A Messina e nel mondo abbattiamo i muri dell'ingiustizia

A Messina e nel mondo abbattiamo i muri dell’ingiustizia

Marco Olivieri

A Messina e nel mondo abbattiamo i muri dell’ingiustizia

lunedì 25 Dicembre 2023 - 08:53

Che cosa desiderare sotto l'albero? Un'utopia necessaria fatta di giustizia sociale, pace, diritti e lavoro, da costruire nella quotidianità

Auguri, care lettrici e cari lettori di Tempostretto. Buon Natale, quali che siano il vostro credo e le vostre convinzioni. Ma che cosa vorremmo trovare sotto l’albero? Facile rispondere pace, giustizia sociale, libertà, diritti, bellezza, lavoro e legalità. Molto più difficile costruire percorsi che reggano alla prova del tempo. Che aiutino a credere, nel locale e nel globale, a Messina e nel mondo, ad alternative solide.

Un altro mondo è possibile, a Natale e ogni altro giorno, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. E allora soccombiamo a una quotidianità densa di problemi e di montagne spesso insormontabili. Ma si tratta di un’utopia necessaria, per nulla ingenua. Di una rivoluzione che richiede una costruzione lenta e quotidiana.

In questo quadro, gli elementi tossici non mancano. Da dove iniziare? L’elenco è lunghissimo. Le periferie dimenticate, mentre nuovi muri si aggiungono a quelli esistenti. E così si alimenta la separazione tra i tantissimi che hanno poco e i pochissimi che detengono ricchezza e potere.

Dal lavoro che non c’è alle ingiustizie sociali

La sanità pubblica che perde colpi a favore del business del privato. Il lavoro che non c’è. La casa che non c’è, tra morosità incolpevole e ingiustizia sociale. Ingiustizia che prolifera nell’assenza di un modello di politiche sociali all’altezza delle sfide contemporanee.

E ancora: la lotta quotidiana ai migranti, in un’Europa che da anni calpesta umanità e diritti. Le mafie e le criminalità che prosperano lì dove lo Stato non mostra il suo volto di equità e attenzione a tutti, in misura maggiore ai più deboli. Le vecchie e le nuove povertà. Le guerre mondiali e le guerre quotidiane nei nostri territori. Il malessere mentale e psicologico. La poca attenzione alle nuove generazioni, alle loro potenzialità, e agli anziani. Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. I femminicidi e tutti gli attentati all’altrui libertà e al rispetto dell’essere umano.

Ripartiamo dalla Costituzione

Le barriere sociali, culturali, architettoniche. Gli attentati all’ambiente, mentre prevale un’idea acritica del capitalismo, con le sue devastazioni e i suoi inquinamenti. E potremmo continuare all’infinito, da Messina a tutto il pianeta. Allora, ripartiamo da un’idea di bene pubblico, d’interesse generale, di progresso sociale e culturale, con al centro la nostra bistrattata Costituzione. Ripartiamo dall’articolo uno: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Dall’articolo due: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

L’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

L’articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Ripartiamo dunque, ognuno in base al proprio ruolo, dalla nostra Carta costituzionale. Povertà, disuguaglianze e guerre non sono l’unico orizzonte possibile. Oltre i muri esiste un altro mondo, una luna e un sole che non spesso non guardiamo. Un orizzonte a cui tendere, a Messina e nel mondo.

Buon Natale.

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4 commenti

  1. Buon Natale a tutta la redazione

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  2. E allora apriamo queste strade, per i soccorsi ed il commercio.
    Buon Natale a tutti !

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  3. Giustamente, qualcosa toccava scrivere. Ma cosa crede che cambierà mai??? A Messina, in meglio sicuramente nulla……per cambiarla dovrebbero estinguersi (nel senso di civiltà OVVIAMENTE) i messinesi. Faccio un esempio: per far risorgere la città, tutti i messinesi dovrebbero andarsene da Messina, ma non dovrebbero stare sparsi in tante città diverse altrimenti le rovinerebbero….dovrebbero stare in un unico luogo: tutti loro insieme. A Messina il problema sono i messinesi, é inutile prendersela con il sindaco, i vigili, l’amministrazione, lo Stato, la disoccupazione, la crisi ecc ecc: finché il messinese medio non si convertirà alla civiltà nulla cambierà.

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  4. Auguri anche a lei Direttore e a tutta la redazione di Tempostretto 🤩….gli articoli della Costituzione da lei citati andrebbero sempre ripassati,( ha fatto benissimo a ricordarceli)in modo tale da rimanere impressi nella memoria di ognuno di noi …..e in generale tutta la Carta Costituzionale non dovrebbe MAI essere dimenticata, ma soprattutto rispettata …. purtroppo non avviene né l’ una, né l’altra perché il risultato che abbiamo dappertutto è che i diritti e i doveri restano impressi solo negli articoli della Costituzione e non nella mente e nella coscienza di ognuno di noi!!!!!

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