“SalvaMessina”, i dubbi di Alessandro Russo e Felice Calabrò

“SalvaMessina”, i dubbi di Alessandro Russo e Felice Calabrò

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martedì 13 Novembre 2018 - 15:34

I due consiglieri comunali intervengono separatamente per rilevare alcune storture sia relativamente ai tempi dettati dal sindaco sia relativamente al merito dei provvedimenti pronti ad arrivare in Aula, dai quali mancano atti fondamentali

La tempistica dettata dal sindaco De Luca sulle delibere del “Salva Messina” e sulla rimodulazione del piano di riequilibrio (vedi qui) fa storcere il naso ad alcuni consiglieri comunali.

L’esponente del gruppo “Libera Me” Alessandro Russo giudica la tempistica “risibile per non dire poco riguardosa nei confronti di un’Aula che non si sottrarrà a studiare e lavorare per decine di ore, come già accaduto, ma con il rispetto del suo ruolo e della dialettica che rappresenta, tanto quanto il Sindaco, la volontà politica dell’elettorato”.

Russo contesta inoltre l’indicazione del 23 novembre come data ultima per la rimodulazione della manovra finanziaria, sottolineando come, in virtù della normativa vigente, l’Amministrazione neo insediata abbia facoltà di rimodulare il Piano di riequilibro in un lasso di tempo pari a 60 giorni dalla presentazione della Relazione di inizio mandato. Avendo De Luca trasmesso al Consiglio comunale la suddetta relazione in data il 5 ottobre ci sarebbe tempo fino al 3 dicembre.

Il consigliere comunale di centrosinistra manifesta “seri dubbi” anche nel merito dei provvedimenti che dovranno arrivare in Aula, “intanto- scrive – rispetto alla presenza di diverse deliberazioni che esulerebbero dal contenuto proprio del PREF, a partire dagli “atti di indirizzo consiliari” o dall’istituzione, a solo titolo di esempio, dal “baratto amministrativo”, ma soprattutto per l’assenza che balza agli occhi di provvedimenti essenziali quale il piano di estinzione dei debiti che deve risultare da uno specifico accordo coi creditori e non essere oggetto di un mero atto unilaterale dell’ente, la delibera del consuntivo dell’anno precedente (2017), i necessari accordi transattivi coi creditori del Comune”.

Nel caso del pagamento dei debiti fuori bilancio, peraltro, ci si affiderebbe ad un “atto di indirizzo” che, giuridicamente, ha valore trascurabile e che si pone in netto contrasto con le linee guida che la Sezione Autonomie della Corte dei Conti ha approvato con delibere n. 11/2013 e 8/2015, ove espressamente si richiama la necessità di statuire accordi transattivi coi creditori che tutelino la tenuta contabile e finanziaria pluriennale del PREF”.

Il consigliere Russo ritiene dunque necessario rivedere il percorso di rimodulazione del piano di riequilibrio, “sia sulla tempistica, fornendo il tempo minimo necessario per la valutazione degli atti senza la logica del “bere o affogare” che non è sinceramente più il caso di adottare; sia sul merito dei provvedimenti. O si rinviano le delibere di merito a dopo l’approvazione del PREF rimodulato nei saldi e nelle previsioni, o si sfronda l’incredibile e non condivisibile mole di deliberazioni non attinenti che sono state trasmesse al Consiglio in queste ore Non è mettendo le spalle al muro il Consiglio che si farà il bene della città".

In merito al cronoprogramma stilato dal primo cittadino interviene anche il consigliere comunale Felice Calabrò, che – come il collega -sottolinea anche l'assenza di atti fondamentali.

Va bene – spiega – che siamo passati dai 500 atti prima dell’approvazione del piano di riequilibrio, di cui finora non abbiamo visto neanche l’ombra, a sole 42 delibere che il sindaco De Luca pretende solo oggi di far votare al Consiglio comunale in 4 giorni, dal 19 al 22 novembre: la media di 10.5 delibere al giorno”.

Per l’esponente del partito democratico. “tale richiesta è poco rispettosa dell’aula, visto che si tratta di provvedimenti fondamentali che riguardano il futuro di centinaia e centinaia di lavoratori, e che rivoluzionano tutti i servizi comunali, e che quindi meriterebbero ben altri approfondimenti”.

"Nonostante questi tempi da Forrest Gump – prosegue Calabrò – De Luca inserisce stranamente in questo improbabile elenco atti e provvedimenti per nulla propedeutici al Piano di riequilibrio” . Il consigliere comunale si chiede poi “come mai nell’elenco delle 42 delibere manca proprio il bilancio consuntivo 2017, per il quale da mesi siamo commissariati dalla Regione; come mai il sindaco non ha portato in aula nemmeno un preconsuntivo, che avrebbe consentito al Consiglio di partire da un provvedimento contabile chiaro, munito delle necessarie attestazioni dirigenziali, i cui effetti si trasmettono anche al piano”. Calabrò sottolinea ancora che “non è pronta nessuna delle centinaia di delibere di riconoscimento di debiti fuori bilancio che ci aveva promesso, ma solo un atto di indirizzo, di valenza amministrativa pari allo zero per l’approvazione del riequilibrio; infine nessun atto di transazione firmata con i creditori, come richiestoci dai Giudici contabili”.

Infine, in questo desolante quadro– conclude – vorrei sapere se è avvenuta la preannunciata interlocuzione con la Corte dei Conti in merito alla possibilità o meno di inserire 50 milioni di debiti dal 2014 ad oggi? I veri dati finanziari da inserire nel piano sono avvolti nel mistero; non si può non essere estremamente perplessi: sul metodo e sul merito”.

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