Il carnevale dalle origini ai giorni nostri: alla scuola Ferraù un viaggio tra storia e tradizioni

Il carnevale dalle origini ai giorni nostri: alla scuola Ferraù un viaggio tra storia e tradizioni

Il carnevale dalle origini ai giorni nostri: alla scuola Ferraù un viaggio tra storia e tradizioni

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martedì 28 Febbraio 2017 - 14:24

Su iniziativa dell'Accademia Zanclea la scuola Ferraù dell'Istituto Comprensivo Giovanni XXIII ha ospitato la lectio magistralis del prof. Franz Riccobono sul carnevale. Una mattinata alla scoperta di vecchie leggende, tradizioni e usanze dei giorni nostri.

Quando il carnevale non è una carnevalata. E tuttavia rimane un evento gioioso nella misura in cui permane nel suo valore educativo. Così si è svolta la lezione voluta dalla preside Caterina Celesti e su proposta di Accademia Culturale Zanclea in collaborazione con l’istituto comprensivo “Giovanni XXIII -Villaggio Aldisio”. Relatore magistrale della lezione è stato il prof. Franz Riccobono, celeberrimo conoscitore di ‘cose’ messinesi e siciliane, che gratuitamente ha voluto omaggiare questa Scuola brillantemente diretta e organizzata a squadra da un ottimo corpo docenti.

I soci fondatori dell’Accademia, guidati dalla preside, sono rimasti più che ammirati nel giro di conoscenza della struttura scolastica in merito a ciò che al giorno d’oggi è ben difficile trovare in una scuola italiana, siciliana, messinese, di quartiere non-‘in’; si è toccata con mano la vera ‘buona scuola’, la ‘buona scuola’ che si è fatta dal ‘basso senza attendere la ‘manna dal cielo’ dall’alto dei ministeri, della regione, dell’autorità metropolitana.

A questa atmosfera di alta qualità educativa si è sposata opportunamente la ‘lectio magistralis’ di Franz Riccobono che ha spaziato dai primordi fino ai nostri giorni: ha iniziato rammentando le dionisiache greche, i saturnali romani, la festa in onore della dea egizia Iside, caratterizzata dalla presenza di gruppi mascherati, il rito babilonese vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale.

In analogia al nostro carnevale, durante le feste dionisiache greche e i saturnali romani si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento sociale simbolico.

Il Carnevale, per altro, segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi: indicativo è il "funerale" di re carnevale che culmina con il rogo del re carnevale, rappresentato da un fantoccio.

In origine, per il mondo cristiano, il Carnevale era funzionale alla Quaresima, e si trattava di due periodi che rivestivano un profondo significato spirituale, allo stesso modo di come nelle dette civiltà pre-cristiane questo festeggiamento liberatorio aveva assunto un’ altrettanto importante valenza simbolica e sacra.

La natura del festeggiamento odierno da noi comporta soprattutto pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi ed in ispecie è distintivo e caratterizzante del carnevale l'uso del mascheramento. La parola carnevale, secondo alcuni, deriva dal latino ‘carnem levare’ (eliminare la carne), forse influenzata anche dal latino vale (quasi fosse ‘carne, addio!’): infatti indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (il Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima, preceduto da altri bagordi commensali in occasione del giovedì grasso e dei giorni a seguire, principalmente tenuti nell’ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima, Quaresima che inizia con il Mercoledì delle ceneri.

Tutto questo nella tradizione carnascialesca.

La nostra epoca tuttavia si caratterizza per lo svuotamento di contenuto di particolari periodi dell’anno solare, che in passato si legavano ad una valenza simbolica e occasioni e che oggi invece si riduce a operazioni consumistiche e commerciali, o magari a buone occasioni per rifuggire da impegni quali ‘ponti’ o vacanze varie approfittando della chiusura di scuole e uffici.

La relazione ha avvinto i giovanissimi spettatori, di fascia scolare dalla seconda elementare alla terza media, che hanno rivolto al prof. Riccobono tante domande e osservazioni. Al dibattito hanno partecipato anche genitori degli alunni, docenti e ovviamente i membri dell’Accademia: Ada Midiri ha auspicato che sorga una volontà popolare cittadina che in nome dell’identità cittadina – in atto poco sentita – richiami le più antiche tradizioni, la prof. Celestina Martino si è compiaciuta della presa che l’iniziativa odierna ha avuto presso gli alunni, le docenti, le famiglie e la dirigente, mentre il prof. Claudio Stazzone ha esaltato il ruolo che le famiglie hanno nel processo educativo in interazione con la scuola.

La preside Caterina Celesti ha chiuso l’incontro soddisfatta di questo secondo incontro interattivo con Accademia Culturale Zanclea ed aperta ad ulteriori occasioni di collaborazioni con Accademia e col prof. Riccobono.

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