La corsa per il Consiglio comunale: grandi esclusi e destini in bilico

La corsa per il Consiglio comunale: grandi esclusi e destini in bilico

Francesca Stornante

La corsa per il Consiglio comunale: grandi esclusi e destini in bilico

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giovedì 14 Giugno 2018 - 10:58

Per avere la fotografia completa del nuovo consiglio comunale si dovrà attendere il ballottaggio, ma è già chiaro il quadro che emerge dalle urne. Consiglio comunale uscente e amministrazione Accorinti i grandi bocciati dagli elettori. E nonostante tanti buoni risultati personali, sono numerosi i big che restano fuori

New entry, sorprese, grandi esclusi. In attesa del ballottaggio, i riflettori sono tutti puntati sulle liste e sui numeri che porteranno i 32 nuovi consiglieri sugli scranni di Palazzo Zanca. Per sapere con certezza chi entrerà in aula consiliare per i prossimi 5 anni si dovrà attendere l’esito del ballottaggio perché a seconda di cosa accadrà ballano diversi seggi che potrebbero andare alle tre liste del centrodestra in caso di vittoria di Bramanti, che potrebbero far salire il numero dei 5Stelle da 5 a 7 in caso di vittoria di De Luca, o che addirittura potrebbero far schizzare la presenza degli eletti, sia dei 5Stelle o delle liste del centrosinistra che hanno superato il 5% in caso di apparentamento con De Luca, che nelle ultime tre sere ha lanciato messaggi d’amore a tutti i suoi ormai ex competitor, consiglieri comunali di tutti gli schieramenti, cittadini “per amore della città”.

In attesa della ripartizione esatta però ci sono già delle certezze. La prima è che il consiglio comunale uscente è stato sonoramente bocciato alle urne. Su 40 consiglieri che sono stati in aula durante l’amministrazione Accorinti, ben 26 ci hanno riprovato in queste elezioni. Ci hanno provato anche tutta la giunta Accorinti e due consigliere uscenti del gruppo di CMdB. Ma i risultati per i “big” non sono stati eccellenti.

La più grande sconfitta è senza dubbio per l’amministrazione uscente che non solo non ha portato Accorinti a giocarsi quantomeno il ballottaggio, ma resta fuori totalmente dall’aula perché le tre liste non hanno superato il 5%. Buona la prestazione in lista di Renato Accorinti che incassa 865 voti, il secondo più votato è stato il vicesindaco Gaetano Cacciola con 598 voti, dietro di loro Federico Alagna con 518 voti, Nina Santisi con 509 voti e poi Guido Signorino con 337 voti, Daniele Ialacqua con 308 voti, Sergio De Cola con 223 voti. Ancora più giù scarsa prestazione per Sebastiano Pino che si è fermato a 51 voti, mentre solo 17 i consensi incassati dal reggino Enzo Cuzzola. Tra i più votati delle tre liste accorintiane spicca Ivana Risitano con 697 preferenze e il consigliere uscente della VI circoscrizione Giuseppe Sanò che ha incassato ben 626 voti, si è fermata a 247 voti Cecilia Caccamo. Tra i candidati delle tre liste a sostegno di Accorinti c’erano anche la moglie di Guido Signorino, Marina La Rocca, l’ex Pd Guglielmo Sidoti, il presidente di MilleVetrine Sandro Penna, il “consigliere” e amico del sindaco Giovanni Calabrò, così come era stato presentato nel programma di Concita De Gregorio.

Restano fuori alcuni veterani dell’aula consiliare, a cominciare da colei che è stata presidente del Consiglio comunale negli ultimi 5 anni. Guardando alle liste, Emilia Barrile è stata indiscutibilmente la candidata più votata con i suoi 2312 voti, ma questo non sarà sufficiente per vederla di nuovo in aula perché la lista LeAli è rimasta sotto il 5%. Quindi una buona affermazione personale, quasi mille voti in più rispetto al 2013 quando già era stata la consigliera più votata, ma Palazzo Zanca resterà un sogno infranto. Così come le porte resteranno chiuse per l’ex consigliere comunale Peppe Chiarella e i suoi 529 voti e per il consigliere uscente della VI circoscrizione Tonino Macrì.

Resta fuori anche l’altro candidato sindaco che come Emilia Barrile ha tentato questa impresa solitaria: Pippo Trischitta. Anche lui veterano dell’aula, non tornerà su quei banchi che lo hanno visto per cinque anni urlare contro il sindaco per isole pedonali, maglietta Free Tibet e barrette Kinder e allo stesso tempo votare tutti gli atti importanti che hanno permesso a questa amministrazione di andare avanti. Bocciate entrambe le liste che lo hanno sostenuto a sindaco, non spicca neanche la sua prestazione personale che si ferma a 223 voti di lista.

