Amministrative 2013: il Tar giudica inammissibili i ricorsi. Ecco la sentenza

Amministrative 2013: il Tar giudica inammissibili i ricorsi. Ecco la sentenza

Rosaria Brancato

Amministrative 2013: il Tar giudica inammissibili i ricorsi. Ecco la sentenza

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venerdì 31 Gennaio 2014 - 13:22

Il Tar ha rigettato i ricorsi presentati in merito all'elezione di Accorinti sindaco. Di seguito la SENTENZA CHE DICHIARA INAMMISSIBILE E IMPROPONIBILE IL RICORSO. L'avvocato Martella, legale dei ricorrenti, commenta: "è prevalsa la giurisprudenza più restrittiva che mira a ridurre i contenziosi elettorali e impone a chi ricorre, una prova che può definirsi diabolica".

Ieri l'udienza oggi la sentenza del collegio giudicante. Il Tar di Catania ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati a luglio in merito al risultato del primo turno elettorale delle amministrative 2013 . Accorinti resta pertanto sindaco di Messina.Il Tar giudica inammissibili i ricorsi sia per difetto d’interesse (perché i ricorrenti non avrebbero, in caso di ammissione, alcun vantaggio, dall’elezione di Calabrò sindaco, poiché candidati al consiglio comunale o come semplici cittadini), sia nel merito, “per genericità delle censure fatte valere” I ricorrenti infatti, rileva il Tar hanno chiesto il riconteggio delle schede contestando irregolarità nei verbali di sezione al primo turno, chiedendo anche, “per tutte le sezioni scrutinate al primo turno, ivi indicate (circa 34), la consultazione delle tabelle di scrutinio, “con l’apertura dei plichi. Tuttavia, per nessuna delle sezioni individuate in ricorso i ricorrenti precisano quali dovrebbero essere i risultati corretti, né offrono un principio di prova a supporto di una diversa ricostruzione. In sostanza, i ricorrenti mirano ad un nuovo scrutinio sezionale, ma non riescono a dimostrare che dagli affermati vizi di verbalizzazione delle sezioni, con la conseguente assegnazione di voti da parte dell’Ufficio centrale ai candidati alla carica di sindaco, sia effettivamente derivata una alterazione del risultato elettorale" Di seguito la sentenza del Tar:

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1738 del 2013, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Alessia Currò, Giovanna Venuti, Giovanni Crocivera, rappresentati e difesi dall'avv. Silvano Martella, con domicilio eletto presso la Segreteria del Tribunale, in Catania, via Milano 42a;

contro

Comune di Messina, Sindaco del Comune di Messina, Commissione Elettorale;
Ufficio Elettorale Centrale, Assessorato Regionale degli Enti Locali, Ministero dell'Interno, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura dello Stato, domiciliata in Catania, via Vecchia Ognina, 149;

nei confronti di

Renato Accorinti, rappresentato e difeso dall'avv. Arturo Merlo, con domicilio eletto presso Egidio Incorpora in Catania, via Aloi, 46; Felice Calabro';

e con l'intervento di

ad adiuvandum:
Fortunato Barrile, rappresentato e difeso dagli avv. Andrea Scuderi, Giovanni Mania, con domicilio eletto presso Andrea Scuderi in Catania, via V. Giuffrida, 37;
Salvatore Versaci, rappresentato e difeso dagli avv. Giovanni Mania, Andrea Scuderi, con domicilio eletto presso Ignazio Scuderi in Catania, via V. Giuffrida, 37;

per l'annullamento

dell’atto di proclamazione alla carica di Sindaco del Comune di Messina del 25.06.2013, nonché di tutti i verbali dell’Ufficio Centrale Elettorale.

Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio di Ufficio Elettorale Centrale, Assessorato Regionale degli Enti Locali, Ministero dell'Interno, Renato Accorinti;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 30 gennaio 2014 il dott. Dauno Trebastoni e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO

I ricorrenti impugnano il verbale con cui è stato proclamato eletto alla carica di Sindaco del Comune di Messina l’attuale controinteressato.

1) Preliminarmente, il Collegio ritiene di dover dichiarare inammissibili, per difetto di interesse, sia il ricorso principale che quello per motivi aggiunti, nella parte in cui i ricorrenti agiscono nella veste di candidati (non eletti) al consiglio comunale.

Il Collegio osserva che nella veste di candidati i ricorrenti non hanno interesse processualmente rilevante ad agire, considerato che con il ricorso vengono fatte valere solo censure che, ove accolte, non porterebbero alla loro elezione a consiglieri, ma solo all’annullamento della proclamazione del Sindaco Accorinti, ed alla proclamazione, al primo turno, dell’altro candidato a Sindaco, Avv. Calabrò.

Dall’accoglimento del ricorso i ricorrenti non riceverebbero quindi nessun concreto vantaggio, perché resterebbero comunque non eletti al consiglio comunale, senza alcun riflesso neppure sui voti di lista, che non risultano in alcun modo contestati.

Da ciò il difetto d’interesse a far valere nel presente giudizio la posizione di candidati, con la conseguente inammissibilità del ricorso in parte qua.

2) Potrebbe però sostenersi la legittimazione attiva dei ricorrenti in quanto cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune di Messina. Infatti, l’art. 130, 1° comma, lett. a), del D.Lgs. n. 104/2010, di approvazione del codice del processo amministrativo – c.p.a., riconosce la legittimazione attiva anche ad ogni “elettore dell’ente della cui elezione si tratta”.

Naturalmente, tale legittimazione va dimostrata dal soggetto ricorrente, ed è sorretta dalla prova di essere cittadino elettore del Comune ove si è svolta la competizione i cui risultati sarebbero inficiati da errore (cfr., ex multis, Cons. St., sez. V, 14/04/2008n. 1661).

