Rifiuti. Addio agli Ato, si riparte dagli Aro nella provincia jonica

Rifiuti. Addio agli Ato, si riparte dagli Aro nella provincia jonica

Giusy Briguglio

Rifiuti. Addio agli Ato, si riparte dagli Aro nella provincia jonica

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lunedì 30 Settembre 2013 - 10:05

Da domani gli Ato non saranno più operativi e verrano sostituti dalle nuove società di regolamentazione dei rifiuti. Quanto tempo ci vorrà però prima che il cambio divenga effettivo?

Oggi 30 settembre gli Ato chiudono definitivamente i battenti per lasciare posto alle neo Società di regolamentazione dei rifiuti, le Srr. La gestione cambia finalmente volto, nella provincia jonica gli Aro (Ambiti di Raccolta Ottimale) sono pronti a “spazzare” via gli Ato, dopo una delle estati peggiori dal punto di vista dei rifiuti per tutta la riviera.

E’ chiaro che il cambiamento non avverrà nel giro di un giorno e che per gli adempimenti formali sarà sicuramente necessario un periodo di transizione affinché si proceda alla regolamentazione delle nuove società. Nel frattempo, quindi, i comuni dovranno provvedere alla pulizia con mezzi e uomini a disposizione, in attesa di stabilire metodi di raccolta e se gestire il servizio in house o affidarlo a ditte esterne.

In sostanza, si dovrà definire puntualmente l’assetto pratico e sperare che sia efficace. La novità, infatti, fa ben sperare in un miglioramento della pulizia dei paesi, ma anche nei nuovi metodi di raccolta. La più gettonata è la porta a porta, ma ancora poco si conosce dei dettagli organizzativi. La svolta è già nel dire “addio” agli Ato, almeno per quanto riguarda il nostro territorio. Altrove, infatti, le nuove Srr non sono viste di buon occhio. D’altronde, ciò che fa guardare ottimisticamente alle nuove società è più l’esperienza fallimentare degli Ato che non una piena fiducia nella nuova forma di gestione.

Ma è ancora troppo presto per giudicarne pro e contro. Sarà meglio però non deludere le aspettative dei cittadini che hanno ricevuto in questi giorni la prima rata della Tares e ne attendono altre tre. Molti comuni che navigano in acque basse hanno dovuto alzare il tetto massimo della nuova imposta sui rifiuti che oltre a coprire il servizio raccolta e di smaltimento finanzia anche i servizi indivisibili forniti dal comune, come illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, aree verdi ed edifici, pubblica sicurezza. Tutti quei servizi erogati dagli enti comunali e per i quali si “giustifica” l’aumento di 30-40 centesimi per metro quadro.

Giusy Briguglio

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