7 giorni d'ordinaria follia, dal dibattito sull'orso ai trionfalismi sul ponte

7 giorni d’ordinaria follia, dal dibattito sull’orso ai trionfalismi sul ponte

Marco Olivieri

7 giorni d’ordinaria follia, dal dibattito sull’orso ai trionfalismi sul ponte

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martedì 18 Aprile 2023 - 13:50

Da Messina all'Italia un viaggio semiserio tra le notizie locali e nazionali, a volte tragiche, a volte surreali

7 GIORNI D’ORDINARIA FOLLIA – Caro diario, e cari lettrici e lettori, che settimana è stata, tra notizie locali e nazionali, tra nuvole e piogge (moltissime) e davvero poco sole? Tra baracche (tante) e poche zone preservate dagli scempi edlizi, a Messina. E, a livello nazionale, pochi motivi per esultare, considerati la crisi economica e i costanti divari tra nord e sud. Il tema ponte, intanto, continua a monopolizzare l’attenzione, tra qualche approfondimento sui contenuti (pochi, cercheremo di stimolarli) e propaganda (molta) soprattutto in area governativa.

Da parte sua, questo giornale cercherà di favorire il dibattito sui contenuti, a partire dal tema delle opere necessarie per far rinascere un territorio. In questo quadro incerto, prevale per ora una propaganda davvero prematura, sul fronte del “sì”, perché sono ancora molti i nodi, dalla verifica ambientale ai tempi di realizzazione e agli aspetti tecnici e di ricaduta sul territorio, che vanno sviscerati.

Ma sono anche tanti i dubbi sul ruolo periferico di Messina rispetto a decisioni nazionali ed europee che devono vedere il coinvolgimento degli abitanti e dei loro rappresentanti. Il ponte sullo Stretto è la parola chiave di un centrodestra, e soprattutto del ministro Salvini, che scommettono sulla grande opera con toni eccessivamente trionfastici se ci si rapporta a una città così desertificata da emergenze lavoro e casa. Nessuna opera può essere salvifica senza un progetto complessivo e una verifica rigorosa di vantaggi e svantaggi. Questo senza nulla togliere alla logica nazionale ed europea nel quale il progetto, in caso di realizzazione, deve essere inserito.

A sua volta, il sindaco Basile, in audizione alla commissione riunita Ambiente e Trasporti della Camera, ha espresso proprio il timore che il ponte non abbia come protagonista, malgrado tutto, la città di Messina. Il sindaco ha messo in evidenza che “le opere messe a terra dovranno essere discusse con la città di Messina che inevitabilmente dovrà assorbire tutte le esigenze della nuova infrastruttura. Stesso discorso per le opere compensative, perché queste non devono mitigare ma agevolare l’infrastruttura generale. Si dice che il ponte sullo Stretto sarà l’opera più ecosostenibile di tutti i tempi, ma l’impatto sulla nostra città dovrà essere ancora più sostenibile. E Messina dovrà essere presa in considerazione non solo per le ricadute occupazionali o lo sviluppo diretto, e indiretto, che il Ponte comporterà”, ha ribadito Basile.

La guerra e la crisi economica hanno “stancato”, il dibattito nazionale si concentra sull’orso del Trentino

Nel frattempo, il dibattito nazionale sui media, mentre si respira una profonda stanchezza su temi fondamentali come il perenne affannno economico e la guerra della Russia contro l’Ucraina, viene monopolizzato da un orso. Anzi, dall’orsa JJ4. Va abbattuta, dato che ha ammazzato un giovane in Trentino, oppure sarebbe una scelta priva di logica? Siamo noi mondo “civilizzato” ad avere creato sconquassi sul piano ambientale e dell’habitat, dicono in molti, non solo gli “animalisti”, e non avrebbe senso ucciderla. Di certo, l’orsa non agisce sulla base di una morale ma di un istinto di sopravvivenza e attribuirle una volontà omicida sarebbe davvero assurdo.

Ma forse è proprio l’assurdo uno degli elementi cardine della nostra, e forse, di ogni epoca, tra l’avanzamento tecnologico e una componente nell’essere umano ancora così arretrata, allo stato brado si diceva una volta. Se l’ambito nazionale risente di queste contraddizioni, quello messinese non scherza in quanto a limiti e problemi. Così ci siamo permessi di sollevare il tema centrale di una visione politica, culturale e sociale che guidi Messina. Che cosa hanno in comune gli sfratti, il tormentone ponte e il risanamento? La necessità di un’idea di città, di un progetto. Messina dovrebbe guardarsi allo specchio e vedere le proprie inadempienze e le proprie potenzialità. Manca una visione d’insieme culturale, sociale, economica, turistica, infrastrutturale di ampio respiro.

Allora, mentre s’attende questa benedetta visione, e come stampa ci sforziamo di contribuire a crearla, dato che non si compra al calciomercato, come in un film di Bellocchio immaginiamo l’orsa a Messina. Ma un’orsa senza morti e sofferenze, in un ponte tra natura e civiltà. Parchi, alberi che non cadono, fogne che non s’allagano, verde e isole pedonali, infrastrutture, servizi e strade sicure a misura di pedone e di ciclisti.

Stiamo sognando? Ogni progetto non può che partire da un sogno, concreto e visionario al tempo stesso. E tutto il resto è noia. O banalità.

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