La circostanza, seppure provata, di essere stato candidato alle elezioni, non reca con sé anche la prova di essere iscritto nelle liste elettorali del Comune all’elezione degli organi del quale si è partecipato, non essendo condizione necessaria per la presentazione della candidatura.

Ora, tale qualità di cittadino elettore è stata dimostrata dai ricorrenti in modo e tempi diversi.

La ricorrente Venuti ha depositato da subito, fin dall’originario deposito del ricorso, prima della sua notificazione insieme al decreto presidenziale di fissazione dell’udienza, copia della tessera elettorale e della carta di identità.

Mentre tutti e tre i ricorrenti hanno poi depositato, in data 14.11.2013, i certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali.

2.1) Per quanto riguarda la ricorrente Venuti, il controinteressato ha eccepito l’inidoneità della tessera elettorale, in generale, a dimostrare la legittimazione attiva, ritenendo il suddetto certificato non sostituibile. Ciò perché la legittimazione processuale deve sussistere al momento della proposizione del ricorso, mentre la tessera elettorale prova tutt’al più che il cittadino ha votato alla data dell’elezione, cronologicamente antecedente rispetto alla data di deposito del ricorso, non coprendo però il periodo che intercorre tra la data dell’elezione e quella di proposizione del ricorso.

Il Collegio ritiene però tale eccezione non fondata, per due ordini di considerazioni.

Innanzitutto perché prova troppo, poiché allora dovrebbe conseguentemente sostenersi che il certificato elettorale dovrebbe riportare, per fugare ogni dubbio, la stessa data di proposizione del ricorso.

E poi, soprattutto, perché l’art. 32 del DPR n. 223/67 prevede variazioni alle liste elettorali in tempi e con modalità ben cadenzate, incompatibili con la perdita di elettore da parte della ricorrente Venuti al momento in cui fu proposto il ricorso.

2.2) Il controinteressato ha poi contestato che la fotocopia della tessera elettorale, prodotta dalla ricorrente Venuti, possa essere ritenuta idonea a costituire prova processuale della legittimazione ad agire nella qualità di elettore, poiché avrebbe dovuto essere prodotta in copia autenticata.

La ricorrente ha replicato che, in generale, la necessità della produzione in originale di un documento, ai sensi dell’art. 2719 c.c., “è subordinata alla proposizione di apposite eccezioni dirette come nel caso di specie a contestarne l’autenticità”. Con la conseguenza che, non essendoci stata tale eccezione, ed essendo stato prodotto, seppur dopo la contestazione ad opera del controinteressato, l’originale, l’onere probatorio è stato assolto. Evidentemente, la ricorrente si riferisce al deposito, avvenuto il 14.11.2013, dei certificati elettorali.

Il Collegio ritiene che l’eccezione del controinteressato sia infondata, perché l’art. 2719 c.c. è inequivoco nel prevedere che “Le copie fotografiche di scritture hanno la stessa efficacia delle autentiche”, oltre che nel caso in cui “la loro conformità con l'originale è attestata da pubblico ufficiale competente”, anche qualora “non è espressamente disconosciuta”.

Ora, come ribadito in giurisprudenza, l'onere di disconoscere la conformità all’originale della copia fotostatica prodotta in giudizio, pur non implicando necessariamente l'uso di formule sacramentali, va assolto mediante una dichiarazione di chiaro e specifico contenuto: tale, cioè, che possano da essa desumersi in modo inequivoco gli estremi della negazione della genuinità della copia. Ne consegue che la copia fotostatica non autentica di una scrittura si ha per riconosciuta conforme all'originale, se la parte contro cui è stata prodotta, non la disconosce in modo formale e specifico (cfr., ex multis, Cass. Civ., sez. III, 14/03/2006 n. 5461).

E poiché il controinteressato non ha contestato la conformità all’originale delle fotocopie prodotte dai ricorrenti, queste non possono che essere ritenute aventi “la stessa efficacia di quelle autentiche”.

3) Nel merito, sia il ricorso principale che quello per motivi aggiunti vanno dichiarati inammissibili, per genericità delle censure fatte valere; per cui può prescindersi dall’esame del ricorso incidentale.

I ricorrenti affermano, in relazione alle lacune riscontrate nei verbali di sezione relativi al primo turno, che i voti assegnati ai candidati alla carica di Sindaco non possono essere considerati attendibili, e chiedono pertanto, indicando una serie di sezioni, il riconteggio dei voti, previa acquisizione quanto meno delle tabelle di scrutinio non acquisite dalla commissione elettorale.

Con i motivi aggiunti tale richiesta è stata poi integrata, chiedendo anche, “per tutte le sezioni scrutinate al primo turno”, ivi indicate (circa 34), la consultazione delle tabelle di scrutinio, “con l’apertura dei plichi e, quindi, procedendo anche all’apertura di tutte le schede, relative alle preferenze per il candidato a Sindaco, sia quelle valide che quelle non valide, comprese quelle nulle (…)”, con relativo “conteggio dei voti”.

Tuttavia, per nessuna delle sezioni individuate in ricorso i ricorrenti precisano quali dovrebbero essere i risultati corretti, né offrono un principio di prova a supporto di una diversa ricostruzione.

In questo senso va ritenuta insufficiente, ai fini dell’assolvimento dell’onere probatorio de quo, il deposito da parte dei ricorrenti di dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà attestanti, in contrasto con le risultanze dei verbali, l’avvenuta commissione delle irregolarità dedotte in ricorso (cfr., da ultimo, CGA, 03.04.2013 n. 403, che richiama CGA, n. 610/2009; vedi anche CGA, 13.06.2013 n. 581, che esclude che una dichiarazione sostitutiva come quella in esame possa essere considerata testimonianza scritta ai sensi dell’art. 63, comma 3, c.p.a.).

