico di turno.Ho scritto i nomi dei consiglieri presenti e li ho incorniciati al muro per potermi ricordare quando mi chiederanno di votarli, scrivetelo anche voi lettori così potrete ricordare gli assenti. Mi sa che è il caso di riprendere i tornelli per evitare che appena le cose vanno male (ed è indubbio) non vi ritroviate con la gente fuori dalla porta che vuole conto e ragione.

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  6. Tutto secondo copione e cioè tutto come Signorino e comp. avevano deciso nelle segrete stanze. Infatti tutto doveva procedere così: 4 gatti di consiglieri comunali, esercito di assessori e al completo, così come ordinato dal boss Signorino. Fiato sul collo dei dipendenti ATO che sono poi i portavoti dato che sono stati assunti in relazione ai voti portati al politico di turno.Ho scritto i nomi dei consiglieri presenti e li ho incorniciati al muro per potermi ricordare quando mi chiederanno di votarli, scrivetelo anche voi lettori così potrete ricordare gli assenti. Mi sa che è il caso di riprendere i tornelli per evitare che appena le cose vanno male (ed è indubbio) non vi ritroviate con la gente fuori dalla porta che vuole conto e ragione.

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  7. Voi che siete sotto la bandiera del Pd e voi del Pdl quando mandate a casa questa giunta con in testa questo sindaco che ha imbrogliato i suoi votanti.
    Non pensate la poltrona o ai soldi ,pensate ai vostri elettori e al vostro credere alle politica.

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  8. Voi che siete sotto la bandiera del Pd e voi del Pdl quando mandate a casa questa giunta con in testa questo sindaco che ha imbrogliato i suoi votanti.
    Non pensate la poltrona o ai soldi ,pensate ai vostri elettori e al vostro credere alle politica.

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