La musica di Roberto Scarcella Perino, un ponte tra Sicilia e America

La musica di Roberto Scarcella Perino, un ponte tra Sicilia e America

giovanni francio

La musica di Roberto Scarcella Perino, un ponte tra Sicilia e America

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giovedì 06 Aprile 2017 - 08:40

Un artista messinese trapiantato a New York presenta la sua musica in prima assoluta

Per la stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, domenica 2 aprile è andato in scena al Palacultura un curioso spettacolo/concerto su musiche originali di Roberto Scarcella Perino, compositore messinese che vive da oltre 15 anni a New York, presente in sala. Lo spettacolo è stato presentato dalla co-produzione della Filarmonica Laudamo Messina, della Casa Italiana Zerilli–Marimò e della New York University.

Il musicista è salito sul palco per spiegare i brani in programma, e non ha mancato di ricordare la sua insegnante di conservatorio, la compianta Sonja Pahor, sicuramente una delle migliori docenti della storia del Conservatorio Corelli. Nella prima parte dello spettacolo è stato eseguito dal pianista solista Giuseppe Bruno la composizione “Constellations”. Si tratta di brevi brani ognuno intitolato ad una costellazione estiva (Cassiopeia, Cygnus, Orion ecc.), preceduti da un “Prologo” e seguiti da un “Finale”. Ha fatto seguito la “Sonata per pianoforte n. 2”, nei tempi “Allegro birbante”, “Come una romanza” e “Tema con variazioni”. Entrambe le composizioni di Scarcella Perino sono caratterizzate da una certa libertà di forma, che, se tradisce in ogni nota l’influenza degli studi classici compiuti dall’autore, nondimeno ammicca alla musica più “leggera”, sulla scorta dei musicisti contemporanei o del secondo novecento che, per reazione alla musica ostica e troppo “difficile” della scuola di Vienna – la dodecafonia di Schoenberg e seguaci, per intenderci – si sono rifugiati in un genere musicale più orecchiabile, melodico, che rispetta i principi della tonalità. La prima parte si è conclusa con il brano “Le passioni dell’aria”, Cantata per coro di voci bianche e pianoforte. Da parte di un coro di bambini, il delizioso Coro di voci bianche “Biancosuono” di “Progetto Suono”, sono stati cantati i vari agenti atmosferici: Grandine, Nebbia, Vento, Afa, Temporale, Brina e Raggio di sole, sui bei testi, adatti all’infanzia, di Federica Anichini. La seconda parte dello spettacolo ha visto ancora protagonista, nei primi due brani, il pianista solista: Giuseppe Bruno ha eseguito dapprima “Metamorfosi”, tratto dalla suite da balletto “Colapesce”. Il brano, come suggerisce il titolo e come illustrato dall’autore in sala, si riferisce alla metamorfosi di Colapesce, in seguito alla maledizione di sua madre, da ragazzo a mezzo uomo e mezzo pesce. La composizione presenta le medesime caratteristiche sopra delineate. Il secondo brano eseguito – “12 Variazioni su Ciuri Ciuri” – è stato composto dal musicista durante i suoi studi classici, e risente notevolmente degli stessi, da Liszt a Schubert a Beethoven. Si tratta di dodici gradevolissime variazioni sul tema della famosa canzone popolare siciliana, di immediata presa sul pubblico, interpretate egregiamente da Bruno, che hanno strappato calorosi applausi del pubblico, sicuramente il brano più gradito della la serata.

Lo spettacolo si è concluso con “Le passioni dell’anima”, azione scenica per coro di voci bianche e pianoforte, su testi ancora di Federica Anichini. La composizione, eseguita a Messina in prima assoluta, consiste in una scena cantata, ove l’anima, interpretata dalla cantante solista Chiara Caravella, apre la sua porta ai vari stati d’animo, che si alternano l’uno e il suo contrario: e così alla Tristezza segue la Gioia, alla Paura il Coraggio, alla Rabbia la Gentilezza, tutti interpretati dal coro di bambini, movimentato da varie azioni sceniche corali. Uno spettacolo gradevole, nel quale abbiamo apprezzato in particolare la naturalezza e disinvoltura del coro di voci bianche, diretto con vivacità ed esuberanza da Agnese Carrubba, e la impeccabile esecuzione del pianista Giuseppe Bruno, protagonista in tutti i brani eseguiti.

Giovanni Franciò

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