In ogni caso, ha ragione il controinteressato a rilevare che tale dichiarazione riguarderebbe solo quanto avvenuto presso l’Ufficio elettorale Centrale, e non può quindi provare fatti relativi alle operazioni di scrutinio presso le sezioni indicate nel ricorso.

In sostanza, i ricorrenti mirano ad un nuovo scrutinio sezionale, ma non riescono a dimostrare che dagli affermati vizi di verbalizzazione delle sezioni, con la conseguente assegnazione di voti da parte dell’Ufficio centrale ai candidati alla carica di sindaco, sia effettivamente derivata una alterazione del risultato elettorale.

Il Collegio non ritiene che il caso in esame presenti profili che inducano a discostarsi dall’orientamento secondo cui il minor rigore del principio della specificità dei motivi d’impugnativa nei ricorsi elettorali non comporta una parallela attenuazione del dovere ufficioso del giudice di valutare sempre l'attendibilità delle censure introdotte nel processo, al fine di verificarne la serietà, anche tenendo conto dei relativi elementi di prova offerti, in quanto occorre scongiurare il rischio che, sulla base di accertamenti istruttori disposti in relazione a doglianze che in base alle regole processuali non meriterebbero approfondimento, il decidente finisca per realizzare in via giudiziaria una inammissibile revisione, totale o parziale, del procedimento elettorale (cfr. CGA 03.04.2013 n. 403, che richiama CGA n. 404/2010).

In sostanza, ai fini in esame non rileva la portata qualitativa o quantitativa delle censure in sè considerate, in quanto ove difetti qualunque altro valido indizio di natura documentale dei vizi allegati (quali, ad esempio, il contenuto dei verbali, i rilievi in essi contenuti per come formulati dagli scrutatori o dai rappresentanti di lista o le decisioni assunte dai presidenti di seggio, il numero delle schede contestate in ciascuna sezione etc.), il giudice non deve attivarsi per acquisire in via ufficiosa gli elementi di supporto delle doglianze dedotte onde verificarne la serietà.

Vale a dire che un’impugnativa elettorale può presentarsi come “esplorativa” ancorché sorretta da doglianze specifiche, perchè un altro degli indici caratteristici della natura esplorativa è in generale ravvisabile nell’elevata consistenza numerica delle schede contestate.

In generale, la finalità “esplorativa” di un’azione è rivelata, come sopra accennato, dalla circostanza che l’interessato non intende ottenere una pronuncia in grado di dissipare un’incertezza circa la valutazione giuridica di una o più questioni di fatto, ma aspira, per contro, a conseguire attraverso l’istruttoria processuale una modificazione del fatto o, in altri termini, un risultato consistente nella più o meno consistente rinnovazione dello scrutinio, nella speranza di far affiorare ex post eventuali vizi del voto ipotizzati ex ante in sede di impugnativa, attraverso l’esperimento dei mezzi di prova che può disporre, anche d’ufficio, l’autorità giurisdizionale (e tra questi, in materia elettorale, principalmente la verificazione).

Nel caso in esame, per molte delle sezioni per le quali erano ravvisabili lacune nei verbali risulta che l’Ufficio Centrale ha ricavato i dati sui voti traendoli direttamente dalle tabelle di scrutinio, senza ricorrere ad esse laddove il dato risultava ricostruibile con ragionevole certezza indipendentemente dalle irregolarità formali o dalle omissioni parziali dei verbali.

Ora, in materia di operazioni elettorali, nel caso di discordanza dei documenti, è data prevalenza alle tabelle di scrutinio rispetto ai verbali di sezione, considerata la funzione meramente certificatoria che il verbale assolve rispetto alle operazioni effettive riportate nelle tabelle, le quali sono compilate contestualmente alle operazioni di spoglio (cfr. Cons. St., 31.07.2012 n. 4358).

La circostanza che dai verbali dell’Ufficio Centrale risulta che in alcuni casi nei verbali consegnati non erano riportati i voti conseguiti da ciascuno dei candidati a Sindaco, e che tali dati sono stati poi acquisiti dai prospetti inviati al CED, non sembra al Collegio determinante, perché resta il fatto che i ricorrenti non sono stati in grado di fornire, con un minimo di attendibilità, neppure un principio di prova che i voti, per come assegnati, sarebbero non corrispondenti alla realtà, nè in quale modo tale eventuale discrasia avrebbe influito sull’esito finale, cioè specificando i voti che sarebbero stati assegnati in più o in meno ai candidati.

Da tutto quanto precisato consegue che i descritti motivi di ricorso, ancorchè dedotti in forma analitica, risultano in realtà connotati da una finalità essenzialmente esplorativa, o comunque volta ad innescare il mero riesame delle contestate operazioni elettorali, e pertanto da considerare inammissibili.

Per quanto riguarda gli altri motivi, il Collegio osserva che nei giudizi elettorali vale il principio per cui le irregolarità meramente formali non possono dar luogo alla caducazione delle operazioni elettorali, perché in caso contrario verrebbe mortificata la volontà del corpo elettorale. Vale a dire che la presenza di cancellature e correzioni non può essere considerato elemento sufficiente ed univoco per ritenere esistente un rapporto tra esse e l’asserita illegittimità delle operazioni elettorali, laddove le cancellature e le correzioni potrebbero anche trovare spiegazione nella superficialità o nella scarsa dimestichezza dei componenti del seggio con i verbali e con gli atti pubblici.

Senza contare che anche tali censure presentano rilevanti profili di inammissibilità per genericità, perché non è evidenziato il collegamento tra le cancellazioni e/o correzioni rinvenute nei verbali e l’alterazione del’effettivo risultato elettorale.

