Riflessioni su un “festival” cinematografico ove il cinema è divenuto il grande assente

Riflessioni su un “festival” cinematografico ove il cinema è divenuto il grande assente

Tosi Siragusa

Riflessioni su un “festival” cinematografico ove il cinema è divenuto il grande assente

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domenica 26 Giugno 2016 - 06:20

Il sessantaduesimo festival taorminese ha da poco chiuso i battenti: è stato probabilmente uno dei peggiori di tutti i tempi.

Il sessantaduesimo festival taorminese ha da poco chiuso i battenti: è stato probabilmente uno dei peggiori di tutti i tempi. Ben si possono comprendere le difficoltà legate a carenze di fondi e casse vuote delle amministrazioni coinvolte ed è per qualche verso comprensibile dunque che il privato, attraverso gli sponsor e i partner del mondo imprenditoriale, prenda il timone: ma questa edizione del Taormina Film Fest ha davvero segnato un punto di non ritorno.

Le serate al Teatro antico, sito archeologico del Demanio Culturale Regionale, ove per l’occasione era allocato sul palco un improbabile oggetto fosforescente, sono state per lo più monotone e intrise dì filmati pubblicitari e ripetitivi ringraziamenti di circostanza; Tiziana Rocca, general manager (di un prodotto per lo più scadente) ha celebrato per otto giorni con l’ausilio del direttore artistico Michel Curatolo, il trionfo della banalità, con qualche isolato momento degno di menzione per la partecipazione di artisti – belli anche dentro – quali Richard Gere, Susan Sarandon e Harvey Keitel. Per il resto, solo film di mancato spessore, di mero intrattenimento o con trattazione di improbabili tematiche, hanno scandito ogni serata, con carenza di pubblico presente alla visione, atteso che dopo la presentazione di parata il teatro veniva rumorosamente abbandonato all’inseguimento degli ospiti e tenuto conto che la visione dei film aveva inizio in tarda serata. La serata di “apertura” taorminese, dedicata agli ultimi, per l’occasione in platea nel numero di trecento, sapeva di artificio, come le intenzioni urlate di stipula di accordi per operazioni di salvataggio sociale: l’impronta stessa della kermesse, improntata alla solidarietà, alle tematiche femminili e a quelle ambientali, appariva molto costruita. È rimasto qualche film che si spera di rivedere in distribuzione nelle sale come “Desierto” di Jonas Cuaron e “Ukraine on Fire” di Oliver Stone, proiettati al Palazzo dei Congressi. Qualche breve cenno anche alla terza edizione della “Pre-apertura” messinese – quest’anno tenutasi al Monte di Pietà – che ci si ostina ad accettare, nonostante la città, che pure ha avuto come è noto un ruolo di primo piano nella kermesse nei sempre più lontani fulgidi anni '50, sia ogni volta relegata al margine dei margini. Già parlare di “pre – apertura” di per sé non è significante. La proiezione filmica di “C’eravamo tanto amati”, fresca di restauro, rappresentativa di un’Italia divenuta disillusa dal secondo post conflitto bellico fino agli anni 70’, non è stata partecipata: si intuisce che nelle lontane intenzioni avrebbe voluto essere un omaggio al grande Ettore Scola scomparso quest’anno. Ma non una parola di presentazione ne ha preceduto la visione. Momenti di interesse, oltre il collegamento con il governatore di Herat in Afghanistan e il filmato realizzato da studenti dell’Istituto Seguenza di Messina, omaggio alla città sotto il profilo cinematografico, sono stati costituiti dal cocktail offerto grazie al Gruppo “Caronte and Tourist” e la bella sfilata di costumi e accessori vintage dagli anni '40 agli anni '70, indossati da modelle, professioniste e non, per ripercorrere, integrandoli, i fotogrammi della pellicola. La Brigata Meccanizzata Aosta, per l’occasione scomodata in modo inopportuno, pur avendo dato il meglio, non è apparsa in sintonia con l’ottima passerella. Susan Sarandon, la cui presenza era stata data per certa, non era presente, e si è potuto contare solo sull’eclettica Monica Guerritore, presidente della giuria del festival. Per il resto, la bionda conduttrice, in ritardo e visibilmente frettolosa, ha mancato di rendere nota la presenza nelle salette attigue di due esposizioni fruibili legate all’evento, una di foto sui tempi d’oro del Festival di Messina e Taormina, e l’altra, peraltro allestita per l’occasione, con sontuosi costumi e accessori, tutti riferibili ai periodi 800’/900’ ed alla creatività sartoriale siciliana ed evocativi di set in terra sicula, quali quelli del celeberrimo “Il Gattopardo” (in quella stessa sala erano altresì esposti pannelli didattico – divulgativi sul cinema in Sicilia dal ventesimo secolo all’attuale periodo). Il CIRS – come nelle altre annate – si è intestato l’organizzazione della serata, con destinazione degli introiti alle finalità assistenziali della Casa Famiglia “La Glicine”. È mancato sicuramente un collante, un’anima pensante. Si consiglia caldamente di portare a Messina anche una serata di “post-chiusura”, magari dopo la partenza degli ospiti e senza la proiezione di alcun film! Forse qualcuno pensa che la città, sempre poco reattiva, meriti questo trattamento e una protagonista disinformata, che per tutto il festival (nelle serate taorminesi) ha chiamato sul palco il dott. Filippo Romano quale Commissario Straordinario della Città Metropolitana, nonostante lo stesso abbia più volte sottolineato i nuovi avvicendamenti, con Renato Accorinti sindaco della Città Metropolitana stessa e la propria qualità di rappresentante del solo Consiglio metropolitano.

Infine, la serata del 17 giugno, organizzata dal CRAL “Città metropolitana” di Messina presso il “Belmond Grand Hotel Timeo” sulla pur splendida terrazza, non era certo all’altezza sul piano dell’organizzazione: non vi erano piatti a disposizione degli ospiti del buffet, né punti d’appoggio, ma abbondavano api ronzanti sui cibi e la sola presenza di Ferrari a volontà non poteva certo riuscire a rialzarne le sorti. Quasi tutto da rifare, insomma. E se, come affermato dal compianto Ettore Scola, “il cinema è bello se riesce a leggere la realtà”, probabilmente siamo stati testimonial di una realtà non proprio di prim’ordine.

Tosi Siragusa

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