A Messina 20mila abitanti in meno rispetto al 2013 e il pieno d'inattivi

A Messina 20mila abitanti in meno rispetto al 2013 e il pieno d’inattivi

Marco Olivieri

A Messina 20mila abitanti in meno rispetto al 2013 e il pieno d’inattivi

martedì 10 Settembre 2024 - 07:39

I dati dell'Ufficio statistica del Comune. Anatomia di una realtà da rivitalizzare

di Marco Olivieri

MESSINA – Una città sulla base dei numeri. Si chiama Messina in cifre e registra la situazione economica, sociale e demografica di una realtà che ha subito negli ultimi 40 anni un terremoto progressivo. Un lento e inesorabile declino. Fino ad ora inarrestabile ma non ineluttabile in chiave futura. Rispetto al 2013, Messina perde, in base ai dati dell’Ufficio statistica del Comune e che si fermano al 31 dicembre 2023, 19.847 unità (-8,20%). Quasi ventimila abitanti. E andrebbe considerato chi mantiene la residenza ma di fatto studia e lavora fuori.

Messina in cifre

A Messina “la popolazione risulta essere pari a 222.150 abitanti, di cui 106.708 maschi e 115.442 femmine in costante decremento, -2.014 abitanti (-0,83%) rispetto al 2022 e -19.847 unità (-8,20%) dall’anno 2013. Tali decrementi sono determinati in prevalenza dal saldo naturale costantemente negativo (-1.434) e dal saldo migratorio (-507 unità in meno)”.

Ecco alcuni elementi rilevanti: “La città, in linea con quanto avviene nei grandi centri urbani, è sempre più vecchia con un incremento, nell’anno 2023, della popolazione in età senile del +0,65% rispetto all’anno precedente e del +13,07% rispetto a dieci anni prima (+6.114 unità). Dalla composizione per età della popolazione residente si evince una costante perdita di residenti tra la popolazione in età prescolare (0-6 anni) pari al -1,77% (-196 unità) rispetto al 2022 ma piuttosto evidente il dato rispetto al 2013 con il -25,88% (-3.798 unità). Analogo il decremento per la popolazione in età scuola dell’obbligo (7-14) -1,78% rispetto all’anno precedente ma più contenuto il decremento rispetto a dieci anni prima -13,9% (-2.480 unità), così come per la popolazione giovanile (15-29) che registra un -0,9% rispetto al 2022 e un -18% rispetto al 2013″.

Il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni a Messina

E ancora: “Il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni e solo l’11,8% è meno di 14 anni. I residenti con più 85 anni rappresentano il 3,16% della popolazione, in prevalenza residenti nel centro storico. L’età media generale scende leggermente nel 2023 a 46,37 dai 46,65 del 2022, il quartiere più “giovane” è il secondo con 44,86 anni, il più “vecchio” il quarto con 47,87 anni d’età media dei residenti. Nel 2023 ci sono 209 anziani ogni 100 giovani (9 in più rispetto al 2022). Il quartiere più vecchio è il quarto con 250 anziani ogni 100 giovani, 41 in più rispetto alla media cittadina. A Messina nel 2023 si segnala un indice di dipendenza pari al 56,48% ad indicare che 100 individui in età attiva oltre a mantenersi essi stessi ne “mantengono” altri 56 circa”.

Non funziona il ricambio nel mondo del lavoro messinese

“L’indice di ricambio, che misura il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del lavoro e coloro che stanno per entrare, nel 2023, è di 50,32. Il tutto a significare che quelli che escono sono circa il 50% in più di quelli che entrano nel mondo del lavoro”, rilevano gli esperti dell’Ufficio statistica.

“ll quartiere con la più alta percentuale di bambini in età inferiore ai 5 anni è il secondo, con 3,71% della popolazione totale, seguito dal terzo dal primo (3,56%). Sempre il secondo quartiere, dato costante rispetto agli anni precedenti, è quello in cui si registra il valore più elevato dell’indice di carico figli per donna 18,06 bambini in età 0-4 anni ogni 100 donne in età 15-49“.

Per fortuna ci sono le comunità d’origine straniera

“I residenti stranieri sono 13.436, in crescita rispetto all’anno precedente (+183 unità), pari al 6,05% della popolazione totale (nel 2019 era il 5,27%). Le comunità maggiormente presenti sono quella dello Sri Lanka (3.988) e delle Filippine (2.128). I cittadini stranieri risiedono prevalentemente nella IV circoscrizione (11,07%). Di meno nella seconda circoscrizione (1,92%) e nella prima (2,59%)”.