4) Vanno infine estromessi dal giudizio l’Ufficio elettorale centrale e la Commissione elettorale, perché nei giudizi elettorali dinanzi al giudice amministrativo parte necessaria è il Comune, e non già l’Amministrazione statale cui appartengono gli organi preposti alle operazioni; pertanto, la Commissione e la Sottocommissione elettorale circondariali, organi per loro natura neutrali, non sono parti necessarie del giudizio relativo al verbale di proclamazione degli eletti, e la legittimazione passiva è riconducibile, in tal caso, solo all’Ente locale interessato, il quale si appropria del risultato elettorale e vede riverberarsi su di sé gli effetti dell’annullamento o della conferma della proclamazione degli eletti (cfr., ex multis, CGA, 22 gennaio 2013 n. 28).

In considerazione della complessità delle questioni giuridiche e fattuali coinvolte, sussistono le eccezionali ragioni che consentono la compensazione delle spese di giudizio.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia – Sezione staccata di Catania – Sezione Prima, definitivamente pronunciando sul ricorso principale e sul ricorso per motivi aggiunti, li dichiara inammissibili, nei termini di cui in motivazione.

Dichiara improcedibile il ricorso incidentale.

Dichiara il difetto di legittimazione passiva dell’Ufficio elettorale centrale e della Commissione elettorale.

Spese compensate.

Ordina all’Amministrazione di eseguire la presente sentenza, ed incarica la Segreteria di trasmetterne copia al Sindaco ed al Prefetto di Messina.

Così deciso in Catania nella camera di consiglio del giorno 30 gennaio 2014 con l'intervento dei magistrati:

Biagio Campanella, Presidente

Maria Stella Boscarino, Consigliere

Dauno Trebastoni, Consigliere, Estensore

In allegato anche la sentenza del Tar, relativa al ricorso n°1910, sempre contro l'elezione del sindaco Accorinti e rigettata con le stesse motivazioni della precedente. I due ricorsi sono stati unificati nell'udienza del 5 dicembre e discussi ieri.

Intanto dall'avvocato Silvano Martella, legale dei ricorrenti, riceviamo questa nota di commento: "Smentendo le pretestuose eccezioni sull’irritualità nella presentazione dei ricorsi, la motivazione delle due sentenze si pone in linea con quella giurisprudenza più restrittiva per la quale, per ridurre il più possibile i contenziosi in materia, prima ancora ed indipendentemente dal profilo della legittimità delle operazioni elettorali, impone al ricorrente una prova, che può definirsi “diabolica”, che “i voti, per come assegnati, sarebbero non corrispondenti alla realtà, né in quale modo tale eventuale discrasia avrebbe influito sull’esito finale, cioè specificando che i voti sarebbero stati assegnati in più o in meno ai candidati” (questo si legge in un passo della motivazione). Il che sta a significare lo svuotamento di fatto dell’azione popolare, non potendo più il cittadino elettore essere nelle condizioni di offrire una simile prova, e quindi del diritto del cittadino di conoscere se la competizione elettorale si sia svolta nel rispetto, o meno, delle procedure previste dalla legge".

Silvano Martella.

Rosaria Brancato

82 commenti

  1. E vai tutti a piazza Unione Europea ……..

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  2. George… ed ora ??? Abbiamo aspettato pazienti ….

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  3. Ebbravo Renatino hai sconfitto anche le carte bollate…

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  4. A festeggiare??

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  5. Mi dispiace per quel tizio che faceva il countdown in ogni suo commento… ora deve ricominciare per la terza volta…. con numeri a 4 cifre però… Buona fortuna a lui ma sopratutto al nostro Sindaco Renato :)))

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  6. Ora che la poltrona non te la toglie nessuno, purtroppo devo sperare nel dissesto, tanto già lo paghiamo con le tasse, per toglierti dalle scatole….

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  7. Lev Nikolaevich 31 Gennaio 2014 14:33

    Ora c’è da temere per la vita del Sindaco e dei membri della sua giunta?

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  8. George dove sei??

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  9. George si godrà – TRANQUILLO – la sua meritata pensione: a casa, ai giardinetti, davanti alla tv con le pantofole, nei bar o nei circoli…

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  10. Ci sarebbe davvero da festeggiare.. il ricorso non andava neanche fatto.

    Grande Renato, non mollare mai!

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  11. Ma dai…i “poteri forti”, quelli che l’hanno fatto vincere, avranno corrotto anche i giudici… 😉

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  12. Vorrei dedicare un minuto di raccoglimento per gli utenti george, napoleone, caprafrank ecc.

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  13. bernardo santilli 31 Gennaio 2014 14:56

    semu cunsumati e rovinati.

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  14. Toc toc! George? George! Dove sei?
    Ed io che ci avevo quasi creduto che eri un “illuminato”…
    Alla prossima!

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  15. Tempostretto non chiude per lutto?

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  16. antoninofrancesco 31 Gennaio 2014 15:36

    Calabrò adesso lei equei cittadini che avete fatto ricorso oppure vogliamo chimarli consiglieri della stessa coalizione cosa farete.?

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  17. Da un lato sono contento che non ci sia possibilita per calabro di accomodarsi al municipio, dall’altro dobbiamo tenerci ancora il tibetano? Ma un opzione che non ci siano ne l’uno ne l’altro no? Meglio fra i due michele babbu o santino limonata!

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  18. Tanti Affettuosi Ringraziamenti….vai Renato!

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  19. Facciamo pagare ai ricorrenti le spese procedurali….ne saranno FELICI!!!

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  20. Ahahahahahahahahahah!

    Aspettando Felice Calabrò: – 9999 giorni

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  21. Finalmente questa farsa è finita.
    Adesso cominciano le comiche con Renatino il tibetano ed i suoi compagni.
    Il cast verrà selezionato da Giampiero D’Alia. Fermo restando che i protagonisti principali saranno Signorino ed Ialacqua.

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  22. Complimenti per la foto di Triste Calabrò che avete scelto.

