Jobs act, “l’inganno delle tutele crescenti, le modifiche allo Statuto, i nuovi ammortizzatori”

Jobs act, “l’inganno delle tutele crescenti, le modifiche allo Statuto, i nuovi ammortizzatori”

Jobs act, “l’inganno delle tutele crescenti, le modifiche allo Statuto, i nuovi ammortizzatori”

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martedì 17 Marzo 2015 - 17:10

Secondo Lillo Oceano, segretario generale della Cgil Messina, i territori del Sud penalizzati dalle nuove misure. Prosegue la mobilitazione della Cgil, lanciata una proposta di legge per i lavoratori degli appalti maggiormente esposti al precariato e con scarse tutele. Giovedì 19 iniziativa pubblica della Cgil di Messina all’Università

I provvedimenti del Governo Renzi sul mercato del lavoro e gli effetti nel territorio approfonditi questa mattina nel corso di un seminario della Cgil di Messina su “Jobs act, l’inganno delle tutele crescenti, le modifiche allo Statuto, i nuovi ammortizzatori” che ha visto l'intervento della segretaria nazionale Serena Sorrentino.

Nel corso del partecipato incontro che si è svolto nella location di Santa Maria Alemanna e che ha registrato gli interventi di giuristi e responsabili del mercato del lavoro del sindacato, analizzate le ricadute dei provvedimenti in vigore in termini di maggiore precarizzazione del lavoro, in una realtà locale che già sconta una forte contrazione del sistema produttivo e dell’occupazione.

Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, nella relazione introduttiva ha evidenziato come “le nuove misure penalizzano i territori del Sud con la cancellazione di incentivi destinati al Mezzogiorno per favorire l’occupazione, aumentando le differenze e le disuguaglianze non solo tra lavoratori ma anche tra una parte e il resto del Paese”.

“Il Jobs act è un provvedimento che toglie garanzie ai lavoratori”, è stato sottolineato con forza. Le ricadute sociali e gli effetti della riforma del Governo sono stati analizzati dalla segretaria della Cgil Sicilia Monica Genovese e dai Docenti di Diritto del Lavoro dell’Università di Palermo, Alessandro Garilli e Alessandro Bellavista.

“C’è il rischio di un nuovo e forte disagio sociale soprattutto in Sicilia”, questa la denuncia lanciata nel seminario anche relativamente alla mancata universalità degli ammortizzatori sociali, al mancato rifinanziamento di alcune misure di protezione che soprattutto nella realtà locale rappresentano unica fonte di reddito per centinaia di famiglie.

In conclusione dei lavori la segretaria confederale Serena Sorrentino ha evidenziato come “si accentuano forme di lavoro precario e come l’impianto del Jobs act sia quello di liberalizzare i licenziamenti”.

Nel seminario è stata rilanciata la mobilitazione della Cgil a sostegno delle garanzie di tutti i lavoratori, contro il Jobs act, con un impegno nella contrattazione, con la proposta di un nuovo Statuto dei lavoratori.

Il sindacato si è già fatto promotore di un’iniziativa, con una proposta di legge di iniziativa popolare, per tutelare i lavoratori degli appalti esposti al precariato, con scarse tutele e che saranno maggiormente colpiti dalle misure del Jobs act perché “si disincentivano di fatto le clausole sociali per l’occupazione nei cambi di appalto”.

Giovedì 19 marzo, nella giornata nazionale di raccolta straordinaria di firme in tutti i luoghi di lavoro a sostegno della “Legge di iniziativa popolare sugli Appalti”, la Camera del Lavoro di Messina organizza un’iniziativa pubblica in programma dalle 9,30 nell’Aula Cannizzaro dell’Università. Parteciperà Franco Martini, segretario nazionale Cgil.

“Gli appalti sono il nostro lavoro. I diritti non sono in appalto”, questo lo slogan della campagna della Cgil che sta attraversando tutta l’Italia con al centro la proposta di legge che punta a creare giuste condizioni di lavoro per migliaia di lavoratori di diversi settori, dalle forniture, ai servizi, alle costruzioni.

La proposta di legge promossa dalla Cgil punta a tutelare i trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori attraverso la responsabilità solidale che chiama in causa i committenti, a contrastare il massimo ribasso attraverso la certificazione e qualificazione degli operatori coinvolti e l’introduzione di norme che impongano il rispetto dei contratti di settore e dei diritti dei lavoratori; a sancire regole che consentano nei cambi di appalto la garanzia occupazionale e il rispetto dei diritti contrattuali.

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