Un gruppo di giovanissimi studenti italiani, tutti under 30. Tra di loro anche un messinese. Ambiziosi e con uno sguardo che ha deciso di varcare confini geografici, linguistici e culturali per arrivare a posarsi fino in Guatemala. Hanno fondato una onlus che si chiama “Comparte”, hanno abbinato anche una piccola azienda ribattezzata “zeroCO2”, hanno messo insieme competenze diverse apprese nelle aule dell’Università di Bologna e hanno dato il via ad un progetto che mira a promuovere sviluppo economico, educativo e sociale nella regione del Peten, una zona rurale particolarmente svantaggiata del Guatemala.
«Era evidente che non ci fosse bisogno di fondare l’ennesima onlus» ci dice il fondatore Andrea Pesce. «Comparte è nata durante un pranzo tra amici e colleghi italiani e guatemaltechi,con l’obiettivo di portare l’innovazione scolastica e culturale in contesti ad alto deficit sociale. Di pari passo cammina zeroCO2, un esperimento di solidarietà umana e ambientale. Con zeroCO2 vogliamo dare a tutti la possibilità di piantare un albero e vivere in modo eco-sostenibile».
A raccontarci con entusiasmo questo progetto, sperando di riuscire a farlo conoscere a più gente possibile, è Francesco Leva, il messinese del gruppo. Ha conosciuto Andrea Pesce sui banchi dell’Università di Bologna, dove ha studiato Relazioni internazionali. E ha deciso di sposare questo cammino che punta a creare un filo diretto tra Italia e Guatemala Con loro la vicepresidente e pedagogista Irene Culcasie Virgilio Galicia Gregorio, referente indigeno in Guatemala.
«Ci tengo a parlare alla mia città di queste iniziative perché voglio raccontare cosa facciamo e perché ci siamo buttati in questa avventura» dice Francesco, che spera anche di stimolare anche un po’ di generosità dei messinesi rispetto ai progetti che stanno mettendo in campo.
PERCHÉ PROPRIO IL GUATEMALA?
«Perché è un paese che è stato segnato per 36 anni da una guerra civileche ha avuto ricadute sociali e politiche devastanti. Perché abbiamo capito che è un Paese in cui vale la pena fare attività cooperativistica. Perché abbiamo trovato grandissima disponibilitàdelle persone del posto a farsi aiutare».
I progetti sono diversi e si muovono su binari separati, anche se l’obiettivo finale è quello di riuscire a dare alle comunità indigene del luogo i giusti strumenti per essere autonomi sotto il profilo economico e più evoluti sotto quello culturale. Una serie di sfide che piano piano si stanno iniziando a concretizzare.
RIFORESTAZIONE
Comparte Riforestazioneè uno dei primi progetti messi in campo dalla onlus insieme alla zeroCO2.. Il Guatemala è un’area che per decenni è stata sfruttata solo per monocolture di palma da olio, prodotto che ultimamente non ha più fatto breccia nei mercati internazionali. Inoltre si tratta di zone che sono state vittima di distruzioni massive delle foreste, dunque da qui l’idea di piantare alberi diversi con un duplice effetto: ridurre le emissioni di CO2 e creare nuove opportunità di lavoro per i contadini delle comunità indigene presenti. Queste comunità avranno la possibilità di mangiare e vendere i frutti delle coltivazioni di cui si occuperanno. «Seguiamo in prima persona nel nostro vivaio in Guatemala la crescita degli alberi i primi mesi, successivamente li innestiamo per renderli produttivi in tempi più brevi e li consegniamo alle comunità contadine con le quali collaboriamo. Nei mesi precedenti alla consegna ci occupiamo di fare formazioni nelle comunità coinvolte».
UNIVERSITA’
«Dopo aver messo in campo il progetto di riforestazione, ci siamo resi conto che in quelle zone la situazione sociale è drammatica. C’è un tasso di alfabetizzazione bassissimo. Su 13 Università presenti nel Paese solo una è pubblica e con pochissime risorse. Quindi abbiamo creato “Comparte Universidad” per favorire lo sviluppo sociale ed educativo». Francesco ci spiega che anche questo progetto si muove su due direzioni: a livello universitario è stato firmato un accordo con l’Università pubblica di San Carlos che prevede un interscambio tra Europa e America Latina attraverso seminari, workshop e lezioni tenuti da esperti e docenti universitari europei e latini; poi si lavora anche su un altro fronte, cioè le comunità rurali. Si tratta di insediamenti che distano dalla capitale anche 10 ore e in cui il livello scolastico è bassissimo. I giovani di Comparte però qui promuoveranno incontri con i bambini per insegnare soprattutto le lingue.
IL CINEMA
Cosa c’entra il cinema se si parla di agricoltura e istruzione? Francesco ci spiega che questo è il terzo filone del progetto “”Comparte in Guatemala e nasce per portare nelle comunità indigene una sorta di festival cinematografico con tanto di proiezioni e visione dei film. L’obiettivo è di far sperimentare il cinema agli abitanti di 7 comunità rurali guatemalteche, aree che per posizione geografica e condizione socioeconomica non hanno accesso a luoghi di cultura. La scelta delle proiezioni è fatta in collaborazione con l’ICAIC, l’Istituto cubano dell’arte e industria cinematografica, che fornirà una selezione di film in lingua originale spagnola. Questo permetterà di ovviare al diffuso problema dell’analfabetismo delle popolazioni delle zone rurali.
NUOVI LIBRI IN CANTIERE
Un progetto che i ragazzi di Comparte sperano di far partire al più presto è la redazione di nuovi libri di testo da portare agli studenti universitari perché oggi studiano su testi troppo vecchi. Ma servono fondi. E anche per questo a febbraio partirà una raccolta fondi per supportare tutte le iniziative che Francesco, Andrea, Irene e Virgilio vogliono portare avanti. Sperano di crescere sempre più.
Per seguire le attività e conoscere meglio i progetti questi i link di Comparte
Instagram: Comparte onlus e bezeroco2
Francesca Stornante