Le posizioni di Wwf e dell'europarlamentare Corrado, che invocano l'Ue. Ma anche la partecipazione di messinesi e calabresi alla conferenza stampa
Oggi erano in tanti, a Roma, a dire “no” al ponte sullo Stretto di Messina. Il via libera ambientale non cambia la posizione di molte realtà, associazioni e partiti, contro la grande opera. Nella sala Capranichetta dell’Hotel nazionale Montecitorio si è tenuta stamattina la conferenza stampa. Significativa anche la delegazione messinese e calabrese. Tra le posizioni, spicca quella del Wwf Italia che mette in evidenza: “Per fermare la realizzazione del ponte, siamo pronti a rivolgerci all’Unione europea. I temi per un reclamo comunitario sono tre: l’assegnazione dell’opera senza gara di appalto, avvenuta grazie ad una sottostima dei costi: la violazione delle direttive habitat e uccelli e quindi delle normative su Rete Natura 2000; la mancata applicazione della procedura di Valutazione ambientale strategica”.
“Tre e più motivi per dire no al ponte secondo il Wwf”
Mette in evidenza il Wwf: “È proprio di queste ore la notizia di un tentativo di rifinanziare il Ponte per 3 miliardi. Noi abbiamo più volte sostenuto che non si conosce ancora il costo dell’opera. Certo è che la stima che ha consentito l’assegnazione dell’opera senza gara di appalto è stata fatta su misura del Consorzio Eurolink, che aveva vinto la precedente gara di appalto. Infatti, tarando il costo del ponte al 50% in più della cifra che aveva permesso ad Eurolink di vincere, si è evitato di procedere a nuova gara. Ma è di tutta evidenza che si tratta di un escamotage e che già oggi, prima che i cantieri aprano, tutti sanno che il ponte costerà ben di più dei 13,5 miliardi dichiarati”.
E ancora: “Rispetto ai temi naturalistici la questione da porre in sede comunitaria riguarda sia i criteri adottati per la redazione delle valutazioni d’incidenza sulle aree di Rete Natura 2000, su cui il Ponte impatta per ammissione stessa del progettista, sia per la risibilità delle mitigazioni ipotizzate, ma soprattutto per assenza della valutazione del cosiddetto effetto cumolo che è obbligatoriamente richiesto dalle direttive comunitarie in materia”.
“Se possibile ancora più grave il punto riguardante la Valutazione ambientale strategica, che non si è voluta applicare sulla base di discutibili interpretazioni giuridiche. Il Ponte non è un’opera ma un insieme di opere. E non a caso i proponenti parlano di “sistema Ponte”. Un sistema che tra l’altro deroga i piani paesaggistici delle Regioni e quelli regolatori dei Comuni. La Vas volutamente è stata evitata perché avrebbe imposto un sistema di obiettivi di sostenibilità pertinenti rispetto ai quali valutare le opere”.
“Da Messina e Villa San Giovanni per rappresentare la voce degli espropriandi”
Ma torniamo alla conferenza stampa di oggi. Significativa la partecipazione messinese e da Villa San Giovanni. Da parte sua, Tonino Cafeo, di Sinistra italiana, ha messo in evidenza l’importanza della partecipazione degli espropriandi: “In una sala gremita all’inverosimile, hanno cominciato a parlare Rossella Bulsei (presidente di Titengostretto di Villa, n.d.r.) e Mariolina De Francesco (comitato No ponte Capo Peloro, n.d.r.), rappresentanti delle famiglie a cui i cantieri del ponte toglieranno la casa. Dietro ogni quadratino disegnato sulle mappe c’è una storia. Ci sono persone che stanno subendo un danno esistenziale oltre che materiale. Come si può pensare che il sacrificio di queste persone sia utile alla società quando sappiamo che i pareri positivi dati al ponte sono gravati da obiezioni e prescrizioni condizionanti? Messina e Villa San Giovanni soffrono di carenze idriche gravi, sono costruite su aree sismiche, soffriranno una crisi sociale senza reali contropartite. Anche per questi motivi diciamo ancora no al ponte perché la mega opera non sorgerà nel deserto ma lo creerà”.
Partiti e associazioni no ponte, le adesioni
Tanti i promotori dell’iniziativa a Roma: Anpi, Arci, Cgil Messina, Cgil Reggio Calabria, Cgil Calabria, Cgil nazionale, Cgil Sicilia, Greenpeace, Invece del Ponte, Italia Nostra Messina, Legambiente, Libera, Movimento 5 Stelle, No Ponte-Capo Peloro, Partito democratico, Rete degli studenti medi, Sbilanciamoci, Sinistra Italiana, Titengostretto, Verdi, Udu, Uisp e Wwf.
L’eurodeputata Corrado (Pd): “La Sicilia ha bisogno d’interventi strutturali seri”
Tra i partecipanti anche Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare del Gruppo S&D, Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici. Ha sottolineato la deputata europea: ““Siamo orgogliosi di essere qui oggi a combattere questa battaglia con tutte le realtà coinvolte. Il Ponte sullo Stretto è un’opera dannosa, la cui realizzazione produrrebbe effetti devastanti su un territorio già vessato da una gravissima situazione per consumo di suolo, stress idrico e mancata infrastrutturazione dei trasporti e delle ferrovie, cui questo governo rifiuta di porre rimedio. La Sicilia ha bisogno di interventi strutturali seri, non di assistere all’ennesima distrazione propagandistica del Governo. Un progetto che fa acqua da tutte le parti non è assolutamente una risposta adeguata”.
“Non possiamo ignorare i rischi per la salubrità ambientale e il costo che questo ecomostro avrebbe in termini di preziosissime risorse pubbliche, dalla devastazione della biodiversità al drammatico consumo di suolo e acqua, per non parlare delle ripercussioni che avrebbe sul traffico marittimo”, ha aggiunto l’eurodeputata del Partito democratico, promotrice di un’interrogazione parlamentare rivolta alla Commissione europea. “La Commissione europe – s’interroga Corrado – ritiene in tutta coscienza di poter dare il proprio benestare alla costruzione del ponte sospeso più grande d’Europa su faglie attive, in un’area che si configura ad elevata sismicità?”.