"Detenzione illegittima". Dura nota del circolo cittadino Arci sul PalaNebiolo

“Detenzione illegittima”. Dura nota del circolo cittadino Arci sul PalaNebiolo

Eleonora Corace

“Detenzione illegittima”. Dura nota del circolo cittadino Arci sul PalaNebiolo

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sabato 12 Ottobre 2013 - 01:20

Il Circolo Arci Thomas Sankara di Messina, in un comunicato stampa, stigmatizza la scelta di ospitare i 52 ragazzi africani arrivati a Messina, nel centro sportivo messo a disposizione dell'Università. L'Arci sottolinea che gli accordi presi durante le riunioni in Prefettura parlavano di un tempo di soggiorno non superiore a tre giorni. "Altrimenti diventa illegalmente un CARA", denuncia l'Arci.

“Non avremmo mai immaginato che nella nostra città si costruissero i presupposti per l’apertura di centri di detenzione per migranti irregolari e richiedenti asilo”.Così il Cricolo Arci Thomas Shankara di Messina interviene nella vicenda che ha visto la città di Messina ospitare 52 migranti in una palestra. “In qualità di componente – raccontano i membri Arci – l’Associazione è stata convocata in seno al Consiglio Territoriale per l’Immigrazione in data 8 ottobre con oggetto: accoglienza richiedenti asilo provenienti da altre provincie, in tale consesso è stato dichiarato che la loro permanenza al PalaNebiolo sarebbe durata non più di 3 giorni e si invitavano le istituzioni presenti, a individuare altre strutture più consone all’accoglienza. Al tavolo istituzionale abbiamo manifestato il nostro dissenso ad accogliere dei richiedenti asilo in una palestra, contravvenendo così ai requisiti minimi della Direttiva 2013/32/UE. Inoltre, abbiamo espresso ad alcuni rappresentati della Giunta Comunale, la perplessità in merito alla scelta di adottare ipotesi proposte dalla Prefettura, senza alcun confronto e senza la garanzia di libera circolazione”.

L’Arci, lamentando che l’accesso al centro in data 10 ottobre è stato negato all’equipe dell’associazione, commenta comunque le informazioni diffuse a mezzo stampa: “Apprendiamo che sono sbarcati a Lampedusa il 23 settembre. Poi trasferite a Pozzallo, al Centro di Prima Assistenza e Soccorso, luogo autorizzato dal Ministero dell’Interno ad un trattenimento massimo di 48 ore, tempo necessario al soccorso ed all’identificazione. Supponiamo, che queste persone siano state sottoposte alla restrizione della libertà personale, senza alcuna convalida della Magistratura, contravvenendo ai dettami costituzionali” Fino a due giorni fa, inoltre, i Somali e gli Eritrei non avevano avuto la possibilità di formalizzare la domanda di asilo.

“Lo status di richiedenti asilo- sottolinea l’Arci – non è garantito da una provenienza geografica ma deriva da una manifestazione della volontà di accedere alla procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato. La presenza di nigeriani e ghanesi, ci restituisce l’immagine di un “non-luogo” dove attendere altri trasferimenti e/o rimpatri, che potrebbe diventare, senza una reale opposizione istituzionale e della società civile, simile all’Umberto I di Siracusa”. Fioccano, infatti, nel frattempo, i confronti con le rispettive ambasciate dei Paesi Africani. L’improvvisato centro di accoglienza al Pala Nebiolo solleva molti dubbi anche di natura giuridica, dal momento che: “se dovesse protrarsi la permanenza degli “ospiti” questo significherebbe aver istituto un centro senza decreto ministeriale e senza i requisiti minimi di legge. I CARA, Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo, istituiti dal Ministero, permettono la libera circolazione degli ospiti, così come previsto dalla legge”. Circolazione che è stata consentita solo dalla giornata di ieri, in determinate fasce orarie.

Esempio opposto ai CARA,è quello dello SPRAR. Ovvero di quei progetti di accoglienza e protezione gestiti dai Comuni attraverso l’Anci. Un sistema a sua volta vittima dei tagli indiscriminati tipici di questi tempi di austerity, che si fonda “sull’ autonomia e inclusione sociale dei richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, si pone agli antipodi delle scelte governative di creare “non luoghi” che con la precedente esperienza dei provvedimenti governativi per l’emergenza Nord africa, hanno fruttato al sistema della Protezione Civile, milioni di euro, spesi per il mero sostentamento materiale”.

Al di là della situazione locale, da condannare, in ambito di migrazione, è l’intera politica Nazionale : “L’Italia, non garantendo standard minimi di accoglienza e un percorso di inclusione, è stata sanzionata dagli organismi europei. È stato accertato che l’Italia è colpevole di comportamenti “inumani e degradanti”. È ormai, diffusa,inoltre, tra i “potenziali” richiedenti asilo la volontà di non rimanere nel nostro paese”. Anche l’Europa, però, ha le sue colpe: “il regolamento Dublino, limita fortemente la libertà di circolazione in Europa per richiedenti asilo e rifugiati, La militarizzazione con cui si affronta la questione migrazione, insieme ai comportamenti spesso criminali di Frontex, produce effetti dolorosi che agiscono materialmente sulle vite di queste persone”.

Il Circolo Arci Thomas Sankara ha maturato nel corso degli anni un’ esperienza decennale nel campo del diritto d’asilo. Le proposte di quella che ormai può considerarsi una vera e propria istituzione in questo settore, vertono principalmente sull’ attuazione delle direttive europee e delle convenzioni internazionali, apertura di canali legali per i flussi migratori economici con l’adozione di un visto per ricerca lavoro, apertura di un corridoio umanitario per le persone che scappano dai teatri di guerra, come il Corno d’Africa e la Siria. Infine, proprio nel momento in cui giunge la notizia dell’ennesimo naufragio nel Canale di Sicilia, i membri del circolo Arci, ricordando la solidarietà e la vicinanza da parte dell’amministrazione Comunale nei giorni del lutto per la tragedia di Lampedusa, commentano, amaramente, che le decisioni eterodirette prese per la realizzazione di questo “non-luogo” appaiono in palese contrasto con i principi di partecipazione democratica dal basso che nei mesi passati hanno contraddistinto il manifesto del Sindaco Renato Accorinti”.

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