Messina terza in Italia per inattivi

Il tasto maggiormente dolente è quello dell’occupazione. Messina sconta antichi problemi sociali ed economici. Ecco i dati: “In città, nell’anno 2023, decrescono gli occupati, -1,78% rispetto al 2022, con un tasso di occupazione pari al 38,4%, nel 2023 era del 39,2%. L’analisi per genere evidenzia che la città perde il 2,4% di occupati maschi, rispetto all’anno precedente, mentre si registra la crescita degli occupati di genere femminile +0,7% rispetto al 2022 e +3% rispetto al 2018“.

“Cresce il tasso di disoccupazione 35,9%, come anche, seppur lievemente il tasso di inattività (15-64) +0,1%. Sono infatti circa 39.500 le Non forze lavoro: solo Palermo (44.100 inattivi) e Napoli (41.100 inattivi) registrano un dato peggiore. L’analisi del dato per genere rileva come nel 2023 sia cresciuto il numero di donne inattive (+1,8%), rispetto al 2022, con un tasso di inattività pari al 51,3%. Anche su questo fronte solo Palermo (54,5%) e Napoli (55,5%) mostrano un dato peggiore tra i grandi Comuni. Diminuiscono i maschi inattivi (-1,5%) rispetto all’anno precedente con un tasso di inattività pari al 27,2%“.

Il tema è come creare lavoro nel Messinese

In questi giorni abbiamo registrato, sulla base di dati nazionali, alcuni avanzamenti sul fronte ecosostenibile. Negli ultimi anni i miglioramenti si sono registrati sul fronte dei rifiuti, della mobilità e dei servizi, soprattutto del trasporto pubblico locale. Quindi non tutto è perduto.

Ma il tema dei temi è come creare lavoro in quella terra desolata, bellissima ma spesso desolata, che è il sud. E, ancora di più, nella città dello Stretto e nella realtà metropolitana. Assieme alla non più rinviabile questione sociale, su questo bisognerà concentrarsi. Ora e subito. E in prospettiva.

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15 commenti

  1. speriamo che vanno via tutti

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  2. Sergio Indelicato 10 Settembre 2024 08:09

    Come commentato più volte la voragine socio-economico della cittá di Messina è data non giá dalla mancanza di lavoro di bassa forza ,ormai sostituita in gran parte dai lavoratori migranti,ma dalla quasi assoluta mancanza di lavoratori specializzati nelle nuove frontiere che il lavoro offre. Ma anche banalmente la mancanza di idraulici,manovali ,elettricisti ,lavori che i giovani non vogliono .

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  3. e dove stanno i problemi….ci penseranno Basile , Caruso, e soci con i convegni delle Startup, dei Buyer del turismo con Sud Dimensione summit e varie bla bla bla ….con i vari selfie e pubbirazzu……la crisi economica e sociale, carovita emergenza anziani sanita , mancanza di strutture e chi piu ne ha piu ne metta ……….ma la colpa e sempre nostra dico, di noi Messinesi purtroppo……60 e passa anni di politica e sempre gli stessi vota e gira…………..sarebbe l’ora di mandarli a casa……..

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  4. E il peggio è che la città come tutto il sud per tradizione invece di premiare le persone civili e rispettose ha puntato a dare lavoro alla feccia grazie alle raccomandazioni e allo scambio voto facendo rimanere qui la spazzatura.
    a quest’ora avremmo una città modello invece di ‘sti incivili cafoni e irrispettosi che lavorano negli uffici.
    tra l’altro quando ‘sti cafoni vanno al nord a vivere e lavorare diventano persone per bene e rispettose delle regole ma qui hanno le autorità dal loro conto che li difendono… ovvio sono raccomandati!!
    peccato

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  5. Mentre i nostri figli se ne vanno per mancanza di lavoro ,continuiamo a dire NO e noi poveri anziani costretti a viaggiare per vedere figli e nipoti . Le Ferrovie dello Stato hanno stanziato 50 miliardi per opere di alta velocità in Sicilia e Calabria , abbattendo le croniche carenze infrastrutturali e noi continuiamo a dire NO . Sviluppo , lavoro ,Progresso una volta tanto al sud , ma…….siccome improvvisamente siamo diventati green , continuiamo a dire NO e pensiamo solo al nostro orticello mentre il mondo cambia , come se ponti e autostrade non fossero mai esistiti ,ma li usiamo tutti i giorni. Questi sono i risultati . Continuiamo a viaggiare con mulo e carretto ,tanto quanto prima , useremo il cammello , lui non inquina e non deturpa .

