Da i suoi frutti la task force antiviolenza istituita da magistratura e forze dell'Ordine, e che vede il costante impegno dei Carabinieri a tutela delle donne. Per questo l'Arma invita a denunciare e spiega perché si può.
L’ultimo caso è di due giorni fa. I Carabinieri della stazione di Giostra hanno notificato il divieto di avvicinamento alla vittima ad un quarantacinquenne che perseguitava la ex moglie e il nuovo compagno di lei. Pedinamenti ripetuti, minacce ed insulti, lunghi appostamenti sotto l’abitazione: una tortura andata avanti per settimane che hanno prostrato la vittima.
Gli uomini dell’Arma, attraverso la task force per il contrasto alla violenza di genere operante a livello provinciale, hanno agito in fretta, ricostruendo i fatti grazie al coordinamento della Procura di Messina – ove opera un pool di magistrati che ha stabilito precise modalità operative da seguire – consentendo di prevenire il degenerare della situazione e tutelare, quanto più rapidamente possibile, le vittime vulnerabili.
Una task force i cui risultati sono evidenti nei dati. Nel 2017 gli arresti in flagranza di stalking o violenza sono stati uno in più dell’anno precedente, le misure cautelari alla fine di indagini sono state 57, l’83,8% in più del 2016; in 33 casi, contro i 14 dell’anno prima, si è arrivati al provvedimento di allontanamento da casa o al divieto di avvicinamento alla vittima – 135% in più.
Il principale dato che emerge dall’analisi dei casi di violenza di genere trattati nell’ultimo biennio, spiega l’Arma, è rappresentato dai tempi della risposta delle forze di polizia alle vittime, che è andata mutando gradualmente nel corso del tempo.Rispetto al 2016, infine, sono nettamente aumentate le denunce a piede libero.
Queste variazioni rappresentano il frutto di quella costante azione di sensibilizzazione e formazione dei Carabinieri e dell’Autorità Giudiziaria con l’unico scopo di offrire,da un lato, maggiori tutele alle vittime di violenza di genere e,dall’altro, risposte sempre più rapide, scrive il Comando Provinciale dei Carabinieri.
L’impegno dell’Arma a tutela delle donne passa attraverso una rete che,grazie alla capillare distribuzione sul territorio delle Stazioni Carabinieri,permettedi essere pronti a recepire i segnali di disagio delle vittime.
In tale quadro, sono state promosse attività di formazione finalizzate ad sviluppare, nei Carabinieri che operano sul territorio, le capacità di identificazione della “violenza di genere” e di valutazione degli elementi di rischio e di pericolo nei singoli interventi per “lite domestica”. Non è inusuale che una donna si presenti in una Stazione dei Carabinieri apparentemente solo per sfogarsi e raccontare fatti che potrebbero essere inquadrati in un “normale conflitto di coppia”; nascondendo in realtà, una situazione ben più grave caratterizzata da umiliazioni, soprusi di ogni genere e violenze fisiche e psicologiche. Lo scopo della continua opera di formazione è proprio quello di addestrare i militari a riconoscere queste silenziose richieste d’aiuto anche grazie ad una attenta valutazione dei cosiddetti “reati sentinella”, in modo da poter applicare le giuste procedure nel minor tempo possibilea vantaggio della vittima, garantendole la massima tutela ed una risposta più immediata e risolutiva possibile.
La scelta di denunciare è un momento molto critico e doloroso, in particolare per quelle forme di violenza che avvengono all’interno delle mura domestiche, alla presenza dei figli, in un contesto che da ideale luogo di protezione diventa invece fonte di sofferenze indicibili. La capacità degli operatori di polizia di relazionarsi in maniera positiva con la vittima è fondamentale e per ciò a livello provinciale è istituita un’apposita task-force di carabinieri, con personale specializzato che svolge corsi di formazione in materia di “violenza di genere” in grado di condurre in maniera adeguata le necessarie indagini, anche attraverso l’adozione di iniziative organizzative tese a creare all’interno dei Comandi Arma sale per le “audizioni protette”, realizzate con arredamenti e dotazioni tecnologiche tali da renderle idonee a garantire una accoglienza adeguata in un momento cosi cruciale come quello della querela.
Infine è fondamentale diffondere il messaggio che la tutela delle vittime e dei loro bambini costituisce una priorità assoluta. Proprio in tale ambito è importante far sapere alle donne vittime di reati di genere che non saranno abbandonate mai neanche sotto il profilo economico potendo accedere alle risorse del fondo per le vittime della violenza di genere ed i loro familiari.