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  23. Staranno annegando il loro dolore negli arancini de “L’ancora” 🙂

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  24. Finalmente una boccata di aria fresca. Lieto di averti come sindaco Renato!

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  25. Con questo ricorso perso Calabrò ha mandato in cenere quella poca dignità che gli era rimasta… meglio così! 🙂

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  26. Guarda guarda come sono resuscitati tutti i sorcini accorintiani haahahahah

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  27. “Renatino il tibetano” “Santino Limonata” e qualunque altro inutile riferimento del genere non cambieranno la sostanza dei fatti. Sbeffeggiare in modo stupido una persona, non considerandone il lavoro e non riuscendo a cogliere l’eccezionalità di quanto sta avvenendo a Messina, è solo segno di cecità o ignoranza. La battuta da BAR così cara a tanti frequentatori di questo sito va bene se poi fa seguiro una critica inteligente. Il solito vizio del messinese medio, la battutina inutile in cambio della sostanza. Il vuoto al posto delle idee.

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  28. L’eterna attesa è finita. Adesso si lavori a pieno ritmo per il bene della città!

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  29. “E’ più facile spezzare un atomo che rompere un pregiudizio” (A.Einstein”) Ma ne “La vita è meravigliosa” sembravi più ottimista…

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  30. “Consuma dentro te con la tua rabbia” (Date , Inferno, canto VIII)

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  31. Dov’è quello che diceva pazientate fino a Febbraio??
    UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA UHA

    Felicino non lo sarà più tanto adesso e così tutti i suoi accoliti e soprattutto il suo GRANDE SPONSOR, il Berlusca di Messina, che si è fatto (e continua a farsi purtroppo) tanti soldini a spese della Città facendoci nigghiari di smog e ammazzare di traffico.
    Vai Renato!!!

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  32. pietro anzalone 31 Gennaio 2014 17:29

    Niente di nuovo all’orizzonte. La vittoria al TAR non cancella ne le superficialita’ ne i danni nei confronti dei cittadini di questi primi sette mesi. Cosa ci si puo’ aspettare?

    Un po’ di arroganza in piu’ e (in aggiunta al fatto che i cittadini non vengono ricevuti come nel periodo Buzzanca), forse, il ritorno dei tornelli.

    E, comunque, non credo che, se la sentenza fosse stata diversa, il futuro della citta’ sarebbe stato migliore ….. forse un apparente maggiore ascolto della cittadinanza

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  33. A prescindere che dopo “George” dovevi mettere la virgola, essendo vocativo (no, non mi meraviglio, è tipico degli accorintiani ignorare la grammatica), tengo a tranquillizzarti.
    Il mio commento l’ho inserito nell’immediatezza della sentenza, ma ancora TS non lo ha pubblicato (perché?.
    Sei contento del risultato?
    Sei contento di una amministrazione che in 7 mesi non ha saputo fare altro che portare la città al dissesto, senza nemmeno provare a presentare un piando di rientro degno di questo nome?
    Che non ha saputo fare nulla, se non farci ridere dietro dall’Italia intera ed offendere i caduti delle guerre?
    Io, come ha scritto qualcuno, e così rispondo anche a lui, mi godo la mia meritata pensione, così come me la sono goduta fino ad ieri e ne la godrò fino a quando (spero tanto) sarò su questa terra.
    Siete voi, che, nel caso, del tutto improbabile, venga accettato il piano C di signorino, dovrete pagare, oltre le normali tasse e tributi, aumentate a dismisura, anche 50.000.000 di euro l’anno per dieci anni.
    Ti potrei dire ciò a cui andrete incontro, ma non porto via molto tempo: solo due esempi.
    Messina non troverà più un fornitore di beni e servizi, in quanto i creditori saranno rimborsati, al massimo al 20/30% di quanto dovuto loro.
    Messinaambiente dovrà rinegoziare al ribasso il contratto di servizio col comune nella stessa percentuale.
    Pensi con lo stesso risultato, peraltro scarso, di adesso?
    E sai perché?
    Il dissesto di un comune è l’equivalente di un fallimento per una impresa privata.
    Brindate, festeggiate, tirate fuori fischietti e pentole.
    Anche sul Titanic, mentre affondava, c’era chi, invece di darsi da fare, pasteggiava a caviale e champagne, al suono dei valzer di Strauss.
    State ballando sulla vostra bara e non ve ne accorgete.
    Beati voi.
    George.

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  34. MessineseAttento 31 Gennaio 2014 17:47

    Sarebbe troppo facile infierire sui “pazientate fino a dicembre/gennaio…” e sugli “aspettando Calabrò -1610…”, piuttosto, mi concentrerei su quelle PRIMARIE FARSA, quelle sì, ambigue e da attenzionare, che hanno visto candidati validi (Ciccio Quero su tutti) soccombere sotto una montagna di voti dalla dubbia provenienza.
    Se potessi scegliere io, oggi, rifarei le elezioni amministrative, privandole di certi uomini di sistema (leggi Calabrò) che, di fatto, hanno consegnato la vittoria ad Accorinti.
    Ho sempre sostenuto che è 1000 volte meglio l’incompentenza rispetto alla mala politica fondata sull’opportunismo e sull’interesse di pochi (oltre che impreparata come dimostrato negli anni passati). Spero, quindi, che Accorinti, fino alla fine del suo mandato, possa usufruire della collaborazione di un giovane in gamba, che mai si è piegato allo strapotere delle solite famiglie messinesi e che alle prossime elezioni, speriamo prive di certe dinamiche e politicanti di professione, possa essere il nostro nuovo sindaco.
    Ho apprezzato il suo coraggio in occasione dell’abbraccio ad Accorinti e per l’isituzione, senza se e senza ma, dell’isola pedonale, atteggiamenti che non hanno fatto altro che confermare che colui che avevo scelto come sindaco, in quella barzelletta definita primarie, probabilmente era, e sarà, l’uomo giusto per Messina.

