Doveva essere il giorno dell’udienza al Tar relativa al primo ricorso presentato contro l’elezione di Accorinti al ballottaggio, ma i giudici amministrativi hanno deciso di riunificare l'istanza al secondo ricorso, che sarà discusso il 30 gennaio.
Doveva essere il giorno del ricorso al Tar. A distanza di sei mesi sono tornate in primo piano le elezioni amministrative, e la competizione Accorinti-Calabrò dalle urne si è spostata in Tribunale. Non si è neanche discusso, però, il primo dei due ricorsi presentati contro il ballottaggio e con i quali viene chiesta la verifica dei verbali del primo turno e l’annullamento dell’elezione il 25 giugno di Accorinti.
Il Collegio giudicante, presidente Biagio Campanella, relatore Dauno Trebastoni, consigliere Giuseppina Leggio, peraltro lo stesso Collegio che ha deciso due udienze separate per i due ricorsi, oggi ha deciso di riunificare i procedimenti. Entrambi i ricorsi quindi, quello presentato il 13 luglio da Alessia Currò, Giovanni Cocivera e Giovanna Venuti e quello presentato successivamente da Eleonora Falduto, Rita Todaro e Giovanni Smedile, saranno discussi il 30 gennaio, data d'udienza inizialmente fissata per il secondo ricorso. Il tema del contendere del resto, così come le richieste dei ricorrenti, sono le stesse.
Tutto si gioca su 59 voti, tanti ne sono mancati a Felice Calabrò per vincere al primo turno ed evitare il ballottaggio. Sia i firmatari del primo ricorso, quello rinviato oggi, che quelli del secondo ricorso sostengono la tesi delle irregolarità registrate nelle operazioni di spoglio e avallate in sede di Ufficio Centrale Elettorale. I ricorrenti hanno chiesto il riconteggio delle schede, alla luce di alcune irregolarità riscontrate nella fase di verbalizzazione, in quella di acquisizione dati da parte del Ced, ed in ultimo in sede di Ufficio centrale elettorale in occasione del primo turno delle amministrative del 9 e 10 giugno, che ha poi portato al ballottaggio tra Calabrò ed Accorinti.
“L’illegittimità delle operazioni elettorali relativa al primo turno- è la tesi del ricorso– ha determinato l’illegittimo svolgimento del secondo turno di ballottaggio e, quindi, delle relative operazioni elettorali conclusesi con la proclamazione a Sindaco del candidato Renato Accorinti, in pregiudizio del candidato Felice Calabrò che avrebbe dovuto essere proclamato eletto al primo turno”.
Nelle istanze e nelle integrazioni sono state elencate le sezioni per le quali viene chiesta la verifica dei verbali e il riconteggio, quindi con apertura dei plichi. L’avvocato Merlo,che rappresenta il sindaco Accorinti chiede invece nel contro-ricorso l’inammissibilità dei ricorsi per difetto di legittimità attiva, elemento questo che riguarda alcune documentazioni presentate dai ricorrenti, e ribadisce che “non vi è alcuna indicazione sul collegamento tra i vizi di verbalizzazione nelle sezioni e l’alterazione del risultato elettorale”.
I ricorrenti di oggi sono rappresentati dall' avvocato Silvano Martella che ha presentato il ricorso e le successive integrazioni. Strada facendo sono intervenuti in giudizio altri due ricorrenti, Salvatore Versaci (indicato assessore da Felice Calabrò in campagna elettorale) eFortunato Barrile, rappresentati dai legali Andrea Scuderi e Giovanni Mania.
Tutto rinviato al 30 gennaio quindi, i due ricorsi sono stati unificati, probabilmente alla luce del fatto che sia l'argomento che le richieste, ovvero il riconteggio delle schede in numerose sezioni, sono analoghe.
Il 30 gennaio il Tar dovrà quindi decidere se accogliere entrambe le istanze o rigettarle. In caso di accoglimento si procederà con l'ordinanza istruttoria, che dovrà avvenire in Prefettura, entro i termini che i giudici amministrativi fisseranno e che sicuramente si protrarrà per alcuni mesi, necessari per la verifica delle operazioni di spoglio ed il riconteggio. L'istruttoria in Prefettura avviene in contraddittorio, cioè alla presenza di tutte le parti, ricorrenti e contro-ricorrenti.
L'ordinanza fissa anche l'udienza successiva, quella nella quale sarà emessa la sentenza alla luce delle risultanze della fase istruttoria e delle verifiche. In quella sede quindi si stabilità, in base ai dati emersi, se Accorinti sarà confermato sindaco o se Calabrò ha registrato al primo turno i 59 voti mancanti e quindi la vittoria. In quest'ultimo caso verrebbe annnulata la proclamazione di Accorinti al ballottaggio. La sentenza del Tar è in ogni caso appellabbile al Cga, che potrà ribaltarla o confermarla.
Rosaria Brancato
Tranquilli è un classico la miglioria prima della morte
GLI AMMINISTRATORI DELLA CITTA’ DI MESSINA SONO INVISIBILI.
I veri padroni della città vivono nell’ombra, sono ricchissimi e non accettano iniziative di sviluppo sociale ed economico.
Ne Accorinti e neanche Calabrò possono decidere autonomamente perchè questo territorio appartiene a loro, che vivono in oscuri appartamenti del centro città in stile liberty decadente e in ville della riviera nord protette da spesse mura di cinta dal colore tetro.
Purtroppo questa è la realtà di una città morta nel lontano 1908, ricostruita e poi nuovamente distrutta da una guerra mondiale di potere.
E proprio nel periodo del dopoguerra che oscuri avvoltoi aprirono le loro ali sulla città di Messina, da allora continuano indisturbati dall’alto a controllare che nessuno tocchi l’orrendo misfatto.
calabrò senza accento sulla o, non mi sembra valido in quanto l’elettore esprimeva un aggettivo relativo alla calabria segno inconfutabile che stesse pensando al colorito tipicamente calabro di accorinti con l’evidente intento di votarlo.
Ero contento di non dovere più leggere patetici conti alla rovescia e cretinate del genere. Ma, soprattutto, che i sostenitori di questo tizio, protagonista, insieme a Buzzanca, della pagina politica più triste dal dopo guerra ad oggi, connivente con le caste (cosa ampiamente dimostrata dalle sue parole in campagna elettorale), potessero finalmente sbattere il grugno sull’incapacità, già ampiamente dimostrata in anni di “politica”, del sindaco (leggi del sistema) sconfitto.
Tutto per ridere se non fosse che ci va di mezzo la città.
L’arroganza genovesiana contro l’incapacità amministrativa degli accorintiani. Peccato che manchino (almeno ufficialmente) i buzzanchiani.
Io ho votato accorinti, ma visto che da mesi non è riuscito a concludere nulla. Io direi di provare con Calabrò. Tanto peggio di cosi non può andare..