Sono passati quattro anni dall'alluvione del 1 ottobre 2009 che ha colpito la provincia di Messina, con maggiori conseguenze a Giampilieri e Scaletta Zanclea. L'evento provocò la morte di 37 persone, di cui 6 ancora risultano disperse, e diede il via a una fase di ricostruzione territoriale ancora in atto
Era tardo pomeriggio quando iniziò a piovere. Un temporale di fine estate che, dopo tanto caldo, quasi si desidera. Quello però, a prevederlo, non lo avrebbe desiderato nessuno. Mai. La pioggia è tanta, tanta che non se n’è mai vista, ma nessuno pensa al peggio. La pioggia non si ferma, mentre le persone chiudono bene porte e finestre, altre sono di ritorno nelle loro case, altre ancora – per fortuna penseranno col senno di poi – sono invece lontane e basta. La pioggia non si ferma. Nessuno poteva prevedere quello che sarebbe successo di lì a poco. Alle 18 aveva cominciato a piovere, alle 20 erano caduti 300 mm di pioggia.
Acqua che – diranno poi gli esperti – di solito cade nell’arco di sei mesi. Un’alluvione-lampo è stata definita, un “cumulonembo killer”. E’ arrivata e dopo tre ore si è portata via vite e case, montagne e fiumi, speranze e innocenze. La provincia è in allarme, le montagne crollano, le persone piangono, l’agitazione sale, come fare, come salvarsi, dove passare la notte. Gli sfollati quanti sono? 300, 400, 1000… Dov’è mia moglie, mio padre, mio figlio? La pioggia è arrivata e dopo tre ore si è portata anni vissuti e anni da vivere. Troppo presto, sempre troppo presto. Perché improvvisa, tragica, senza rimedio. Non piove più, ma non c’è più luce e il telefono non funziona e non si può dormire con tutta quella paura e non si può dormire con tutto quel dolore. Non piove più, ma se chiudi gli occhi poi rischi di sognare e se abbassi la guardia poi rischi di sprofondare. Non piove più, ma risuonano le sirene dei carabinieri e delle ambulanze e poi la protezione civile. Non piove più – ma se poi ricomincia – no, non piove più.
Il giorno dopo, la vedi, non la puoi nascondere alla luce del sole. E’ la distruzione. C’è chi è vivo per miracolo, c’è a chi non è bastato neanche quello. Ma tutti hanno sulla pelle le stesse cicatrici e gli occhi nuovi. Le pupille atrofizzate da troppe lacrime e il corpo che incede pesante, sprofondando tra il fango che ha sporcato tutto quello che c’era e non è più. Ma bisogna rimboccarsi le maniche, ripulire, ripulirsi. C’è bisogno di aiuto, tutta la provincia accorre. Bisogna ricostruire, ricostruirsi. Sono passati quattro anni e noi, oggi, possiamo solo ricordare. Il dolore non se ne è andato, c’è ancora un territorio mezzo stravolto a testimoniarlo, e su quel territorio ricade il dolore ad ogni pioggia che, puntualmente, ogni anno arriva in questi giorni. La memoria è importante, la memoria del cuore. Poi, bisogna andare avanti. C’è una speranza, si chiama futuro, rimasto inceppato nelle parole al passato.
Giusy Briguglio
Per la precisione ha iniziato a piovere alle 17 e già alle 18.20 si scatenò l’inferno dalle montagne…abito a Ponte Schiavo e l’ho vissuta l’alluvione
COMMENTO APERTO a R E N A T O sindaco e ing. Sergio DE COLA. Ci sono questioni legate alla cura del territorio e a una economia produttiva bloccata,connesse ai VINCOLI URBANISTICI e alle PROBLEMATICHE IN TEMA DI PROGRAMMAZIONE DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO E DI ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITA’.E’ urgente dare risposte certe ai messinesi,fare chiarezza sulla loro DURATA; REITERAZIONE,in particolare sulla motivazione ed indennizzo,per evitare legittime azioni di risarcimento del danno contro Palazzo Zanca; regime delle aree con VINCOLI DECADUTI,ponendo il problema del regime urbanistico delle aree interessate; dovere di RIPIANIFICAZIONE delle aree a vincoli decaduti,per rispondere a domande come questa: una volta neutralizzata la prescrizione vincolistica preordinata all’espropriazione,a quale previsione conformativa si dovrà fare riferimento agli effetti della determinazione della destinazione edificatoria o meno dell’area nonché della sua effettiva quantificazione? Caro Sergio DE COLA,fare chiarezza su queste problematiche,muoverà un’economia asfittica legata all’edilizia,e può essere un buon viatico in vista del necessario utilizzo dello strumento della PEREQUAZIONE URBANISTICA in vista del nuovo piano regolatore(o sono troppo ottimista?).Lei è del mestiere,così si usava dire una volta, organizzi gli uffici per rispondere alle incertezze dei messinesi.
Quel giorno a Scaletta,il fango spazzò via anche un pezzo della mia vita! Ad oggi pioggia la paura torna prepotentemente nei nostri cuori. Non vi dimenticheremo mai!