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  35. MessineseAttento 31 Gennaio 2014 17:48

    Questa è carina…

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  36. Perché TS non pubblica i miei interventi?
    Boh!!!!!!!!!
    George

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  37. Meglio tar..di che mai.

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  38. Immagino sia lei a decidere se una critica e’ intelligente o meno… Bravo bravissimo…

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  39. Pur ritenendo che l’attuale amministrazione sia pessima, sono felice che si sia sgomberato iil campo e che adesso non ci siano più scuse di sorta…

    Spero che facciano qualcosa di utile e trovino la forza di attuare almeno qualche paginetta del loro programma elettorale…

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  40. Quale lavoro? In sette mesi le buche stanno al loro posto, la spazzatura pure, i tir tranquillamente scorazzano per la citta’, la manutenzione del verde assente, la pubblica illuminazione come prima anzi peggio, dunque? Gia’ che stupido dimenticavo l’insulto ai caduti, la beffa di natale, la magra figura con i russi….continuiamo?

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  41. sergio indelicato 31 Gennaio 2014 19:09

    Credo,per quel poco che conosco, che la sentenza del Tar ne prefiguri una ben più grave, che accodata al bilancio della Regione decurtato e impugnato per una maggioranza bulgara per gli impegni di spesa , sommati (i tagli agli emolumenti intendo) i soldi si dovranno trovare… a S.Antonio

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  42. scusa Quero chi? il candidato del PD, non considerato minimamente da Renzi, che ha festeggiato con Accorinti sulle scale del comune? VERGOGNA. Dicasi lo stesso per Calabrò. Fragale, Ramires, Prestipino e Grioli, dove voleva andare la sinistra con questi personaggi.

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  43. ah ah ah. E questi sarebbero i competenti che aspirano ad amministrare la citta?

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  44. Angelo Silipigni 31 Gennaio 2014 19:22

    Credo abbiano ancora tante cose arretrate da pagare.

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  45. Il cognome diciamolo tutto Ciccio QUERO PALANO si chiama.
    Ed è xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx che si sono ritrovate ricche sfondate grazie al saccheggio edilizio di questa Città.
    Stai più attento Messineseattento a chi voti.

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  46. George, mutuuuuu così va bene?? Ahahahahaha

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  47. Caro signore se non ricordo male il buco da 500 milioni di euro l’attuale sindaco se lo e’ ritrovato bello e fatto, grazie a chi ha amministrato in tutti questi anni la citta’ facendo affidamento sui voti di chi, in un modo o nell’altro, ha chiesto e spesso ottenuto un tornaconto personale. E chi se ne frega se questo scambio veniva perpretato ai danni della comunita! Mi auguro che Lei possa godere ancora a lungo della sua certamente meritata pensione. Ma Le chiedo: ogni tanto non Le passa per la Sua testa illuminata il dubbio di aver contribuito a ridurre la citta’ in questo stato? Ci pensi e mi faccia sapere

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  48. MessineseAttento 31 Gennaio 2014 20:29

    Guardi che io ho gradito quell’abbraccio, simbolo di definitiva rottura con quella politica pessima, rappresentata da chi, oggi, piange sul ricorso perso.
    Ma poi mi perdoni, lei considera il PD sinistra!?

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  49. Boh….sarai “caduto in disgrazia”…(sto scherzando!).
    Adesso però rimbocchiamoCI (si, anche tu!) le maniche affinché questa città possa risorgere!

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  50. MessineseAttento 31 Gennaio 2014 20:32

    Forse l’aveva scritta più grossa del solito…ahahah
    Devo ammettere che in quel periodo in cui aveva saggiamente scelto di non commentare, mi è mancato!

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  51. e ora…perchè non andiamo a casa di tutti quelli che ci hanno derubato e ci facciamo restituire fino all’ultimo centesimo!!! Hanno ridotto in ginocchio la nostra città e nessuna responsabilità!! troppo facile.

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  52. quello che si può fare è dichiarare il dissesto

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  53. hai ragione, purtroppo gli accorinti’s boy stanno bene a messina- beirut così com è, lo stesso i buzzanca’s e genovese’s boys

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  54. “Il mio commento l’ho inserito”. Ottimo pleonasmo. L’ignoranza della grammatica non costituisce una peculiarità degli accorintiani.Ma “Peras nobis Iuppiter imposuit duas” e ciò rispecchia l’apoditticità del giudizio formulato da chi ritiene l’attuale situazione economica esclusiva responsabilità dell’ultimo arrivato, che ha ridotto le spese di rappresentanza del 96 per cento e non ha offeso i caduti, avendo esclusivamente citato un pensiero di Sandro Pertini: “Svuotate gli arsenali e riempite i granai”.

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  55. VERGOGNATEVI TUTTI QUELLI CHE NON HANNO ASSAPORATO LO SMACCO DELLA SCONFITTA

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  56. VERGOGNATEVI !!!!! NON AVETE ASSAPORATO LO SMACCO DELLA SCONFITTA

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  57. CARO CALABRO’,SEI STATO GRAZIATO, NON TE LA PRENDERE PIU’ DI TANTO, IL MARE E’ IN TEMPESTA NON ADATTO A TE.

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  58. E come si dice in Germania………….
    xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxaaaaaaa!!!!!!!!!

