Nel 112esimo anniversario del terremoto il video che ripercorre attraverso gli articoli dei cronisti dell'epoca la tragedia che rase al suolo Messina.
IL VIDEO– 28 dicembre 1908 Ore 5:21 – La terra trema per 32 secondi e cancella d’un colpo la storia millenaria di una città. In questo video, prodotto con il patrocinio del Comune di #Messina, i giornalisti della stampa messinese leggono gli articoli scritti dai cronisti della stampa Nazionale giunti in riva allo Stretto nel 1909. A cura degli Assessorati alla Cultura e alla Protezione Civile.
Nell’anniversario del terremoto che distrusse Messina, l’amministrazione, l’assessore alla cultura Enzo Caruso, insieme all’assessore alla Protezione civile Massimo Minutoli hanno voluto ricordare i tragici momenti con un video. E insieme alle immagini delle macerie e del dolore scorrono anche le parole di chi in quei giorni raccontò la tragedia di un popolo. Sono le parole dei cronisti dell’epoca senza i quali tante altre storie, meschine o grandiose, non le avremmo mai conosciute. Iniziò in quei pochi secondi quello che poi venne definito “il duplice flagello“, la mano degli uomini che oltraggiò oltre quello che aveva fatto la natura. Ma questa è un’altra storia, scritta nel 1909 e negli anni a seguire. Oggi, 28 dicembre 2020 mentre siamo attoniti di fronte ad una pandemia che tanto dolore sta disseminando ricordiamo quei 32 secondi, dai quali comunque Messina è risorta.
Video molto bello ed emozionante. Vorrei annotare che all’inizio del video vi è un’immagine del Duomo pre-terremoto con il Campanile che era già stato demolito nel 1863 , l’architetto Fiore in sostituzione realizzò due campanili sopra le absidi laterali e la cupola al centro .
C’è una leggera inesattezza: il duplice flagello è il titolo di un libro dello scrittore messinese Giacomo Longo (a cui è stata dedicata una via nei pressi di viale Boccetta) che indico’ gia’ all’epoca nei due flagelli il terremoto ed il Governo Italiano (segnatamente critico’ l’operato del Generale Mazza che comandava il 24simo Artiglieria). Addirittura sfidò a duello un cronista del Secolo XIX di Genova che riteneva un “enorme sacrifizio” per lo Stato la ricostruzione di Messina, meglio un monumento nella spianata davanti al porto “per testimoniare ai posteri Messina che fu…”.