Parco Aldo Moro, l’Ingv rivendica il diritto di proprietà. Nuovo accordo o scontro legale?

Parco Aldo Moro, l’Ingv rivendica il diritto di proprietà. Nuovo accordo o scontro legale?

Ma. Ip.

Parco Aldo Moro, l’Ingv rivendica il diritto di proprietà. Nuovo accordo o scontro legale?

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giovedì 08 Gennaio 2015 - 09:18

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia modifica unilateralmente l’accordo raggiunto, senza alcuna condivisione o comunicazione precedente, aggiungendo parti di testo. Tanto che il sindaco Accorinti esprime grande disappunto e chiede un passo indietro. Viceversa sarà contesa legale

Un lungo iter burocratico che sembrava essersi concluso finalmente in modo positivo. Figurarsi. Un primo accordo tra Comune e Ingv, per la restituzione alla città di Parco Aldo Moro, era stato firmato nel gennaio del 2012, tre anni fa, ma alle promesse non seguirono i fatti. Anzi, nell’aprile 2013, l’Ingv aveva richiesto alcune modifiche. Il nuovo accordo venne trovato ad ottobre 2013, con tanto di foto a palazzo Zanca tra le parti sorridenti. Anche in quel caso, però, furono necessari nuovi incontri fino a luglio del 2014 ed all’agognata approvazione da parte della giunta con la delibera dello scorso 5 agosto. Mancava solo la firma dell’Ingv, che è arrivata nel mese di dicembre. Peccato che l’accordo sia stato modificato, con grande disappunto da parte del sindaco, Renato Accorinti: “Lo sforzo di pazienza effettuato non è stato ben riposto – ha affermato – in quanto il Cda dell'Ingv ha modificato, nella forma e nella sostanza, il protocollo dapprima condiviso tra le due amministrazioni, aggiungendo parti di testo che avrebbero riconosciuto un loro presunto diritto di proprietà degli spazi del parco Aldo Moro, sempre rigettato da quest'Amministrazione. Dispiace constatare che questo stravolgimento del protocollo sia stato un atto del tutto unilaterale, non comunicato né condiviso”.

Ed allora cosa succederà adesso? “Il mio auspicio – ha concluso il sindaco – è quello di un rapido passo indietro, nell'ottica di una celere apertura del Centro di ricerca che porterebbe innovazione, studi del territorio e nuove opportunità di lavoro a Messina, recuperando la stesura originale e condivisa del protocollo. In alternativa si agirà in maniera decisa, attraverso le vie legali e il coinvolgimento civico, per una rapida restituzione di questi spazi preziosi e attesi dai cittadini”.

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