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  59. CORNUTI E “TREBASTONATI”. L’Avevo scritto prima della sentenza che i ricorrenti difettavano per legittimazione e così è stato. Con buona pace dei suonatori di altrwttanti tristi presagi. E che hanno scambiato il TAR in una sorta di magistratura inquirente laddove si sarebbe preteso che lo stesso organo di giustizia amministrativa disponesse le indagini supplementari per appurare quali errori sarebbero stati commessi, e di quale portata, nel conteggio, trascrizione e verbalizzazione dei voti ovvero della possibilità, che il Tar ha respinto, del dolo a carico delle istituzioni demandate.
    Sentenza giusta ed obiettiva allorquanto il collegio giudicante ha riscontrato non sussistente nei ricorsi nemmeno uno straccio di prova, in fatto e dunque non riassumibile in diritto.

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  60. Come ho scritto, dopo la mia assenza, ho avuto gravi problemi di salute.
    Il tuo commento qualifica la tua insussistenza morale, di cui non mi stupisco per niente.
    George

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  61. “Il pleonasmo (dal greco πλεονασμóς: pleonasmós, “esagerazione”) è la figura retorica per cui si ha un’aggiunta di parole o elementi grammaticali esplicativi a un’espressione già compiuta dal punto di vista informativo e sintattico. A tale accorgimento, il cui effetto è una ridondanza, si ricorre per ragioni stilistiche, al fine di dare alla frase una maggiore intensità, forza, chiarezza o efficacia.”
    Classico esempio del pleonasmo, aggiungo io, è scrivere “a me mi”.
    Del resto, ho grandi ed illustri predecessori.
    Pensa che un certo Cesare Pavese (non ti spremere quel che resta delle tue meningi per domandarti chi era costui: era uno scrittore) scriveva come amo scrivere io.
    Saranno le letture di una vita che mi inducono a queste forme, da te giudicate un errore, ma che dimostrano che non sei all’altezza della discussione.
    Forse sei ancora in tempo ad andare oltre la lettura dei volantini dei No Ponte.
    Caro zancle, smettile di usare termini che per te sono come i cavoli a merenda.
    Un ignorante come te non può travestirsi da erudito copiando termini di cui non conosce il significato.
    Certo, suona bene e magari colpisce qualcuno più ignorante di te.
    E’ strano, ma tra gli accorintiani il peggio non ha fine.
    George.
    P.S. Sei tanto in malafede ed ignorante della grammatica e della sintassi e non capisci l’italiano, da non avere letto ciò che ho scritto sin dal primo giorno: I DEBITI DEL COMUNE DI MESSINA SONO STATI FATTI DALLE PRECEDENTI AMMINISTRAZIONI. LA COLPA DI RENATINO E DEGLI INCAPACI CHE LO CIRCONDANO E’ DI NON AVERE PREDISPOSTO, IN 7 MESI, UN PIANO DI RIENTRO DECENTE.
    Ora che ho riscritto in maiuscolo sei riuscito a capire oppure hai bisogno di un disegno?

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  62. In 6 mesi ha distrutto una cittá , vediamo in 5 anni se riuscirá a farci scappare con i barconi……….

    E i donsiglieri comunali che a questo punto sono gli unici che potrebbero buttarlo fuori dormono e mai niente faranno pur di non perdere il tanto “sudato” stipendio,,,,,,,,

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  63. Come tutti gli accorintiani, sei un antidemocratico, un fascistello travestito da figlio di papà.
    Ti piacerebbe che chi non la pensa (pensare è una parolona per voi, ma sono generoso) come voi stesse in silenzio, ma io continuerò ad inchiodare Renatino ed il suo gruppo di incapaci alle loro responsabilità ed ai loro continui fallimenti.
    Se proprio la vuoi conoscere tutta, il ruolo di rompiballe mi piace e lo continuerò ad esercitare con sempre maggiore gusto.
    Per il dispiacere del vostro fegato.
    Ah, ah, ah, ah, ah, ah!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    George

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  64. che mestizia

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  65. Il fegato, tu, oggi, te lo puoi fare fritto con le patate. Poi se vuoi continuare a rovinartelo…contento tu.
    Comunque oggi non hai niente da ridere, il tuo conto alla rovescia si è inceppato. Ciao, ciao.

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  66. Gente che va e GENTE che viene…. e gente che vorrebbe tornare ma che non torna…. Meno male !!!!!!
    Sarebbe stata tremenda la riconquista del ….. Malloppo

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  67. Dalle tue righe si legge che sei deluso ed incazzato, quindi ascolta un consiglio: visto che non vivi qui, in questa città di morti viventi, ma altrove, spero per te in un luogo migliore, non ti curar di noi ma guarda e passa, goditi la pensione, fai lunghe passeggiate, e pensa sempre meno a “Renato il tibetano”, alla giunta “di incapaci”, agli “antidemocratici accorintiani”, ne guadagnerai in salute, soprattutto mentale.
    Buona giornata

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  68. Povero Calabrò!
    Adesso gli toccherà andare dal più grande palazzinaro e cementificatore di Messina, Sua Eccellenza, a dirgli che gli affari immobiliari dovranno essere procrastinati di almeno 4 anni.

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  69. Per quanto mi riguarda sei proprio fuori strada: godo ottima salute, sempre compatibilmente con la veneranda età.
    Se ti stanno bene gli inetti sono contento per te, ma sono sicuro che ti verrà oltremodo difficile ricordare un solo atto positivo di questa giunta.
    Per amministrare una città necessita una qualche competenza, questi hanno dimostrato zero assoluto in sette mesi, pronto a ricredermi quando vedrò qualcosa.
    Anche i disonesti mi stanno molto male, perchè il risultato è sempre lo stesso per me, per te non so.
    Anzi, ho il vantaggio di non dovere lesinare un sussidio.

