Una scoppiettante rappresentazione, tragicomica, che si è avvalsa della drammaturgia, della resa attoriale e della regia di Sgroi e Bernava
Ad Alice Sgroi e Francesco Bernava è riferibile la riuscita drammatizzazione, prodotta dal catanese MezzAria Teatro, portata in scena l’11 luglio nell’ormai noto Cortile del Palazzo Calapai – D’Alcontres, liberamente ispirata ai racconti di Charles Bukowski, ad alto tasso erotico. I due autori dello script ne sono stati anche ottimi interpreti, maneggiando con maestria un materiale esplosivo e incandescente, un congegno dialettico che si è palesato agli spettatori – come sempre assai numerosi e partecipativi – attraverso tre storie accomunate dal “fil rouge” di voler sondare il denso magma che scaturisce dal rapporto fra il maschile e il femminile, e ne hanno altresì curato la direzione.
Verosimilmente l’intitolazione rimanda al bicchierino di liquore puro che si ingerisce in un sol colpo – ed è un termine in uso in un campo semantico familiare agli inglesi, ma esteso anche altrove – come tutto d’un fiato vanno assaporate le tre brevi performance.
Si è discettato su “quel tipo di movimento”, che determina incontro dei corpi e degli individui nella coppia, sempre con elegante ironia, con un linguaggio essenziale, spontaneo e privo di filtri..e abbiamo ritrovato intatta la poetica di Bukowski, ed il suo” Dirty realism” ; e così, con l’ausilio di elementi scenici ben misurati, di colore rosso, in evidente contrasto con il nero, protagonista- gradazioni coloristiche, queste, riprese anche negli abiti e negli accessori indossati dai protagonisti- si sono snodate tre situazioni, tutte contrassegnate da un riuscito amalgama letterario, ove il sesso si è fatto magma viscerale fra due esistenze calate nel contesto universale. Le musiche, melodie di repertorio, ben conosciute, hanno segnato i confini tra gli episodi.
In “Time-Lapse” un uomo e una donna ripercorrono il loro rapporto affettivo, fin dai primi istanti, e il circuito entro cui si muovono, pur apparendo chiaramente ripetitivo, è arricchito ad ogni ripartenza da una rinascita che, pur se piccola, è sussistente.
“Trentacentimetri” affronta poi la trasformazione di un uomo in oggetto sessuale da parte della sua donna, una biondona prorompente, attraverso un amore surreale, cannibalistico, di morbosa connotazione, certo, ma che è pur sempre, ove vissuto con naturalità, una forma di sentimento, rientrante cioè nelle sue molteplici sfaccettature. Peraltro dallo spettacolo teatrale è stato tratto il corto teatrale “Trentacentimetri”, che è risultato vincitore del Premio “Miglior regia” al Festival Nazionale napoletano “O Curt”.
“Scotch and Seta”… infine, con una lei che esercita il mestiere più antico del mondo – sempre in abiti succinti – e un lui che ne accetta tali impieghi erotici e tutto il relazionarsi diviene scoperta e movimento, che talora è evolutivo, tal altra involutivo, fino al tragico finale.
Un altro obiettivo centrato, questa piece, che ha aperto il “Cortile Teatro Festival”, in adesione alla rete di Festival Siciliani “Arcipelago”, e che nella attuale XI edizione riporta quale sottotitolo “Forma e sostanza” e presenta carattere di multidisciplinarietà, con contenuti trasversali che, oltre al teatro puro, involgono altresì la danza, interventi performativi, installazioni sonore e il circo contemporaneo, ove ogni forma genera nuovi elementi che, evolvendo, diventano altre forme.
Roberto Zorn Bonaventura e Giuseppe Giamboi sono gli ideatori della felice rassegna- con il primo anche direttore artistico e il secondo che continua a assicurare interazione attraverso l’ottima ristorazione del proprio locale “A Cucchiara”- unitamente a Nutrimenti terrestri, Multisala Iris, Lido Horcynus Orca e il sostegno della Rete di drammaturgia “Latitudini” e di Caronte-Tourist.