La struttura a lui intitolata è chiusa dal 2007 e ancora si attendono i soldi per i lavori, il sollecito di Atreju
Il mese di gennaio si apre – come ogni anno – con la commemorazione che la comunità studentesca di “Atreju” organizza per il prof. Matteo Bottari, barbaramente ucciso il 15 gennaio del 1998.
Un omicidio a cui ancora oggi purtroppo manca un colpevole e che ha indelebilmente segnato una pagina buia della nostra Università e della nostra città.
Se da un lato dopo ormai 26 anni ancora nessuno ha pagato per questo crimine, “vi è l’ulteriore beffa dello studentato di Via Cesare Battisti che porta il nome del professore scomparso, da anni chiusa in attesa di ristrutturazioni e con continui rinvii di apertura da parte della Regione Siciliana” – ricorda Atreju.
“Una struttura che ad oggi sarebbe fondamentale per gli studenti del nostro Ateneo, dato che, numeri alla mano, gli alloggi consegnati al corpo studentesco sono appena 275, divisi tra gli studentati di Annunziata, Papardo e Gravitelli, con tantissimi ragazzi idonei, ma non attualmente beneficiari.
In rappresentanza di chi avrebbe il diritto di ottenere un posto letto, ma non ne avrà momentaneamente la possibilità, chiediamo una data definitiva in cui la casa dello studente sarà finalmente fruibile per lo scopo per cui è stata concepita.
Il crimine commesso nei confronti del professore Bottari, è rimasto il ricordo di uno dei periodi più cupi della nostra università e per questo vorremmo che tutti gli enti responsabili si facessero carico di non far diventare la struttura di via Cesare Battisti altro simbolo di una delle opere incompiute della nostra terra, condannando l’ormai compianto professore ad un ulteriore ingiustizia che porta il suo nome”.
La Regione Siciliana ha deliberato il finanziamento per i lavori il 4 agosto 2022 ma ancora da un anno e mezzo si attende il via libera.