Un altro consigliere che resta fuori dopo essere stato tra i protagonisti più discussi di questi cinque anni è Daniele Zuccarello. Aveva iniziato la sua campagna elettorale già mesi fa con Missione Messina, un progetto che gli aveva anche fatto sfiorare l’idea di tentare la candidatura a sindaco. Poi il passo indietro e l’approdo nella lista Insieme X Me di Nino Germanà, una delle dieci liste di centrodestra che però si è infranta contro lo sbarramento del 5%, Zuccarello non tornerà in aula nonostante i 783 voti incassati. Nella stessa lista exploit di Giusy Marabello, fedelissima di Germanà, che ha superato i mille voti, scarsa affermazione invece per Franco Tiano che addirittura inizialmente voleva proporre una sua lista civica e che alla fine ha incassato solo 40 voti.

Rimanendo nell’area di centrodestra è la lista Peloro 2023, di matrice genovesiana, a collezionare il più alto numero di esclusi eccellenti. Nonostante i discreti risultati personali, restano fuori i consiglieri uscenti Simona Contestabile con i suoi 773 voti, Mariella Perrone con 686 voti, Pietro Iannello con 664 voti, Carlo Cantali con 523 voti, ma anche Paolo Bitto espressione di CapitaleMessina con 556 voti.

Ha sfiorato il 5% senza riuscire a superare lo sbarramento anche Diventerà Bellissima, la lista ispirata al presidente della Regione Nello Musumeci. Anche qui resta fuori la consigliera uscente Daniela Faranda con i suoi 528 voti, ma anche il giovane consigliere della IV circoscrizione Daniele Travisano che aveva ricevuto il testimone dall’uscente Piero Adamo e che ha incassato però un’ottima affermazione con ben 886 voti. Tra i volti noti di questa lista che non ce l’hanno fatta anche Nello Caruso nonostante i suoi 767 voti, il medico Silvano Arbuse che aveva tentato il ritorno a Palazzo Zanca dopo oltre vent’anni, l’ex consigliere provinciale ed ex vice sindaco di Rometta Giuseppe Laface.

Con OraMessina, l’altra lista genovesiana ma che portava più l’impronta del deputato Luigi Genovese, ritorneranno in aula gli uscenti Francesco Pagano e Pierluigi Parisi, ma non ce la fa con i suoi 244 voti l’ex consigliere comunale Paolo Saglimbeni che ci aveva riprovato in queste amministrative.

Fuori dai giochi anche l’ex assessore provinciale dell’era Ricevuto, Daniela Bruno, e l’ex assessore della giunta Buzzanca, Pippo Corvaja che avevano scelto Noi Con Salvini, stessa sorte per l’ex deputato Marcello Greco che ha corso con i Popolari e Autonomisti di Roberto Corona, non ce l’ha fatta neanche Rosy Danzino, ex consigliera provinciale, con Fratelli d’Italia. Resta in bilico il destino di Rita La Paglia, consigliera uscente che era approdata in Forza Italia e che troverà spazio in aula solo in base all’esito del ballottaggio, mentre trovano ampia conferma con oltre mille voti a testa gli storici Giovanna Crifò e Benedetto Vaccarino.

Tantissimi anche i big che se la sono giocata nelle sei liste del centrosinistra. Tre hanno superato il 5% e si preparano a fare il loro ingresso in aula. Nel Pd ottima l’affermazione degli uscenti Claudio Cardile e Libero Gioveni che torneranno tra gli scranni insieme a Felice Calabrò che scalda i motori per rientrare a Palazzo Zanca dopo la débâcle del 2013. Sul filo del rasoio se la contendono ancora gli uscenti Gaetano Gennaro con i suoi 577 voti e Antonella Russo con 554 voti, sicuramente fuori altri due consiglieri uscenti, il veterano Angelo Burrascano e Giuppi Siracusano.

Tra le fila del Pdr Sicilia Futura di Beppe Picciolo non ha trovato riconferma Nino Carreri, altro consigliere storico di Palazzo Zanca che si è fermato a 399 voti. Come lui anche Alessandro La Cava resta fuori, mentre è ancora sul filo il preside ed ex sindaco di Villafranca Tirrena Piero La Tona che ha incassato 503 voti.

Con LiberaMe, la lista di matrice universitaria, tornerà in aula l’ex consigliere comunale Nello Perglizzi, resta in bilico l’ex vicesegretario del Pd Alessandro Russo, non ce l’hanno fatta invece l’e consigliere provinciale Nino Previti e l’ex consigliere e assessore Giorgio Muscolino.

Si è fermata poco sopra il 4% la lista Saitta Sindaco e quindi nessun seggio per Antonio Saitta, l’ex accorintiana Lucy Fenech che nel 2013 era stata la più votata tra le fila di Accorinti e che con Saitta ha incassato 253 voti, fuori anche il battagliero architetto storico Nino Principato e l’uscente consigliere della IV circoscrizione Maurizio Guanta.

Deludenti i risultati della lista Articolo1 che si è fermata sotto il 2% e che aveva al suo interno Maria Flavia Timbro, vicesindaco designato da Saitta, l’ex segretario provinciale del Pd Giuseppe Grioli, il consigliere uscente della III circoscrizione Santi Interdonato, il coordinatore di Articolo 1 Domenico Siracusano, lo storico esponente Pd Angelo Libetti e Raffaella Spadaro dei Verdi. Stesso risultato per la lista Impegno Civico in cui correvano l’ex assessore provinciale Michele Bisignano e il professor Giuseppe Fera.

Francesca Stornante

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