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  6. La povertà economica produce bassi livelli di istruzione e di conseguenza incapacità di comprendere e fare fronte ai problemi della vita.
    Non a caso persino la mortalità per malattia è più elevata tra i ceti meno abbienti.
    L’ignoranza uccide e non in modo metaforico.
    Non esiste ripresa sociale che non debba partire dalla scuola e siccome stiamo distruggendo anche quella, il futuro è nero.
    Non ha senso e non è possibile creare lavoro per persone con gravi deficit culturali tecnici o persino cognitivi.
    Quanti ragazzi e persino adulti oggi sono in grado di leggere un testo mediamente complesso comprendendone il significato?
    Investire in cultura ed istruzione è la sola salvezza per invertire la rotta.
    Con gli “asini” si guidavano i carri, non si pilotano certo le “astronavi”.
    Dobbiamo spezzare questo circolo vizioso e riportare equilibrio nel sistema educativo e culturale della nostra comunità che oggi considera uno spreco investire in questo ambito.
    Risposte a breve termine vista la massa di intellettivamente inabili al lavoro che abbiamo creato non ve ne sono.
    C’è solo il futuro da ricostruire, il presente è già compiuto.

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  7. I numeri non mentono: quadro desolante, e non sorprendente.

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  8. Se nel passato la politica ha fatto poco,
    oggi la amministrazione con idee “young, smart, green”, ha fatto peggio.
    Molti slogan, annunci, idee sfarzose ma che rimangono trovate pubblicitarie fini a mantenere voti.
    Piuttosto che idee “geniali”, servirebbero idee normali, adatte alla città , senza piegare la città a idee che rimangono estranee alle esigenze della città

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  9. Per me sono pure troppi gli abitanti di Messina. Troppe auto, troppo caos.

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  10. Buongiorno purtroppo la storia si ripete sempre, questa città è stata abbandonata e parlo da Imprenditore che ha sempre investito in questa Città senza mai chiedere niente a nessuno, ma adesso sono stanco, mai nessuno si è degnato negli ultimi venti anni di prendere le difese di quei pochi imprenditori che hanno avuto il coraggio di rimanere, comprese le associazioni di categoria, totalmente assenti, non c’erano e non ci sono oggi le condizioni per continuare e per esperienza personale neanche da fuori sono interessati ad investire, la prima cosa che chiedono se portiamo avanti un progetto e mettiamo le finanze in massimo 6 mesi riusciamo ad aprire? La mia risposta è stata sempre impossibile, troppa burocrazia, mai fatto uno sportello che risolva le problematiche di questo settore in tempi rapidi, quindi fatevene una ragione Messina continuerà a svuotarsi e non ci sarà mai un ricambio generazionale.

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  11. La città di Messina è destinata a morire! Non vi sono segni di risveglio! La popolazione invecchia ed i giovani se ne vanno in cerca di un lavoro! E’ questione di tempo ormai. Fra vent’anni saremo una realtà irrisoria e irrilevente! Non produciamo lavoro, né servizi, quindi siamo condannati! E non ci saranno cambiamenti in futuro perchè i messinesi non sono un popolo attivo, ma un popolo passivo, un popolo che aspetta sempre la manna che non arriverà mai! Con questo tipo di persone siamo destinati a morire! Non vì è alcuna speranza per questa città! Oltre che i numeri lo dicono i comportamenti dei suoi abitanti.

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  12. Nel conteggio mancano ancora circa 15000 abitanti che hanno la Messina a Messina ma che di fatto sono al Nord e estero. Per Messina non scrivo più niente altrimenti i miei post non vengono pubblicati. Per il lavoro metti un giornalista alla fermata della Sais e ferrovie e vedi quanta gente viaggia per Catania dove si lavora. Noi ancora parliamo Ponte si Ponte no Aeroporto si aeroporto no. Gente stupida

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  13. Vanno via tutti ?
    Meglio…..staremo più larghi.

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  14. mi piacerebbe conoscere le idee di almeno uno dei 13 di quelli del “pollice verso “al mio commento che dicesse del perche’ ..e cosa pensa Lui ….Grazie

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  15. La crisi demografica è senza rimedio, bisogna approfittarne per demolire interi quartieri squallidissimi e creare ampi spazi e parchi, come nei posti civili. Quasi tutta la fascia a valle del viale Sammartino fino al mare è orrenda, demolire un centinaio di isolati fatiscenti sarebbe un grande rilancio anche delle quotazioni immobiliari.

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