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  70. Quando partono gli insulti e’ il momento in cui il saccentente getta la maschera dimostrando la propria assoluta inconsistenza

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  71. Non sono deluso (aveva scritto che non basta essere nel giusto per vedere riconosciute le proprie ragioni) né incazzato (non essendo residente non voto a Messina, quindi….).
    Come ho scritto, anzi, ciò mi permetterà di godermi le castronerie che la pseudo-giunta continuerà a fare e questa amministrazione la bastonerò con sorriso in faccia, cosa che, lo confesso, mi sta cominciando a piacere.
    Io sono tranquillissimo e mi godo la vita.
    Siete voi che vi dovete preoccupare.
    Col dissesto pagherete di più per avere servizi ancora più scadenti.
    Io mi potrò lamentare della spazzatura nelle strade nei mesi estivi, quando sono in villeggiatura al mare.
    Voi vi roderete il fegato.
    Buone cure.
    George.

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  72. Fronte della cultura!!!
    George.

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  73. le sarà certamente sfuggito il piccolo, insignificante particolare che il PD NON E’ un partito di sinistra!!!

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  74. Non aspetti 5 anni. Vada via subito prima che sia tropo tardi

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  75. Sta aggiornando il conto alla rovescia

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  76. Una spanna sopra tutti, senza offesa per nessuno, l’intervento da parte del concittadino attento.

    Innanzi a tale analisi lucida, serena, razionale,sensata,equilibrata,pacata,distaccata,onesta, non posso far altro che genoflettermi.

    Lodi,lodi,lodi

    Per ora mi fermo qui….

    Per Felice Calabrò : G R A Z I E .

    Da parte o di un tuo parente o di un tuo galoppino : altro non esiste, tertium non datur

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  77. MessineseAttento 1 Febbraio 2014 17:56

    Ovviamente lei da per scontato che io legga tutti i suoi post, purtroppo non è così.
    Comunque il fatto che sia nuovamente qui, e più carico che mai, significa che ha recuperato alla grande, almeno spero.

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  78. Grazie al Cielo, non a Felice che non ha certo dimostrato stile nel perdere una competizione elettorale. Perchè l’ha persa solo lui e tutti quelli che facevano parte della coalizione che nel ballottaggio non hanno dato l’apporto, dando per scontato (forse) la vittoria. Io – ma è solo una mia opinione – sono dell’avviso che Calabrò ed Accorinti abbiano una convergenza di interessi ed hanno in comune molte più cose di quanto vogliano far credere. Lo stesso ricorso, pur riconoscendolo “temerario”, è stato fatto allo scopo di non confermare le moltissime cose che hanno in comune. Del resto a chi hanno sempre fatto comodo i “No Ponte” e tutti quei movimenti affini….. Molti messinesi però non ci hanno fatto caso e si sono convinti che cambierà tutto, mentre, al contrario non cambierà niente. Ad ulteriore conferma che Sindaco e Giunta non hanno potere decisionale su niente perchè devono obbedire agli ordini di soggetti “esterni” alla Municipalità. Del resto se possiedo due cavalli e li faccio correre, uno vincerà e l’altro perderà, ma alla fine ho sempre vinto io, perchè i cavalli sono i miei.
    Povera Messina.

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  79. MessineseAttento 2 Febbraio 2014 17:54

    Si dice genUflettersi, ma va bene lo stesso.

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  80. Se scrivo istituzione, forse capira’…..

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  81. Il TAR sancisce due sconfitte brucianti, una è politica, finiscono per sempre le ambizioni personali di Felice CALABRO’, la data non è febbraio 2014, ma GIUGNO 2013, quando il voto libero di opinione del PARTITO DEMOCRATICO lo ha trombato con una crudeltà politica e umana senza precedenti, PER 49 VOTI, identificandolo con il sistema di interessi intorno a Francantonio GENEVESE, bisogna dire che Felice CALABRO’ non abbia fatto molto per liberarsi da questo timbro ingobrante. Caro Felice, la sconfitta le ridà il ruolo di cittadino, non più politico di professione, l’assolve per l’opposizione inconcludente a Peppino Buzzzanca, si dice che il barcellonese abbia gongolato per anni alle sue spalle, quindi ridiventa simpatico, auguro al messinese BUONA FORTUNA. L’altra sconfittà, questa non definitiva, è di chi non sa fare nulla e sfrutta spudoratamente la politica: bandi pubblici e regolamenti su misura, lavori assegnati a trattativa privata, consulenze, incarichi, poi c’è chi non ha mai, dico MAI, pagato tributi, uso del suolo, oneri di costruzione e urbanizzazione, infine chi sperava in altro assessore all’urbanistica, per poter sfruttare al massimo il proprio fondo, e si ritroverà un PICO a consumo ZERO del suolo. Gli AMATRAVAGGHIARI sono molto, ma molto pericolosi, dobbiamo stare attenti, ritorneranno alla carica sotto altre spoglie. LA SOVRANITA’ E’ DEL POPOLO MESSINESE SOVRANO.

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  82. Da questa vicenda dai risvolti ancora da chiarire, parlo del vero interesse in gioco, escono in tanti con le ossa rotte, non solo Felice CALABRO’, a proposito è difficile credere al sindaco NON PIU’ IN PECTORE, che i ricorsi siano stati presentati a sua insaputa. Mi riferisco anzitutto a questi solerti ricorrenti, sui quali TempoStretto non ha indagato abbastanza, chi sono veramente, di quali interessi economici e politici sono portatori. Infine gli avvocati, di cui mai nessuno parla, nella loro professione si vince e si perde, ma in questo giudizio sono stati solennemente schiaffeggiati dal TAR, e lo sarabbero anche dal Consiglio di Stato, se osassero fare appello, in estate dissi SOLDI BUTTATI AL VENTO, comunque uno scarabocchio nella loro professione difficile da cancellare. Ricordo agli avvocati, che in questa vicenda c’è di mezzo il principio costituzionale della sovranità popolare e una chilometrica giurisprudenza, conosciuta pure a mariedit con la quinta elementare, quella di una volta però. Tutto è ritornato al posto suo, mi aspetto le scuse ai messinesi e a RENATO sindaco.

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