Cerimonia di commemorazione per la morte di Paolo Borsellino e fiaccolata. All’iniziativa promossa dal comitato XIX luglio, ha aderito per la prima volta l’università di Messina. I prorettori Saitta e Scribano hanno garantito un nuovo corso all’insegna della legalità, mentre i ragazzi di Atreju indossavano una maglia con scritto “io non faccio esami facili”. Presente anche il sindaco Accorinti.
La memoria da sola non basta. Per cambiare lo status quo della realtà, bisogna farla diventare “maestra di vita”. Così, commemorare ventuno anni dopo la memoria di un giudice nel giorno del suo assassinio rischierebbe di essere retorica, farcita da una buona dose di ipocrisia e di un fondo d’indifferenza, se non incidesse in qualche modo sul modo d’essere delle persone e sull’agire delle istituzioni. Insomma, la differenza tra parole e impegno, come quella tra puro ricordare e portare avanti l’insegnamento della memoria, si calcola, si può dire, nella misura in cui ottiene dei risultati concreti. Può vantare in questo senso risultati concreti per il numero di adesioni, il Comitato XIX Luglio, promotore delle iniziative per commemorare la strage di Via D’Amelio e la conseguente, tragica, scomparsa del giudice Paolo Borsellino insieme ai membri della scorta. Oltre a quelle del Comune, della Prefettura e delle forze armate, il Comitato XIX Luglio – sigla che racchiude una vasta gamma di associazioni – ha registrato, quest’anno, anche l’adesione dell’Università di Messina. Un’adesione formale, che vuole però essere simbolo e annuncio di un cambiamento reale. Le massime cariche dell’Ateneo Peloritano hanno partecipato ad entrambi i momenti in cui la commemorazione è stata divisa: la deposizione del cuscino di fiori ai piedi dell’albero “Borsellino” a Piazza Pugliatti e la fiaccolata serale, partita da Piazza Castronovo per finire alla rotonda intitolata alle vittime e martiri della mafia sul Viale Giostra. Il Magnifico Rettore, Pietro Navarra, ha partecipato, per un tratto, alla fiaccolata, dietro la foto di Borsellino e lo striscione “Paolo Vive”.
Dopo l’ennesimo scandalo che ha coinvolto l’Ateneo, con l’operazione Campus, e il conseguente “furto di speranza ai danni dei giovani” – come ha denunciato l’associazione antimafia AddioPizzo – la partecipazione di Rettore e Prorettori alle celebrazioni per la morte di un esempio di legalità e trasparenza, qual è sempre stato Borsellino, è indice della volontà di cambiamento nel rispetto delle regole e della legalità. Questa mattina, intorno all’albero d’ulivo piantato per Borsellino nel 2007 dai ragazzi dell’associazione universitaria Atreju, il pro-rettore vicario Emanuele Scribano ha dichiarato che: “Questa iniziativa è importante perché significa che i giovani vogliono affrontare con forza e coraggio i problemi della società. Quest’alberello d’ulivo è un simbolo per ricordare tutti gli uomini che sono morti quel giorno”. E della necessità di un “comune impegno per affermare il primato delle regole e della legalità”, ha parlato il Pro-rettore con delega alla Legalità, Antonio Saitta. Nel frattempo gli studenti di Atreju indossavano una maglia con scritto.: “Io non faccio esami facili”. Siamo qui per commemorare il più grande eroe siciliano – spiega Antonio De Domenico, studente dell’associazione ‘Atreju’ – come lo sono tutte le vittime di mafia, esempi per la nostra generazione, una molla che serve a spingerci ad amare questa terra, a voler fare qualcosa per migliorarla, invece di andare via È arrivato il momento di rialzare l’università per fare in modo che Messina torni ad essere un’eccellenza. Messina riparte dall’università e l’università dalla partecipazione di noi studenti”. Oltre al sindaco, hanno assistito all’omaggio floreale, i rappresentati delle forze dell’ordine, il presidente della corte d’Appello Nicolò Fazio, il procuratore generale facente veci Brigulgio, il presidente del Tribunale, dottoressa Muleti,il vice prefetto Minutoli e i rappresentanti degli ordini degli avvocati, architetti ed ingegneri.
La fiaccolata che quest’anno ha risalito il Viale Giostra, è stata partecipata e suggestiva, con le fiaccole accese e la lettura di brani tratti dal libro “Paolo Borsellino. Silenzi e Voci”, realizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Palermo. “Ogni anno scegliamo un percorso simbolico”, spiega Ferdinando Croce, del comitato promotore dell’evento. Se l’anno scorso la fiaccolata si è unita direttamente alle celebrazioni per il ventennale della morte a Palermo, due anni fa il percorso ha compreso la Zona Falcata, per invocarne il recupero. Tappa quasi obbligata, quest’anno, la rotonda intitolata di recente ai caduti per mano mafiosa, su suggerimento dell’ex presidente del consiglio Pippo Previti. Lì ad aspettare il corteo, i ragazzi dell’istituto dei Salesiani Villa Lina. “Quando siamo arrivati erano tutti qua ad accoglierci con gli striscioni. Non era organizzato, è stata una bellissima sorpresa” commenta Ferdinando Croce.
Assente per contingenze lavorative il sindaco Renato Accorinti, che ha partecipato, però, all’iniziativa della mattinata, approfittando dell’occasione per lanciare un monito: “ La vera democrazia è la partecipazione, quando c’è un controllo da parte del popolo verso tutto e tutti. È dovere di ogni cittadino partecipare senza scelte di campo elitarie o prese di posizione. Non dobbiamo essere di parte, ma dobbiamo essere per tutti. Vorremo che la macchina dilaniata e bruciata di Falcone a Capaci fossi qui, l’abbiamo richiesta per averla in piazza, come monito per la mafia che è ancora intorno a noi”. Un invito a non abbassare la guardia tenendo sempre in mente che: “Mafia e Stato o si combattono o si mettono d’accordo”(cit. Borsellino). Chi ha sfilato dietro lo striscione “Paolo Vive”, opta decisamente per la prima opzione… (Eleonora Corace)