I lavoratori dell'azienda meridionale acque non ci stanno ad essere considerati gli unici artefici delle inefficienze che si registrano quotidianamente. Chiedono a gran voce nuove assunzioni, sono pronti anche alle proteste eclatanti.
Mentre ogni giorno in città c’è una protesta di chi perde il lavoro, di chi rischia di essere licenziato, di chi non vede più un futuro occupazionale, esiste una realtà in cui i lavoratori si trovano costretti a dover alzare la voce per invocare nuove assunzioni perché loro, da soli, non ce la fanno più. Accade all’Amam, dove le carenze di personale sono ben risapute, ma dove in questi anni mai si è pensato di ricollocare lavoratori rimasti senza occupazione. O meglio, il pensiero c’era stato, ma è mancata la volontà di intervenire. Si era parlato ad esempio della possibilità di far transitare all’Amam gli ex Cea, i lavoratori che si occupavano della manutenzione stradale per conto del Comune. Ma niente è stato fatto. Adesso i rappresentanti aziendali della Filctem Cgil e della Femca Cisl sono tornati ad affrontare il nodo del riassetto organizzativo dell’azienda.
“Corretto inquadramento delle attuali figure professionali, progressioni verticali interne e nuove assunzioni sono le urgenze che i lavoratori e il sindacato rivendicano, attraverso l’espletamento dei riti ad evidenza pubblica laddove la legge lo ritiene obbligatorio” dicono le due organizzazioni sindacali.
“La carenza di personale all’Amam è diventata insostenibile per la gestione in sicurezza e piena efficienza del servizio essenziale di distribuzione dell’acqua alla città”. A raccontare il perché sono proprio le due organizzazioni sindacali. “Gli ultimi casi che hanno visto protagonisti addetti dell’Amam relazionarsi con l’utenza dimostrano una volta di più il grado di esasperazione con la quale i lavoratori devono affrontare ogni giornata lavorativa, misurandosi con le proteste e, spesso, le minacce di una utenza che ogni giorno di più lamenta disservizi e criticità. E pur tra mille difficoltà, le maestranze dell’Amam non si sono mai sottratte dal mantenere un elevato rigore etico, sia nello svolgimento delle loro mansioni, sia nel rapporto con i cittadini”. Il riferimento è di certo a quelle giornate di caos assoluto per emergenza idrica che si sono verificate negli ultimi tempi, caos determinato anche dall’impossibilità, denunciata da moltissimi cittadini, di mettersi anche solo in contatto con i centrali dell’azienda per avere informazioni utili. I lavoratori non ci stanno ad essere considerati gli artefici di tutte le inefficienze dell’azienda acquedotto.
“Da anni le rappresentanze sindacali hanno chiesto, ai vari CDA che si sono alternati, di farsi carico, insieme alla direzione aziendale, della riorganizzazione dei servizi e dei carichi di lavoro. Il tutto è stato sempre richiesto nel pieno rispetto delle normative vigenti, che negli ultimi anni sono diventate sempre più stringenti in materia impiego nella P.A. ma che comunque hanno sempre consentito di poter assumere del personale, cosa che non è mai avvenuta, facendo riflettere sui condizionamenti politici che, con ogni probabilità, gli stessi CDA hanno subito. Nel tempo, i vertici aziendali si sono trincerati sempre dietro l’ambiguità dello stato giuridico dell’azienda, ma ci chiediamo e ci chiedono i lavoratori e l’opinione pubblica: se non conoscono e non conoscevano lo stato giuridico dell’Azienda, come hanno fatto ad amministrare la stessa fino ad ora?” Richieste fatte spesso negli anni ma che fino ad oggi hanno trovato solo silenzio. Adesso vogliono precise risposte e chiedono che finalmente sia dato inizio al completamento graduale della pianta organica, reclutando il personale mancante secondo le necessarie procedure ad evidenza pubblica, che sia dato impulso alle crescite professionali interne, che venga completato il quadro dirigenziale, oggi quasi del tutto scoperto e che vede presente solo del Direttore Generale.
Non sono più disposti ad avere pazienza e sono pronti alla proteste, anche eclatante se sarà necessario. E proveranno a fare luce sulle diverse responsabilità che hanno condotto nel tempo l’azienda a questo disastroso stato. (Francesca Stornante)