Paolo e il sogno di andare in America per vincere la battaglia contro la malattia

Paolo e il sogno di andare in America per vincere la battaglia contro la malattia

Francesca Cali

Paolo e il sogno di andare in America per vincere la battaglia contro la malattia

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domenica 28 Luglio 2019 - 08:00

Il giovane messinese ha avviato una raccolta fondi per poter raccogliere la cifra di 600mila euro per poter affrontare l’operazione

Paolo ha 27 anni e tanta voglia di lottare per poter realizzare il suo sogno: guarire dalla malattia.

Quel tumore raro

È il 2016 quando la sua vita e quella della sua famiglia vengono sconvolte dal sarcoma fibromixoide, un raro tumore situato nella gabbia toracica considerato da molti centri specializzati italiani come inoperabile.

I viaggi della speranza

Quello da cui è affetto Paolo Chillè è un tumore difficile da scovare perché non provoca inizialmente nessun fastidio, tanto che dopo i primi esami i medici avevano pensato si trattasse di un lipoma, un tumore benigno. Solo dopo approfonditi accertamenti la notizia sconvolgente della presenza del sarcoma. Da lì l’inizio dei molteplici viaggi della speranza nei centri specializzati di tutta Italia, da Firenze,a Milano fino a Pisa. E sempre la stessa riposta da parte dei medici: la presenza di metastasi localizzate in alcune zone rendono inoperabile il tumore di Paolo.

Neanche le molteplici sedute di radioterapia localizzata o di chemioterapia a cui Paolo si sottopone possono niente contro questo tumore. Riescono solo bloccare la sua diffusione ma non eliminarlo definitivamente dal corpo del ragazzo. Almeno qui in Italia.

Il sogno americano

Sì, perché la voglia di vivere di Paolo è tanta e questo lo spinge a cercare nuove strade da percorrere. Ed ecco che scopre che un giovane ragazzo di Reggio Calabria, affetto da un sarcoma simile, è stato operato e salvato in America presso l’ospedale “Colombia University Medycal Center” dal dottore Kato Tomoaki.

La raccolta fondi

Per poter affrontare i costi dell’operazione Paolo e la sua famiglia hanno bisogno di 600mila euro. Per questo hanno avviato una raccolta fondi per poter raggiungere il prima possibile la cifra.

“La mia è una corsa contro il tempo- specifica Paolo, che nei giorni scorsi ha subito un intervento di verteroplastica presso la Clinica Cot, per poter alleviare il dolore alla schiena- ma anche una sfida contro il dolore che ogni giorno mi costringe a prendere la morfina e a non poter svolgere tutte quelle attività che i ragazzi della mia età svolgono senza problemi”.

Nonostante la sua battaglia contro il dolore, quello che colpisce di Paolo è la grande forza e la tanta voglia di lottare che si avverte dal modo di raccontare la sua storia. Mai un segno di sconforto si percepisce nel suo tono di voce neanche quando ci spiega come sia difficile poter accedere al fondo che la Regione Sicilia destina ai malati siciliani considerati non curabili in Italia.

Le notizie da Palermo

Infatti, nei giorni scorsi si era presentata per Paolo la possibilità di ricevere dall’Assessorato alla Sanità dei fondi per poter accedere alle cure mediche in America. Tuttavia, come spiega il ragazzo l’Iter per poter accedere al fondo sembra essere troppo lungo e difficoltoso da intraprendere. Infatti, la Regione per erogare i fondi ha bisogno di una ricca documentazione composta da certificati che attestino che Paolo sia considerato inoperabile da tutti i centri ospedalieri italiani. La difficoltà nel reperire tale documentazione sta nel fatto che Paolo è in possesso di certificati che attestano la sua condizione solo nei centri in cui lui si è recato per cercare un parere medico.

L’unica speranza: la solidarietà

Per questo ad oggi l’unica possibilità per poter raggiungere la cifra di 600mila euro è rappresentata dalla raccolta fondi avviata sulla piattaforma GoFoundMe. Raccolta che fino ad oggi ha raggiunto 70mila euro, una cifra lontana da quella finale.

La grande voglia di vivere di Paolo

Eppure neanche in questo caso Paolo perde la speranza anzi è fiducioso che presto questo traguardo verrà raggiunto e non perde occasione per ringraziare non solo la sua famiglia e la sua fidanzata ma anche i tanti messinesi che hanno donato e che si stanno impegnando nella raccolta fondi.

“Voglio ringraziare tutti-conclude Paolo-non solo chi mi vuole bene, ma tutta la città che mi sta riempiendo di affetto non solo perché sta contribuendo alla mia raccolta ma anche perché dimostra di essermi vicino in questa battaglia. Grazie anche ai tanti che stanno organizzando eventi per me per far conoscere la mia storia. Per esempio grazie alla famiglia di Lorena Mangano, che quest’anno nell’annuale torneo per ricordare la ragazza, tragicamente scomparsa, ha promosso la mia raccolta”.

Come aiutare Paolo

È possibile contribuire alla raccolta fondi per Paolo donando al:

IBAN: IT66N0200816530000105593477

INTESTATO A : PAOLO CHILLE’

CAUSALE: DONAZIONE PER PAOLO.

Francesca Calì

4 commenti

  1. L’unico centro in Italia per curare questo tipo si sarcoma è “La fondazione CNAU di Pavia e non solo. Non bisogna pwr forza cercare altrove se si ha la possibilità in casa 0382.0781 [dalle 09:00 alle 13:00 – dalle 14:00 alle 17:00]
    E-mail: info@cnao.it

    AMMINISTRAZIONE

    E-mail: amministrazione@cnao.it
    E-mail certificata: amministrazione@pec.cnao.eu

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  2. Vorrei indicare che questo sarcoma e curato anche dal centro Humanitas di Milano e Catania, si può trovare facilmente su Google non servono 600 mila euro per curarsi. Tra l’altro mi sembra una cifra spropositata, andare all’estero è il solito viaggio della speranza senza speranza. Si informino meglio i genitori e tutti coloro che seguono questo ragazzo e troveranno soluzioni senza andare a chiedere contributi a fondo perduto.

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  3. Precisazione, sia il la Fondazione Cnau sia il centro Humanitas sono convenzionati e non si paga nulla, tutto è a carico del Ministrero della salute. Informarsi prima di chiedere contributi. Il prof Kato Tomoaki è certamente un grande chirurgo ma in Italia ci sono altrettanti bravi chirurghi specializzati nella cura di questa malattia rara.

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  4. Scusa Fiorenzo, ma secondo te prima di arrivare a tanto non sono andati a Catania?

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