C'è una relazione firmata dal dirigente ai servizi sociali Giovanni Bruno che ripercorre le vicende dell'ultimo anno e mezzo e chiede all'amministrazione un preciso atto di indirizzo per l'immediato futuro visto che il 31 marzo scade la proroga. Si ipotizza la chiusura temporanea, l'Orsa sul piede di guerra.
Il rischio è di tornare a rivivere i terribili giorni del dicembre 2012, quando il commissario Luigi Croce aveva deciso di chiudere Casa Serena, scatenando l’ira di lavoratori e anziani che da quella struttura non avevano intenzione di andar via. Da allora è trascorso più di un anno e a Casa Serena cosa è cambiato? Nulla. Si dovevano effettuare gli interventi di messa a norma e la ditta che ha vinto l’appalto non ha ancora neanche firmato il contratto. I lavoratori sono stati posti prima in cassa integrazione al 33% mentre adesso sono in regime di part-time. Molti anziani erano stati trasferiti in altre strutture in attesa dei lavori di messa a norma. Il 31 marzo, come per tutti i servizi sociali, scade la proroga con cui in questi mesi è andato avanti il servizio e in vista di questa importante scadenza a Palazzo Zanca si sono agitate le acque a causa di un documento che ha messo in allerta sindacati e lavoratori.
Si tratta di una relazione firmata dal Dirigente Servizi Sociali Giovanni Bruno e indirizzata al Sindaco Renato Accorinti, all’assessore Nino Mantineo e al Segretario generale Antonio Le Donne, un documento con cui il dirigente chiede espressamente all’amministrazione di decidere che futuro dare a Casa Serena. La relazione ripercorre le vicende degli ultimi mesi, partendo da quel pomeriggio del 31 dicembre 2012 quando in Prefettura venne siglato l’accordo che salvava la struttura da una chiusura che ormai sembrava certa. Di quell’accordo però nulla è stato rispettato perché i lavori, condizione necessaria per mantenere Casa Serena, non sono mai stati effettuati e dunque oggi ci si ritrova con una struttura che funziona per 50 anziani ma che ha il doppio dei lavoratori. Bruno ha poi messo l’accento sui costi che un anziano ha a Casa Serena rispetto alle altre strutture dove in questo momento sono stati sistemati altri anziani: 138,80 euro contro 45 euro. Dunque costi troppo alti, mancanza di requisiti che la qualificano come una struttura a norma, necessità di interventi. Da qui la richiesta rivolta all’amministrazione: indicare il più presto possibile quale strada si intende percorrere pensando ad una eventuale chiusura temporanea già a partire dal prossimo 31 marzo.
L’assessore Mantineo sta attentamente vagliando questa ipotesi, ma ancora non si sbilancia. “Vogliamo rassicurare i lavoratori di Casa Serena perché non abbiamo intenzione di perdere neanche un posto di lavoro. Ma abbiamo necessità di sistemare Casa Serena e di renderla operativa al 100%, non possiamo più sostenere costi così alti a fronte di requisiti di sicurezza così bassi” ha spiegato l’esponente della giunta Accorinti. Dunque l’ipotesi potrebbe essere quella di trasferire temporaneamente i lavoratori in altri servizi, ma al 31 marzo non ci saranno i nuovi bandi e dunque dove potrebbero trovare collocazione? A questa domanda Mantineo ha risposto che in tal caso sarà studiata una soluzione ad hoc per evitare ricadute negative. A Casa Serena però ci sono anche gli anziani. Per loro si dovrebbe trovare una sistemazione in altre strutture della città o della provincia, anche se lo scorso anno proprio questo passaggio fu molto complicato, soprattutto per i pochi posti a disposizione in città.
Al momento resta dunque tutto in sospeso. Oggi a Palazzo Zanca la segretaria dell’Orsa Servizi Francesca Fusco e una delegazione di lavoratori hanno incontrato l’assessore Mantineo per discutere insieme le possibili soluzioni per scongiurare la chiusura. La sindacalista tira in ballo nuovamente anche la Prefettura che un anno e mezzo fa giocò un ruolo fondamentale per lasciare aperta la struttura. “Abbiamo chiesto alla Prefettura la convocazione di un tavolo con l’amministrazione comunale per trovare risposte che siano risolutive e definitive perché i lavoratori non ce la fanno più. Ognuno dovrò assumersi le proprie responsabilità, anche in virtù di quei vecchi accordi che proprio in Prefettura erano stati siglati. “Non abbiamo intenzione di abbassare la guardia e permettere che siano solo i lavoratori a pagare le conseguenze di un sistema che di certo non è stato creato da loro. Chiediamo intanto all’assessorato di dare subito il via ai lavori e vorremmo anche sentire l’opinione del Sindaco Accorinti su tutta la questione” ha commentato Francesca Fusco. D’accordo a spostare la discussione in Prefettura anche l’assessore Mantineo. In quindici giorni si dovrà decidere tutto.
F.St.