Borghi rurali siciliani in vendita, tre in provincia di Messina

Borghi rurali siciliani in vendita, tre in provincia di Messina

G. Spano

Borghi rurali siciliani in vendita, tre in provincia di Messina

mercoledì 23 Ottobre 2013 - 14:52

Schisina, San Giovanni e Salvatore Giuliano, insieme ad altri nove, saranno alienati ai privati

L’Assemblea regionale siciliana, su mozione del primo firmatario Nello Musumeci, con voto unanime, ha deciso di procedere all’alienazione ai privati di 12 borghi rurali sparsi nelle nove province isolane esclusi dagli interventi di riqualificazione adottati dalla Regione attraverso l’Esa.
La vendita, per evitare speculazioni e garantire la conservazione delle caratteristiche originarie del patrimonio architettonico, prevede sia il vincolo di destinazione ad attività turistico-ricettiva sia l’inalterabilità della cubatura.

I dodici borghi in vendita sono: Schisina, San Giovanni e Salvatore Giuliano in provincia di Messina; Portella della Croce, Gaetano Schirò, Vicaretto e Domenico Borzellino in provincia di Palermo Bruca in provincia di Trapani; Pietro Lupo in provincia di Catania; Baccarato in provincia di Enna; Petilia in provincia di Caltanissetta e Antonino Bonsignore in provincia di Agrigento.

Gli interventi strutturali dovranno essere finalizzati ad un “disegno organico complessivo che rimodula il rapporto tra gli antichi centri e le aree vicine e propone nuove funzioni di servizio e di promozione che si collegano in maniera più pertinente alla profonda trasformazione dei territori rurali e all’obiettivo di un loro sviluppo sostenibile”.

La nascita dei borghi ha le sue radici nella legge Tassinari che, nel 1939, avviò il programma di espropriazione e frazionamento, in lotti di estensione non superiore a venticinque ettari, del grande latifondo con l’assegnazione dei terreni ai contadini che, a canone agevolato e dilazionato, avrebbero potuto riscattarli.
La riforma contemplava anche la realizzazione di case coloniche e di una serie di servizi (scuole, chiese, ufficio postale, stazione dei carabinieri negozi per gli artigiani, empori) che potessero assicurare agli agricoltori condizioni accettabili di vivibilità.
La rivoluzione agraria prevedeva la costruzione di numerose borgate rurali di servizio, da situare nell’area interessata a distanza di cinque o sei chilometri l’una dall’altra o con un potenziale raggio d’azione di diecimila ettari, integrate da eventuali sottoborghi intermedi.
In realtà il sostanziale fallimento del programma ridusse i borghi in condizioni di totale abbandono e degrado e molti non furono neppure abitati.
Nel dopoguerra furono trasferiti all’Ente per la riforma agraria siciliana e dal 1965 entrarono a far parte del patrimonio dell’Esa, l’Ente di sviluppo agricolo siciliano.

In particolare, il borgo Salvatore Giuliano, ricadente nel Comune di San Teodoro ed intitolato ad un caduto decorato di medaglie d’oro, ucciso nel 1938 dai ribelli abissini a Zeriba in Africa Orientale, fu progettato dall’architetto Guido Baratta e realizzato nel 1940 dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano.

Il borgo Schisina si trova posto a quota 800 metri nel territorio del Comune di Francavilla di Sicilia, sulla strada statale 185 di Sella Mandrazzi, ed è stato edificato negli anni 1953-1955 quale borgo di servizio per i 148 lotti e per le case degli agricoltori assegnatari realizzate nel comprensorio di Francavilla in base ai piani di ripartizione della riforma agraria.
E’ costituito da otto edifici principali destinati a caserma dei carabinieri, delegazione municipale, ambulatorio medico, ufficio postale, scuola, due botteghe artigiane, chiesa, forno, trattoria e rivendita ed alloggi per gli addetti ai vari servizi.
Il villaggio di Schisina è inutilizzato ed in passato vi furono girate alcune scene del film “L’avventura” di Michelangelo Antonioni.

Il borgo San Giovanni, sempre nel territorio di Francavilla di Sicilia, è stato realizzato negli anni 1954-1959 ed é costituito da una scuola, una chiesa, da venticinque edifici per alloggi e dal bevaio.
L’accesso è possibile attraverso una strada dissestata, realizzata nel 1953 e lunga circa tre chilometri, che si dirama dalla strada statale 185 Francavilla di Sicilia-Novara di Sicilia, in località Ponte San Paolo, e le strutture esistenti risultano abbandonate da anni e necessitano di notevoli interventi di ripristino. (G.S.)

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