L’operazione Messina rientra in un puzzle ben più ampio e che riguarda numerose piccole realtà locali. L’idea dell’Heineken è applicare il “modello Ichnusa” risultato vincente in termini di vendite e immagine, in tutto il territorio, lanciando birre speciali che siano “localizzate” e utilizzando in tal senso aziende diffuse nelle varie regioni per l’imbottigliamento sotto uno stesso marchio.
E’ in questa operazione nazionale che si inserisce il ritorno dell’Heineken a Messina, attraverso un accordo con il Birrificio di Larderia che dovrebbe occuparsi di una piccola parte di produzione di una delle birre branderizzate secondo una visione “locale”.
Il colosso olandese prova a rientrare dalla finestra dopo essere andato via nel 2007 sbattendo la porta in faccia alla città, chiudendo lo storico stabilimento della Birra Messina portandosi via marchio e lavoro. Dodici anni dopo l’Heineken torna guardando ad uno stabilimento nuovo di zecca, appetibile come location rispetto alla vecchia fabbrica in via Bonino e senza quel numero di dipendenti che c’erano nel 2007 quando chiuse battenti.
Ma forse il disegno della holding olandese era già abbozzato in passato quando politica e istituzioni non mossero un dito per salvare un pezzo di storia messinese che moriva. Nessuno si adopero’ per scongiurare la chiusura. Un vecchio ritornello al quale purtroppo siamo abituati. Troppi silenzi, tanti scippi, innumerevoli sconfitte.
Chiusa quella stagione sta per aprirsene un’altra e con l’operazione in corso pare sia già pronta su scala nazionale anche la campagna promozionale e che il nome scelto dovrebbe essere Birra Messina Cristalli di sale (non sarà quindi più la “vecchia” Birra Messina).
Tra gli stabilimenti che dovranno produrla ed imbottigliarla c’è anche il Birrificio Messina che si occuperà di una parte della produzione totale.
Come pubblicato da Tempostretto (leggi qui) sarebbe già stata raggiunta l’intesa ed anzi, per restare in tema, la trattativa va “a tutta birra”.
Al momento però i 15 del Birrificio, che pure negli anni scorsi durante le loro battaglie, hanno avuto il pieno sostegno della città e della stampa, non rilasciano alcuna dichiarazione, probabilmente per via di un accordo di segretezza.
Bocche cucite quindi, nonostante le sollecitazioni della stampa a chiarire i contorni di un’operazione che a quanto pare è già in fase avanzata. Non sappiamo cosa abbia spinto il Birrificio a rimettere in discussione quelle scelte che aveva portato i mastri birrai negli anni scorsi a battersi per salvare un patrimonio di esperienza e passione.
Forse dietro la decisione dei 15 del Birrificio di siglare un accordo con quello stesso colosso internazionale che ha lasciato a Messina brutti ricordi ci sono difficoltà riscontrate in un mercato competitivo e, purtroppo feroce.
Sicuramente a Larderia, oltre ai Cristalli di sale, si continuerà a produrre quella birra che dal 2016 abbiamo imparato ad apprezzare ma che non ha avuto in termini di vendita sul territorio nazionale quei risultati che inizialmente si aspettavano, dopo i sacrifici e le lotte fatte per realizzare lo stabilimento.
Altro non si sa sull’operazione che riporta indietro le lancette nel tempo e che rappresenta per Messina un boccone amaro.
L’azienda olandese sa bene che non avrebbe trovato tappeti rossi ad attenderla dopo quanto accaduto 12 anni fa e sta aggirando l’ostacolo, ma il senso di sconfitta per una città che non è stata in grado di difendere quanto aveva creato resta, così come il dubbio che in fondo in fondo l’Heineken non abbia mai davvero tagliato i fili, ma stesse solo aspettando alla finestra il momento opportuno per capitalizzare.
Rosaria Brancato
Si commenta nell’articolo un accordo ancora in itinere ed in gran parte non conosciuto . Ovviamente lo stabilimento di Larderia con i 15 addetti non può competere con industrie internazionali .
Sinceramente sono uno dei tanti che non ha quasi mai comprato birre prodotte dal Birrificio di Larderia. Forse a causa dell’elevato prezzo che. secondo me, non è giustificato. Moltissime buone birre estere (anche di qualità superiore) hanno prezzi sensibilmente inferiori a quelle prodotte in loco e quindi le preferisco. La lamentata poca diffusione di queste birre a livello locale e nazionale è principalmente da addurre all’eccessivo costo che esse hanno. L’idea di produrre e commercializzare anche le birre Heineken, che sicuramente costeranno di meno, servirà al Birrificio per colmare quel vuoto commerciale che non sono riusciti a riempire.
Buon pomeriggio,
mi permetto di dissentire totalmente dalle considerazioni espresse nell’articolo in oggetto. Non riesco veramente a comprendere cosa ci sarebbe di disdiscevole per il Birrificio di Larderia nel trovare un accordo con il colosso olandese; forse il fatto che nel 2007 l’heineken abbia deciso di chiudere uno stabilimento in città dovrebbe inibire 12 anni dopo un accordo economico con il Birrificio?! A Messina sono successe cose ben peggiori…piuttosto direi che occorre guardare in faccia la realtà, siamo in un mondo globalizzato e non è facile fare impresa per nessuno, se una grande multinazionale propone un accordo bisogna valutare esclusivamente l’offerta economica senza sentimentalismi e provincialismi. Pecunia non olet.
Parlate chiaro!!!!!!!!!
Volete dire che l’avventura è finita e che, per campare, si piegano a produrre la birra dell’avversario?
Avversario di che?? L’Heineken è il terzo gruppo al mondo di produttore di birra il birrificio di Messina è una formica al confronto. Ringraziate L’Heineken che permetterà di far conoscere i prodotti Siciliani in tutta Italia.
se poi la maggior parte continua a bere la birra Messina, perchè convinta che sia prodotta ancora in città…….. non lamentiamoci