De Luca presenta un dossier alla Procura di Reggio: " Vittima di un verminaio,ora basta"

De Luca presenta un dossier alla Procura di Reggio: ” Vittima di un verminaio,ora basta”

Rosaria Brancato

De Luca presenta un dossier alla Procura di Reggio: ” Vittima di un verminaio,ora basta”

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venerdì 23 Dicembre 2016 - 23:01

E' una denuncia contro 31 persone per fatti relativi alla vicenda giudiziaria che riguarda l'ex deputato regionale, arrestato nel 2011. A febbraio la sentenza: "E' un procedimento eterodiretto da un ex giudice e un ex sindaco". In allegato la ricostruzione delle tappe della vicenda.

“In Tribunale a Messina la maggior parte dei magistrati è eccelsa, ma c’è una piccola parte, che potrei definire un verminaio, stando alla mia vicenda giudiziaria. C’è una confraternita bicefala formata da un ex giudice e da un ex sindaco che ha eterodiretto il mio caso. Chi fa politica non può essere distrutto da chi decide, quando, come, in che tempi distruggere la vita di una persona. La mia sorte è stata decisa sin da quando ho iniziato l’opposizione all’allora governatore Lombardo e quando ho presentato una serie di denunce di ogni genere contro tentativi mafiosi di controllo del territorio. Eppure io, né mafioso, né delinquente, né corrotto, sono finito in carcere. Sono vittima di un verminaio e non voglio stare zitto”

Quasi 2 mila pagine di dossier presentato alla procura di Reggio Calabria nei confronti di 31 persone per i reati di: calunnia, falsa testimonianza, tentata estorsione, abuso di potere, falso, omissione ed occultamento di prove in atti giudiziari, 5 anni di vicenda giudiziaria, sono i numeri che l’ex deputato regionale e attuale sindaco di Santa Teresa di Riva Cateno De Luca snocciola in conferenza stampa, affiancato dai suoi legali, Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi.

Non è una decisione facile, perché il dossier viene presentato dopo che la sentenza del processo, prevista per il 7 dicembre, è slittata a febbraio 2017, pertanto la “miccia” potrebbe rivelarsi un boomerang, ma come spiegato dall’avvocato Micalizzi: “abbiamo deciso di rompere gli indugi per avere finalmente chiarezza. Troppe contraddizioni sono emerse in questi 5 anni, grandi lacune. De Luca è stato arrestato in modo plateale, sembrò quasi che ci fosse un giudice innamorato di una tesi da portare avanti ad ogni costo. La Cassazione ha sancito che non poteva essere arrestato ed evidenziò le stesse lacune. Ma quel che più ci inquietò sono state le dichiarazioni rese da un maresciallo dei carabinieri, e messe nere su bianco, che il 25 novembre del 2011 dichiarò d’aver ascoltato un centinaio di proprietari di terreni ma che gli fu detto dalla pubblica accusa di verbalizzare solo quelle contrarie a De Luca. Su questi fatti e su altri abbiamo presentato negli anni scorsi una denuncia alla procura di Reggio, ma non si è saputo più nulla”.

Al centro di tutto c’è quella che De Luca chiama “la supercazzola che si autoriproduce”, ovvero una relazione d’indagine risalente al 2010 in base alla quale il 27 giugno 2011 l’allora sindaco di Fiumedinisi viene arrestato durante una seduta di consiglio comunale. Le accuse: abuso d’ufficio, tentata concussione.

L’inchiesta ruota intorno agli interventi a tutela degli spondali del torrente di Fiumedinisi ed al Contratto di Quartiere II per Fiumedinisi. Nel 2010 due proprietari dei terreni destinati all’esproprio denunciano d’aver subito pressioni dal sindaco De Luca in relazione alle procedure avviate.

“Insieme ai legali, dopo aver vissuto un calvario di 5 anni, senza che nessuna delle mie denunce sia mai stata ascoltata- spiega De Luca- il 25 novembre abbiamo presentato una memoria difensiva e poi un dossier al Collegio giudicante, nel quale abbiamo denunciato quanto accaduto in questi anni. Questi documenti hanno fatto saltare il banco e la sentenza è stata rinviata a febbraio senza motivi evidenti. Sono vittima di una relazione d’indagine fatta da chi non conosceva la materia, né di tematiche urbanistiche. Mi accusano di una tentata concussione fatta nel 2005 ma non si sa perché denunciata nel 2010. E’ un procedimento eterodiretto da chi si era scontrato con me politicamente ed ha deciso di vendicarsi, nel momento in cui mi stavo scontrando con l’allora presidente Lombardo e con la maggioranza dell’epoca, e stavo denunciando che sulle opere di metanizzazione nell’area di Fiumidinisi la mafia aveva iniziato ad interessarsi. Ho chiuso in procura di Messina ben 15 procedimenti, con giudici eccellenti. Ma in questa vicenda ho dovuto constatare che mentre sulle mie denunce è calato il silenzio, sono stato arrestato come un mafioso. Nel dossier presentato oggi a Reggio indico i miei calunniatori, i loro fiancheggiatori e gli organi inquirenti del tribunale di Messina titolari del procedimento penale 4700/2009. Chiedermo al Ministero di Giustizia l’invio di ispettori per accertare l’esistenza del verminaio denunziato e che riguarda per fortuna una minima parte del tribunale di Messina”.

Ci sono omissioni e azioni, silenzi e ritardi, calunnie, testimonianze non accettate e strane coincidenze, tutti elementi posti sempre all’attenzione dei magistrati.

E’ stato l’avvocato Carlo Taormina a ripercorrere l’iter giudiziario e poi concludere “oggi la politica è condizionata dalla magistratura. Ci sono bombe ad orologeria che scattano in tempi precisi, come sta accandendo a Roma o a Milano. De Luca è accusato d’aver proposto ai cittadini in alternativa all’esproprio la possibilità, prevista dalla legge, di aderire al Contratto di Quartiere con vantaggi positivi per gli stessi proprietari. E’ accusato d’aver fatto interventi a tutela degli spondali del torrente in grado di arginare le esondazioni, come dimostrato dai periti e dai fatti. I cittadini lo dovrebbero ringraziare invece è stato criminalizzato. Le sue denunce su tentativi di estorsioni e su interessi della mafia sui lavori di metanizzazione non sono mai state prese in considerazione. In 5 anni a nessuno dei magistrati è mai passato per la mente che almeno una delle cose dichiarate da lui potesse meritare di essere approfondita. Sappiamo bene che anche questa denuncia finirà contro un altro muro di gomma. Come si dice, cane non morde cane. Ma non possiamo stare zitti. La presentazione del dossier al Collegio giudicante a novembre evidentemente ha causato lo slittamento della sentenza. Quel 7 dicembre sembrava di essere in una stazione ferroviaria, tanto subbuglio c’era. Non vogliamo favori, nè favoritismi ma chiarezza su questo processo che sta andando in una direzione rispetto alla quale parlare di obiettività diventa davvero molto difficile. Ora magari, dopo questa conferenza stampa ci arrestano tutti….insieme a De Luca….”

In allegato il download della ricostruzione della vicenda giudiziaria.

Rosaria Brancato

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