Dopo la meravigliosa esperienza a I Teatro del Sacro 2019, l’atteso 82 Pietre, scritto da Simone Corso, arriva al Clan Off. In scena, il 16 e 17 novembre, Antonio Alveario, Simone Corso ed Adriana Mangano.
L’esperienza a “I Teatri del Sacro”
Tra i settanta titoli partecipanti da tutta Italia ed i venti finalisti della seconda fase del concorso, 82 Pietre ha superato le selezioni de “I Teatri del Sacro” edizione 2019 per la categoria Spettacoli Inediti. Ha così conquistato una prima nazionale il 20 giugno scorso al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. Questa sesta edizione si è concentrata tematicamente sulle Opere di Misericordia ed 82 Pietre, in particolare, su “Vestire gli ignudi”.
Punto di partenza è il contemporaneo, le abitudini del viver d’oggi. Tra queste, la riproduzione e la visione, consapevole o meno, di video web dai più che vari contenuti. Intorno ad uno di questi video, ed in primo luogo a chi si trova dall’altro lato dello schermo, si costruisce questo mystery ambientato ad Altarupe.
Le parole di Simone Corso
In scena, il maresciallo Armando Fugazzotto (Antonio Alveario), il brigadiere Sciacca (Simone Corso) ed una ragazza di cui non si conoscono provenienza e generalità (Adriana Mangano). “L’idea della ragazza è precedente al bando dei Teatri del Sacro destinato alle Opere di Misericordia” afferma Simone Corso. “Ma con i Teatri del Sacro quell’idea ha trovato un suo completamento. L’Opera di Misericordia ha infatti vestito il personaggio comparso tra le strade innevate di questo paesino di fantasia. La mia riflessione si è concentrata su chi siano realmente gli ignudi e più propriamente sugli ignudi del nostro tempo; chi ha effettive ed evidenti difficoltà di povertà e chi, invece, ha perso il vestito della dignità e dell’integrità di essere umano”.
“Una ragazza nuda si aggira sotto la neve che cade fitta per le strade di un piccolo paese montano” leggiamo nelle note di regia. “Non ha niente con sé, se non un sacchetto pieno di pietre, 82 pietre. Il maresciallo Fugazzotto e il brigadiere Sciacca proveranno a capire di chi si tratti e cosa l’ha portata ad Altarupe quella sera; la giovane non proferisce parola e non interagisce in nessun modo con la realtà che le si muove intorno come se fosse sospesa, in attesa di qualcosa o qualcuno. La presenza muta e nuda della ragazza porrà Sciacca e Fugazzotto di fronte a qualcosa di insondabile. Un mistero che dialoga coi quesiti irrisolti che albergano nell’antro più oscuro della loro anima. Un detonatore per spogliarci del vestito che portiamo addosso e cucirne uno nuovo, diverso per forma e forse più scomodo, ma che ci ripari dal gelo che soffia dall’interno del nostro cuore”.
Una regia dalla doppia firma
Simone Corso ed Adriana Mangano, che hanno all’attivo molte precedenti collaborazioni teatrali, firmano, per la prima volta, una regia insieme, “due modi affini – dicono – due visioni complementari di concepire e di vivere il teatro”. Lo spettacolo (con assistente alla regia Stefania Catalfamo) comprende il disegno luci di Renzo Di Chio, l’allestimento scenico di Mariella Bellantone ed i costumi di Cinzia Preitano. “L’impianto registico – afferma Adriana Mangano – sostiene il testo restando fermo sulla parola e sul rapporto con i personaggi, giocando sull’interazione tra maresciallo e brigadiere e sulle loro personali considerazioni riguardo alla ragazza. L’intenzione è quella di non suggerire alcuna morale o messaggio implicito, o indurre al giudizio, ma lasciare al pubblico la possibilità e la libertà di riflettere e di farsi un’idea. Per questo la messa in scena si chiude ancor prima della fine dello spettacolo. E l’ultima parola è dello spettatore”.
Dopo la rappresentazione messinese, 82 Pietre andrà in scena allo Spazio ZŌ di Catania il 15 dicembre e nel 2020 parteciperà al deSidera Festival, in scena il 10 marzo al Teatro Oscar di Milano.
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