A Messina si custodiscono i capelli della Madonna?

A Messina si custodiscono i capelli della Madonna?

Daniele Ferrara

A Messina si custodiscono i capelli della Madonna?

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domenica 14 Giugno 2020 - 10:54

Due ciocche di capelli usate per legale la Sacra Lettera inviata alla comunità cristiana di Messina

Messina, mese di Giugno: per due volte viene portato in processione un reliquiario contenente due ciocche di capelli (superstiti di tre) che secondo la leggenda la Beata Vergine Maria si tagliò e usò per legare la Sacra Lettera che spedì alla neocostituita comunità cristiana di Messina; la prima volta durante Solennità della Madonna della Lettera, e poi nella Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, cioè il Corpus Domini.

Il Vascelluzzo

Imbarcata all’interno d’una varetta di forma navale – lu Vascelluzzu – viene portata in processione per le strade della metropoli peloritana una reliquia che non ha pari nel mondo cristiano. Questo avviene in ricordo della carestia scoppiata a Messina a causa dell’embargo inflitto da Carlo I d’Angiò, Re di Sicilia, durante la Guerra del Vespro, quando la città sarebbe stata salvata dal provvidenziale arrivo d’un bastimento di grano che secondo la leggenda era stato mandato dalla Madonna, eludendo il blocco navale; ma in realtà, è semplicemente stata riprodotta la varetta naviforme molto comune nelle processioni isiache delle antichità, dove già alla dea (Iside, interpretata anche come Demetra e Persefone) si attribuiva l’elargizione generosa di prodotti della terra. L’associazione d’una tale processione al Corpus Domini, poi, si deve anche al fatto che avvenisse originariamente in corrispondenza della Pasqua, trattandosi pienamente d’un mistero di Resurrezione.

Custodita nel Duomo

La sacra reliquia in quest’uniche due occasioni viene consegnata alla comunità municipale dei fedeli: è custodita nel Duomo per tutto il resto dell’anno. Giacché, secondo la tradizione, Maria non morì ma si addormentò e a quel punto fu assunta in cielo (l’Assunzione, festeggiata con la nostra Vara); non esistono nel mondo sue parti del corpo trattenute come reliquie (credibili, s’intende); le uniche, che sono rimovibili, sono la ciocca di capelli custodita a Messina e alcuni donati da essa a Palmi.

Ora, credo che sia sufficientemente semplice rendersi conto della preziosità dell’oggetto che ci troviamo per le mani.Abbiamo i capelli della Madonna; e nessuno nel mondo se ne cura. Come minimo Messina dovrebbe essere meta religiosa di pellegrinaggio mariano. Perché non è così? In quest’epoca si è sviluppato un “Madonnesimo” rampante: milioni di persone vanno a Medjugorje, a Lourdes, a Fatima, inseguendo tracce introvabili di apparizioni ineffabili, e invece non manifestano alcun interesse per vedere una reminiscenza fisica della persona alla quale rendono culto. Forse nessuno ci crede?

Messina città mariana

Al di là di dogmi e definizioni che le varie Chiese elaborano, la Madonna rappresenta la “co-deità” del Cristianesimo in coppia con il Cristo Signore, la controparte femminile a quella maschile. Risparmiamo qui la definizione che la Chiesa Cattolica effettivamente dà alla figura di Maria e quale dovrebbe essere la sua funzione nel Cristianesimo più genuino, ma ci limitiamo a concentrarci su cosa realmente rappresenti (anche inconsciamente) nella mente della cultista meno catechizzata (cioè quella media). Oltretutto, il culto mariano è superiore quello degli Arcangeli (ossia, esseri superiori creati incommensurabilmente prima dell’umana stirpe). Ma qui non facciamo teologia, né critichiamo, anzi mettiamo in evidenza l’importanza che dovrebbe avere Messina per la custodia d’una siffatta reliquia.

Archeogenetica

Anche se fanno temere che le nostre credenze possano infrangersi, le analisi possibili alla moderna archeogenetica riservano talvolta grandi sorprese. Alcune ricerche svolte sulla Sacra Sindone di Torino hanno rivelato particolari (resti di pollini della regione del Giordano, per esempio) che fanno pensare a un’autenticità della reliquia difficilmente confutabile (si voglia pure negare che l’uomo che avvolse sia risorto). Allo stesso modo, un’analisi del DNA effettuata sui Sacri Capelli di Messina, ipotizziamo, potrebbe rivelare ch’essi provengono dal capo d’una donna il cui aplogruppo mitocondriale è(ra, duemila anni fa) molto comune nel vecchio Regno Erodiano; oppure no, è una supposizione ovviamente.

La noncuranza verso la possibilità d’avvalorare o smentire la genuinità della tradizione appare irrispettosa dalla parte studiosa – che, come spesso accade con le cose della tradizione, se ne lava le mani senza nemmeno sporcarsele, bollandola come falsa –, incomprensibile dalla parte religiosa – che tutto l’interesse avrebbe di diffondere la venerazione per le reliquie, prove della Fede – e dannosa dalla parte governativa – giacché creare una situazione di pellegrinaggio certamente farebbe bene all’identità e all’economia della città.

Se dovesse scoprirsi qualcosa di sconvolgente che avvalora la possibilità che quei capelli davvero siano appartenuti a una donna d’antica etnia israelita – dunque restringendo drasticamente il campo –, non sarebbe forse una scoperta d’enorme importanza?

Il culto della Sacra Lettera, oggi poco affermato all’interno della stessa Santa Chiesa (poiché introdurrebbe Messina all’interno d’una disputa di privilegi sacri), risulterebbe infine valido, cioè dotato di fondamento storico.

Si dice che Gesù Cristo abbia detto: “Se la tua mano ti è di scandalo, tagliala”; ebbene, non ha senso portare avanti il culto per una lettera scritta da Maria Vergine e per i suoi capelli se, di contro, bisogna farlo tiepidamente perché altrimenti si sfocerebbe nel rivendicare un super-primato della Chiesa di Messina giacché, se molte vantano d’essere state evangelizzate dagli Apostoli in persona (o ne hanno reliquie), nessun’altra chiesa municipale (o quasi) ricevette mai il privilegio d’una lettera scritta da Maria e per giunta corredata dai suoi capelli. Perché la soluzione più ovvia dovrebbe essere mantenersi in un limbo tra il coltivare la tradizione e il tenerla nascosta?

Le tradizioni vanno messe al vaglio nel corso dei secoli, ogni qualvolta ci siano mezzi nuovi per esplorarle; ora ci sono. Ora bisogna che s’indaghi su questa pia tradizione di Messina e vedere di rendere la città una meta di serio pellegrinaggio.

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Un commento

  1. È evidente che la prima a non essere interessata alla veridicità dei capelli é la chiesa. Oltre a non interessare alla politica, all’economia Messina non interessa neanche alla chiesa. Xxxxxxx con la politica e l’economia

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