La cura del territorio è necessaria per porre le basi di una rinascita economica e sociale
MESSINA – 7 giorni d’ordinaria follia a Messina. Gli spunti non mancano ma stavolta privilegiamo, rispetto alla nota politica della scorsa domenica, i segnali incoraggianti. O che vorremmo che lo fossero. Come quel fiore che cresce in mezzo a una baracca, a Giostra. Un giardino di fiori, ovvero una metafora perfetta di una città che ha bisogno di nuovo di credere in sé stessa. In una rinascita che non sia un fuoco fatuo.
Ma, perché non sia una ripresa effimera, si ha bisogno di una progettualità ad ampio respiro. Che investa tutti i soggetti: da un governo che sappia interagire con l’Europa a una Regione non distratta o assente nei confronti dei territori e a un’amministrazione comunale capace di tenere insieme la cura del presente e l’attenzione per il futuro. In questo scenario così impegnativo, la riapertura di una Villa Dante profondamente rinnovata rappresenta un elemento d’incoraggiamento per una città abituata a distruggere il suo stesso patrimonio. A sporcare e deturpare la sua bellezza.
Lo stesso si può dire del parco “Aldo Moro”, che sarà inaugurato il 23 maggio. È vero, dominano il dibattito i temi dei parcheggi e della città da riorganizzare, delle autostrade colabrodo, dei lavori infiniti e dei continui disservizi, della precarietà alimentata anche dal dibattito su “ponte sì, ponte no”. E, ancora, la crisi economica, il lavoro che non c’è, le riqualificazioni che non partono, la lontananza di uno Stato al sud e in una provincia, quella messinese, soggetta a un progressivo spopolamento. Una possibile rinascita ha bisogno di una lunga progettazione. E, in un territorio e in una città capolugo così pieni di problemi, saper riconoscere qualche oasi di bellezza ricorda che non tutto è perduto.
Al centro di tutto, a Messina e in provincia, deve essere la cura del territorio
Certo, gli elementi dai quali dipende una ripresa sono tanti e non è facile governare il presente. Ma ognuno può dare un contributo nel segno di una necessaria attenzione a ciò che ci circonda. Se tutti noi, cittadini e amministratori, non sapremo prenderci cura di Villa Dante e parco “Aldo Moro”, ad esempio, ogni slancio o timido segnale sarà inutile. Lo stesso varrà, un giorno, per la ritrovata ex fiera di Messina e per altri fiori progettuali da far germogliare.
Se non ci sarà questa cura del territorio, avranno vinto “loro”: i disfattisti, i teorici del “tutto è inutile” e tutti quelli che alimentano le discariche abusive, l’orrore e la bruttezza, le mafie e i disastri ambientali. Ma non dobbiamo dargliela vinta. Anche in mezzo a baracche e disastri può nascere un fiore. Ma, se non lo si coltiva, se lo si lascia morire, l’orrore prevarrà. Senza la cura del territorio una rinascita economica e sociale, culturale e civica, è davvero impensabile.
Questa mattina sono stato all’interno della Villa Dante…devo dire che ho provato orgoglio e commozione nel vedere che anche nella nostra povera ed amata città può fiorire la bellezza. Però bisogna vigilare perché i vandali, la cui specie è molto diffusa in città, sicuramente sono già in agguato. Ritengo assolutamente necessario che venga disposta una presenza fissa della polizia municipale, sicuramente avrebbe effetto deterrente. Speriamo che duri…quindi caro Sindaco facciamolo
Questa amministrazione secondo me sta provando a fare in Villa Dante ciò che altri non hanno a mia memoria mai voluto o potuto provare.
Non mi riferisco al rifacimento delle strutture, che in passato è già stato eseguito.
Il segnale più promettente penso stia nel tentativo di insediare in villa una comunità di cittadini desiderosi di fruirne in tranquillità.
Gli spazi vengono occupati dai belluini di turno solo quando sono abbandonati dalla componente migliore della società.
Mi pare che il “presidio” di Messina Social City che non può essere inteso in senso poliziesco, in questo caso possa creare le condizioni permanenti per richiamare famiglie e gente perbene in pianta stabile in quel luogo.
Questo di certo non preserverà da atti vandalici ma di sicuro non riporterà Villa Dante allo stato di terra di nessuno cui versava in precedenza.
Mi attendo però, una cura speciale e progressiva di tutti i luoghi restituiti alla collettività, altrimenti tutto si perderà di nuovo.
Continuità nei servizi.
Inutile illudersi, durerà “da Natale a Santo Stefano”. Non é una questione di pessimismo, ma la realtà della civiltà (totalmente inesistente a Messina), non é in discussione. Caro direttore, il tempo sarà galantuomo…ben presto farà articoli sul suo giornale di atti vandalici alla Villa Dante con tanto di foto.