Lungomare di Pace, barche abbandonate piene di immondizia. Vanja Venuti e un gruppo di giovani si sono rimboccati le maniche, ma lanciano un appello
Barche che diventano pattumiere a cielo aperto. Degrado e sporcizia che si concentra in luoghi che non meritano tanta inciviltà. Ecco un piccolo scorcio di Messina. Le acque dello Stretto, la spiaggia, tanta bellezza mortificata così. Siamo a Pace, nella zona della litoranea nord della città. Ed ecco come, finita l’estate, viene ridotta e abbandonata questa porzione di spiaggia.
Gli esempi positivi
Ma questo scempio non è rimasto invisibile agli occhi di chi ha deciso di impegnarsi per “salvare” Messina dal degrado. Vanja Venuti e un gruppo di giovani volontari, che si riuniscono per ripulire spiagge e luoghi della città deturpati, si sono messi in azione e hanno ripulito tutto. Avevamo incontrato Vanja poche settimane fa. E’ una messinese giramondo, il Covid l’ha fermata a Messina, la sua città. E non si è rassegnata nel vedere quanto i messinesi siano capaci di distruggere ciò che ci circonda. Si sono uniti a lei tanti ragazzi, accomunati dalla voglia di fare qualcosa di concreto e tangibile.
L’entusiamo di Vanja
Pochi giorni fa hanno visto queste barche “parcheggiate” sulla spiaggia a Pace. Barche trasformate in cassonetti. Dentro hanno trovato di tutto. Un ricettacolo di rifiuti di ogni genere. Hanno indossato i guanti e si sono dati da fare. Ma Vanja non vuole rassegnarsi: «Abbiamo ripulito queste barche, ma pretendiamo che siano rimosse, sia quelle abbandonate che quelle di proprietà (alcuni hanno anche montato un moletto) perché a causa di alcuni cittadini incivili sono diventate e continueranno ad essere dei cassonetti. Ho anche fatto una segnalazione alla Guardia Costiera. C’è un rischio di natura igienico sanitaria perché la rampa che porta alla spiaggia è completamente ostruita da queste barche e spazzatura».
Liberi cittadini che scelgono di non rimanere fermi e in silenzio ma che si vogliono battere per una città più pulita. Altre segnalazioni di questo genere ci sono giunte anche da altre porzioni del litorale messinese. Pochi giorni fa altre barche-cassonetto sono state immortalate sul lungomare del Ringo. Una situazione inaccettabile.
In questo senso l’assessore comunale Dafne Musolino si era impegnata a liberare il litorale messinese dalle barche abusive. Con questa finalità è stato introdotto l’obbligo di registrazione delle barche, in estate sono state anche prelevate vecchie imbarcazioni abbandonate a Torre Faro. Evidentemente però non basta. Serve un’azione più incisiva. Lo chiedono Vanja e i ragazzi che si sono sporcati le mani per ripulire tutto. E lo chiedono i cittadini che meritano una città più pulita. Sperando che il prossimo incivile che passa da lì non confonda una barca con un cassonetto.
Vermicane
Hanno tolto i cassonetti e gli incivili usano le barche per deporre di tutto. Le barche sono nei pressi dello scivolo di alaggio, che si vede in foto realizzato proprio per le imbarcazioni. I proprietari delle barche storicamente mettono al riparo le barche nei pressi dello scivolo, che serve a questo scopo. Dal quando non ci sono più i cassonetti le imbarcazioni vengono prese d’assalto dagli incivili.
Molto bravi, c’è da sperare su questi giovani che vanno sostenuti in tutti i modi. L’amministrazione comunale o chi di dovere pongano fine allo scempio delle barche abbandonate. La spiaggia è di tutti, chi la occupa abusivamente o paga l’occupazione, oppure le tolga
Le barche quest’anno sono rimaste ferme per il covid. Non sono abbandonate. Messina è una città di mare, come tutte le città di mare ha le barche, anzi i messinesi hanno realizzato la storia: la paciota, il lontro, la feluca etc. sono barche tipicamente messinesi. La spiaggia è di tutti, in quest’ottica pagano le barche, allora anche i bagnanti, gli ombrelloni etc. In realtà le barche da sole non sporcano, sono gli incivili che bivaccano sulla spiaggia a riempirle di immondizia. Giovanni te la prendi con le barche, che da secoli sono sulla spiaggia e non con quelli che ci buttano dentro l’immondizia. Il ragionamento non lo capisco. È come dire: la colpa è del coltello, non di chi ha dato la coltellata. Per usare un paragone violento ma chiaro.