Acciuffato a Barcellona il latitante di San Luca Giuseppe Romeo detto "Maluferru": era nell'elenco dei latitanti più pericolosi del Paese
“Maluferru”, al secolo il 35enne di San Luca Giuseppe Romeo, stavolta l’hanno acciuffato: e le forze dell’ordine sono riuscite a scovare nel cuore della Spagna, a Barcellona, quello che era considerato uno dei venti latitanti più pericolosi del nostro Paese.
La cattura
Alle ore 19.30 circa di ieri, nella città di Barcellona, l’Equipo Operativo della Guardia Civil spagnola ha localizzato e catturato il pericoloso latitante di San Luca (RC) ROMEO Giuseppe classe 1986, nell’ambito di un’operazione di polizia resa possibile dalla cooperazione fornita dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato sotto l’egida della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni BOMBARDIERI, in stretto raccordo con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione Centrale della Polizia Criminale nell’ambito del più ampio progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) promosso dall’Italia insieme al Segretariato Generale dell’OIPC-Interpol di Lione.
Il latitante è stato arrestato in Spagna in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo emesso nel mese di novembre 2018 dal G.I.P. di Reggio Calabria su richiesta della locale D.D.A. nell’ambito della citata operazione di polizia internazionale.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dello S.C.O. – coordinati dal Procuratore Aggiunto Giuseppe LOMBARDO e dai Sostituti Procuratori Simona FERRAIUOLO e Alessandro MOFFA – hanno fornito ai colleghi spagnoli significativi elementi sulla presenza nella penisola iberica di Giuseppe Romeo, che era riuscito a sottrarsi all’esecuzione dell’operazione internazionale “European ‘Ndrangheta Connection” eseguita il 5 dicembre 2018 da una Squadra Investigativa Comune composta da diverse Forze di Polizia italiane – Polizia di Stato e Guardia di Finanza – ed europee (BKA tedesco, FIOD olandese e Polizia Belga), con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, della Procura di Duisburg (D), dell’Autorità Giudiziaria Olandese, di Eurojust e di Europol.
Fra i latitanti più pericolosi
L’arresto della “primula rossa” sanluchese, inserita nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia stilato dal Ministero dell’Interno, rappresenta un momento di particolare rilievo nella generale attività di contrasto al narcotraffico internazionale gestito dalla ‘Ndrangheta.
Colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere e destinatario di un decreto di sequestro preventivo nell’ambito dell’inchiesta “European ‘Ndrangheta Connection”, il 13 novembre 2020 è stato condannato dal G.U.P. di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione per partecipazione, con ruolo di rilievo, ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, detenzione di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.
Originario di San Luca (RC), di anni 35, conosciuto con i soprannomi “u pacciu”, “maluferru” o “u nanu”, Giuseppe Romeo è figlio di Antonio Romeo classe 1947 alias “centocapelli”, ritenuto contiguo alla cosca ROMEO intesi “stacchi” di San Luca (RC), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Parma.
Il narcotraffico
Il suo ruolo all’interno di una delle tre consorterie di cui era composta la vasta associazione per delinquere disarticolata con l’operazione European ‘Ndrangheta Connection, ovvero il gruppo “PELLE-COSTADURA-ROMEO”, era quello di promotore, organizzatore e finanziatore dei traffici di cocaina in Europa.
Egli aveva infatti stabilito la propria dimora in Germania, ma faceva la spola fra la Calabria, la Lombardia e l’Europa nord-occidentale al fine di stringere accordi con i fornitori dello stupefacente e con alcuni intermediari dimoranti in Belgio, Olanda e Germania, che prevedevano trasporti di 40 Kg di cocaina a settimana dall’Olanda a Milano, con la collaborazione di altri sodali calabresi, alcuni dei quali già condannati in primo grado a parecchi anni di reclusione ad esito del processo scaturito dalla richiamata operazione di polizia.
Giuseppe Romeo è stato condannato (in primo grado di giudizio) anche per aver intestato fittiziamente le proprie quote del bar – gelateria “Cafè La Piazza” di Bruggen in Germania – sequestrato nel corso della medesima operazione “European ‘Ndrangheta Connection” – ad altri soggetti imputati nella stessa inchiesta, nonché per auto-riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nel suindicato esercizio commerciale tedesco.